Finalmente suonò la campanella che annunciava l'inizio della pausa pranzo, decisi di salutare Jen e raggiunsi Kyle per pranzare insieme. Entrai nella mensa scolastica e lo vidi seduto con i suoi amici ad uno dei tanti tavolo rotondi presenti nella sala. Mi avvicinai piano alle sue spalle, avevo l'intenzione di nascondergli gli occhi con le mani e così feci, ma in quella frazione di secondo vidi che in mano aveva il suo smartphone, con una chat aperta, riuscì a leggere il nome velocemente. C'era scritto proprio Kim, la ragazza che un'ora prima mi fece cadere col culo a terra. Quando tolsi le mani dal suo viso lui si girò di scatto spegnendo il telefono mentre mi sorrise. "Ehi piccola." disse disinvolto riposizionando il telefono nella tasca dei jeans. "Con chi messaggiavi?" chiesi io cercando di rimanere il più pacata possibile.
"Ah nessuno di importante, ho avvisato il coach di baseball che stasera non sarò agli allenamenti dato che sono a casa tua.!" disse per poi stamparmi un bacio veloce sulle labbra.
"Hai fame?" chiese subito dopo.. Lo guardai, ma il mio sguardo era perso, la mia mente era persa nei pensieri. Perché stava messaggiando con Kim? Mi aveva sempre parlato male di lei e ora ci stava parlando? Per quale motivo?
"Meg, ti vado a prendere qualcosa da mangiare?" chiese Kyle ulteriormente.
"Ehm..no, sto andando a casa, non mi sento molto bene." dissi di fretta. "Ti accompagno se vuoi!" mi chiese lui scrutandomi "No,lascia stare, ci sentiamo per stasera." dissi per poi incamminarmi verso l'uscita della mensa. Era una scusa stavo benissimo fisicamente ma volevo allontanarmi da lui e pensare un po', ed ero sicura che anche se fossi rimasta a scuola non avrei seguito un'altra lezione in più.
Decisi di uscire da scuola e indossai le mie amate cuffiette. Aprì spotify e optai per una delle canzoni che più adoravo in quel momento Hometown dei Twenty one pilots. Erano solamente le 11 del mattino così decisi lo stesso di passare dal supermercato per comprare qualcosa sia per il pranzo che per la cena.
Mi trovai davanti a dei grandi scaffali pieni di cibo e picchiettavo l'indice sul mento per decidere cosa comprare. Per il pranzo scelsi una semplice insalata di quelle già preconfezionate mentre rimasi un'altra mezzoretta per scegliere cosa cucinare per la sera. Trovati gli ingredienti pagai e uscì dal supermercato e invece di prendere l'autobus decisi di farmela a piedi. Tornando verso casa sarei passata vicino Central Park così decisi di pranzare lì per rilassarmi anche un po'.
Amavo stare lì, Central Park come descriverlo? Si può pensare ad un classico film americano ambientato a New York. Immaginate quella scena in cui i protagonisti vanno a fare due passi a Central Park con il loro caffè di Starbucks. Ecco, Central Park è esattamente come nei film. Solo, molto ma molto più grande. È risaputo che i newyorkesi vanno lì per svolgere una quantità incredibile di attività ad esempio si può giocare a Baseball, prendere il sole, fare i picnic sul prato o anche solo a passeggiare proprio come stavo facendo io in quel momento. Dopo un po' di cammino vidi un tavolino di legno scuro libero. Decisi di pranzare proprio lì. Era pieno di gente nel parco, gente che andava a correre, che portava a spasso il cane o semplicemente coppiette che osservavano abbracciati il laghetto.
NewYork era magica e me ne rendevo conto sempre di più.
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