XIV

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PRESENT



14-11-19
h. 15.30


...«Cosa ci fai qui?» disse sorpresa, non si aspettava che l'avrei raggiunta all'albergo, tantomeno io mi aspettavo di trovarla qui, ma questa volta avevo seguito il mio istinto e non avevo sbagliato, « Mi è sembrato di essere stata chiara che non volevo vederti» aggiunse, «Mi dispiace se per una volta non ho eseguito i tuoi ordini, Carla» risposi, la vidi sbarrare nuovamente gli occhi perché non si aspettava che le rispondessi, « Ma sono venuto perché mi è stato rubato qualcosa a cui tengo molto, qualcosa che appartiene al mio passato» continuai, « E perché dovrei esserci io di mezzo? » disse inveendo contro di me, « Perché mentre ero con te, qualcuno è entrato nella mia camera ed ha preso qualcosa di mio!» risposi alzando leggermente la voce.
Iniziarono a girarsi quasi tutti gli ospiti dell'albergo, immediatamente prese un mio braccio e strattonandomi mi portò dietro una colonna della Hall, « Devi abbassare la voce Ragazzino e non tornare più qui okay? Io non so nulla di questa storia » disse sussurrando vicino al mio orecchio, « Ora vai via e non tornare » aggiunse indicando la porta dell'uscita, «Basta non ti permetto di...», non feci in tempo a finire la frase che iniziò a suonare il cellulare provocando un enorme baccano, facendo girare nuovamente l'intera Hall nella nostra direzione, «Vuoi spegnere questa suoneria oppure dobbiamo farci notare da tutti? » sbottò, non badai molto a risponderle perché vidi un numero che non era salvato nella rubrica, era una chiamata anonima.
Furono davvero tante le cose che mi passarono per la testa in quel momento ma una sovrastava su tutte, " E se fosse chi ha rubato la lista?", iniziò a torturarmi questo dubbio così facendomi coraggio risposi.



15 ORE PRIMA...



13-11-19
h. 23:50


...." LA LISTA", mi gettai a terra velocemente e tirai fuori la scatola da sotto il letto, il cuore iniziò a battere forte,  talmente forte che lo sentivo in gola, avevo iniziato a sentirmi mancare il  fiato, aprii lentamente la scatola e mancava la scarpa dove era nascosta la mia lista.
Qualcuno l'aveva presa, era stata rubata.
"Chissà dove si trovava e chi l'aveva presa?, Perché fare questo gesto? Perché violare la mia intimità?", rimasi pietrificato, non riuscivo a muovermi dal pavimento, avvertivo solo il cuore battere sempre più velocemente, non riuscivo a capire chi fosse stato.
Provai a sdraiarmi per cercare di riflettere e calmarmi, ero in pieno attacco di panico ed ero solo in camera, così presi il cellulare e provai a vedere se Omàr o Lucrezia avessero risposto ai miei messaggi o se almeno li avessero letti, ma ancora nulla.
Guzmán ancora non era rientrato così provai a chiamarlo per sapere se lui avesse visto qualcosa o se fosse stato in camera, non conoscevo molte persone all'interno del dormitorio quindi non riuscivo a capire chi fosse stato.
Il cellulare squillava a vuoto, probabilmente era occupato così decisi di raggiungere i miei amici, sono sicuro che avrei trovato conforto nelle loro parole.
Uscii dalla camera sbattendo la porta alle mie spalle e cominciai a correre verso casa di Omàr, avevo bisogno di sfogarmi.
Corsi, corsi talmente tanto che non avvertivo nemmeno il freddo, ero uscito senza prendere nulla, avevo una maglia a maniche corte ma nonostante ciò non riuscivo a sentire nulla, solo il calore delle lacrime che scorrevano sul mio viso, per la delusione di chi sia stato a fare un gesto simile e perché mi sentivo nudo, qualcuno aveva il mio cuore in mano e mi sentivo vulnerabile, ed io detestavo quella sensazione.

Cominciai ad avvicinarmi a casa di Omàr, tanto che scorsi la sua figura appoggiata ad una macchina parcheggiata davanti al suo portone, era con qualcuno ma non riuscivo a capire chi fosse, rallentai per non farmi notare e mentre giungevo sempre di più vicino riuscii a capire chi fosse l'altra persona, era Lucrezia.
Stavano parlando dei miei messaggi, li stavano leggendo in quel momento quando spuntai alle spalle di Omàr, poggiandogli una mano sulla spalla lo feci sobbalzare, « Oh cazzo! Chi è?» esclamò girandosi immediatamente rimanendo con il cellulare con la mia chat aperta, « Sono io Omàr, scusatemi!!» dissi appena in tempo prima di sbottare a piangere nuovamente, « Che ti succede Ander? » disse Lucrezia correndomi addosso ed abbracciandomi calorosamente, non riuscivo a parlare, ero completamente bloccato, « Ander ti prego, dimmi cosa ti succede?» aggiunse Omàr portandomi all'interno del portone di casa sua, stavo congelando.
« Ander ti prego smettila e dicci cosa ti è successo?» insistette Omàr mentre Lucrezia continuava ad abbracciarmi ed a cercare di riscaldarmi, vidi Omàr togliersi il giubbotto e poggiarlo sopra le mie spalle,   «Qualcuno... qualcuno ha preso...» mi bloccai nuovamente, «Qualcuno ha rubato la mia lista» riuscii a dire tra le lacrime, « Di quale lista parli Ander, perché stai così? È solo una lista » disse Lucrezia accarezzandomi il viso tentando di asciugare le mie lacrime.
Presi un grande respiro cercando di calmarmi, cominciavo a sentire anche il freddo perché l'adrenalina stava scendendo, mi sentivo protetto dai miei amici ,« Mi hanno rubato un biglietto dove c'erano scritti dei miei pensieri » riuscii a malapena a rispondere, poi ripresi una grande boccata d'aria e continuai,  « Hanno preso anche la scarpa di mio padre, una delle poche cose che mi legano a lui... », cominciare a scendere nuovamente le lacrime, «Ander stai tranquillo, sicuramente sarà stato qualche sbaglio, oppure sono state spostate » disse Omàr asciungando le lacrime che solcavano il mio viso, stava tentando di calmarmi ma la mia testa era completamente altrove.

THE LIST | Arón Piper |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora