PRESENT13/11/19
h. 03.20Chiusi con violenza la porta dell'entrata alle mie spalle, "Andate tutti a fare in culo", le lacrime cominciarono a scendere, formavano grandi solchi sul mio viso, gli occhi bruciavano a contatto con l'aria che spostavo per la velocità che avevo acquisito, l'uscita sembrava essere sempre più lontana, volevo andarmene lontano da tutto e tutti.
Udivo degli urli arrivare dall'altro lato della porta, ma non avevo assolutamente voglia di girarmi per capire di chi si trattasse.
" Come al solito mi lascio sempre coinvolgere dalle persone sbagliate, ma non succederà mai più", arrivai all'entrata del locale, una grande folla era accalcata lí davanti, " Vi prego fatemi andare via da qui!", mi feci spazio fra le persone, "cosa ci fate tutti quanti qui fuori? Se foste stati dentro forse non l'avrei vista", finalmente riuscii ad uscire dall'ingorgo di gente.
Mi ritrovai in mezzo alla strada, lo sbalzo di temperatura cominciò da subito a farsi sentire, indossavo solamente una T-shirt ed un jeans, "perché cazzo mi ostino a vestirmi estivo quando siamo a novembre?", uno spiffero di aria gelida mi colpí sulla schiena, provocandomi brividi per tutto il corpo.
" Non ci credo! Non posso crederci che mi hai fatto questo", continuavo a ripetermi mentre camminavo a passo veloce, " Basta! Basta! Io non devo più cercarla", non riuscivo a fermarmi, le gambe avevano una vita propria, svoltai l'angolo e mi poggiai al muro lasciandomi scivolare lentamente verso terra fin quando mi ritrovai rannicchiato con le gambe sul petto.
Lasciai cadere la testa sulle ginocchia e incrociai le mani dietro alla nuca, " devo farmene una ragione, lei è così, non cerca relazioni e non rispecchia quello che ho scritto sulla lista, devo smetterla!".
Le lacrime tornarono a scendere, non riuscivo a controllarle, "cosa mi sta succedendo? Mi sembra troppo presto per avere una simile reazione, quella ragazza l'ho vista solo un giorno fa ed è riuscita a sconvolgere tutto quello per cui avevo lavorato".
Mi ero ripromesso di non aprire il cuore a nessuno che non avesse i requisiti della lista, " Sono un coglione perché lei non ha colpe, lei mi ha semplicemente usato e illuso lasciandomi il suo numero".
Infilai le mani nei capelli e mi chiusi a riccio, sbottai in un urlo liberatorio mentre le lacrime continuavano a scendere, " che cazzo l'ho creata a fare una lista se poi la prima che mi trovo davanti mi fa questo effetto?", tentai di asciugarmi la faccia invano.
" Sto perdendo tutti perché sono un coglione, scappo dalle persone che tengono a me e rincorro quelle che non mi vogliono, che cazzo di problemi ho?", cominciai a darmi dei piccoli pugni sulla fronte quando il suono del cellulare richiamò la mia attenzione, "sicuramente sarà Omàr che mi sta cercando e vuole sapere dove sono".
Non provai nemmeno a controllare chi fosse perché in quel momento avevo bisogno di stare da solo, avrei potuto reagire male.
" Devo smetterla di farmi del male, devo provare a mettere il mio bene al primo posto e smetterla di pensare che deludere le persone significa perderle", infilai una mano nella tasca solo per prendere una sigaretta.
Una volta scesa l'adrenalina il freddo tornò a farsi sentire, stavo tremando ma non avevo intenzione di tornare in macchina con Omàr e Lucrezia, non avevo voglia di dare spiegazioni del mio comportamento,
" devo farmene una ragione, anche lei mi ha usato come ha fatto Sol, d'altronde come fanno tutti, altrimenti non avrebbe cercato di abbordare un altro ragazzo, per giunta il mio migliore amico" cercavo di convincermi, " sicuramente crede che io sia un ragazzino e non vuole avere più nulla da condividere con uno che si fa paranoie continue ", avvertii che le lacrime stavano iniziando a scendere di nuovo quando degli urli in lontananza mi fecero sobbalzare, erano Omàr e Lucrezia.
"Adesso cosa vogliono anche loro da me? Mi sembrava di essere stato chiaro. Volevo stare da solo", le voci si fecero sempre più vicine fin quando non riuscii a distinguere anche cosa stessero urlando, «Ander dove sei?».
Sentivo i loro passi affondare sul marciapiede, mentre continuavano ad avvicinarsi sempre di più, "ma perché quando chiedo di stare da solo nessuno mi ascolta? Perché se li tratto male continuano a corrermi sempre dietro? ", iniziai a strofinarmi le braccia con forza per generare calore, sentivo sempre più freddo, "credo che questa sia la volta buona di mettere in chiaro tutto".
Con una spinta mi tirai su dal muro, nel frattempo le loro voci divenivano sempre più vicine, "Sono pronto ad affrontarli, devo tirare fuori le palle!"
Asciugai velocemente le lacrime che mi rigavano il viso e sbucai d'improvviso dall'angolo dove si stavano accingendo a girare, «Eccomi!».
Sobbalzarono entrambi, «Ehi amico che cosa ti è successo?» disse Omàr mentre cercava di riprendersi dallo spavento, « Sei corso via dal locale senza dire nulla » continuò, « No una cosa l'ha detta, mi ha mandata a fanculo senza motivo» disse Lucrezia inserendosi nel discorso a gamba tesa.
" Sta calmo Ander! Sta calmo", presi un grande respiro « Qualcuno vi ha per caso detto di seguirmi?» risposi con un tono severo, vidi Lucrezia che stava per rispondermi ma la bloccai subito alzando una mano, «Lucrezia quante volte devo dirtelo che fra di noi non ci sarà mai nulla? Quante cazzo di volte devo dirtelo che fra di noi c'è solo attrazione fisica ma io cerco altro? Quante volte?», continuai « Dimmelo, perché sembra che non ci sia altro in quella testolina oltre all'essere una bella ragazza, vuoi davvero farti usare? Ti piacerebbe sapere che la nostra relazione è solamente sesso? Solamente scopare e basta?», mi girai verso il muro e per il nervoso sferrai un fendente che mi fece stringere i denti "Non fa male! Non fa male!".
Non avvertii nessun dolore ma solamente una sensazione di calore, era sangue, stava cominciando a gocciolare dalla mia mano, «Ander sei proprio un grandissimo imbecille» mi rispose Lucrezia mentre i suoi occhi divenivano sempre più lucidi, «Non capisco perché hai questa mania di autodistruzione, riesci a rovinare sempre tutto», mi disse sbottando in un pianto.
Abbassai la testa ed iniziai a guardare il sangue che scendeva dalla mia mano, estraniandomi totalmente da quello che stava accadendo, " com'è possibile che io ora mi senta meglio? Dovrebbe fare male" continuavo a domandarmi mentre con l'altra mano iniziavo a toccare la ferita.
«Perché hai detto queste cose a Lucrezia?» sentii rimbombare questa frase nella mia testa, alzai gli occhi e ritrovai Omàr che mi stava strattonando per un braccio, «Ander, Ander vuoi rispondermi cazzo? Che ti sta succedendo?» capii che la domanda precedente era sempre stata la sua, gli scansai il braccio e gli diedi una spinta per allontanarlo, «Ander cosa diavolo stai facendo? Vuoi anche picchiarmi? Non ti basta aver trattato di merda Lucrezia?» continuò e riprese ad avvicinarsi verso di me.
Lo spinsi nuovamente « Omàr non ti avvicinare» gli risposi, « Perché cosa vuoi farmi amico? O forse è meglio chiamarti con il tuo nome dato che mi stai trattando di merda senza motivo?» continuò Omàr,
«È meglio se non ti avvicini», iniziai ad indietreggiare per evitare che la situazione degenerasse.
«Sono stanco! Stanco di essere sempre disponibile con tutti, stanco di non essere capito da nessuno, o che nessuno si fermi due minuti a chiedermi come sto. Sono stanco di stare attento a non deludere nessuno per la paura di rimanere solo, ma soprattutto sono veramente stanco di non poter essere me stesso» iniziai di nuovo a piangere, proprio come Lucrezia.
« Sapete cosa significa vivere la propria vita, ma non viverla a pieno per paura di essere allontanati dalle persone che ami? », ripresi «Ha fatto bene mio padre a lasciarmi da bambino per non vedere quello che sarei diventato: una nullità pieno di paranoie. Ha fatto bene Sol ad abusare di me perché ha capito subito che avrebbe frequentato un ragazzino pieno di problemi, come ha fatto bene...» mi stoppai improvvisamente, " fermo Ander non ne parlare, non di lei", Omàr era visibilmente scioccato, rimanere senza parole non era da lui, « Non sai quante volte invidio la tua bella famiglia, tuo padre, tua madre, tua sorella, la tua macchina, il tuo essere sicuro e determinato in ogni scelta che prendi», inavvertitamente mi asciugai le lacrime con la mano insanguinata, adesso avevo un lato del viso ricoperto di sangue, «Ander, sei sporco...» mi disse indicandosi la faccia, « Basta Omàr, veramente non ne posso più» mi girai di schiena poggiando la testa sul muro, sentii avvicinarsi qualcuno, posare le sue mani sulle mie spalle ed iniziare a sussurrarmi all'orecchio «Ander non sapevo stessi passando un periodo così, perché non me ne hai mai parlato? Ma non importa, io sono qui, sono un tuo amico» mi disse mentre cominciava a massaggiarmi con forza le braccia che erano diventate gelide, «Torniamo dentro, stai congelando» provò a farmi girare.
« Omàr lasciami solo e torna a cercare di scoparti quella ragazza bionda » gli risposi. Si bloccò immediatamente e rimase in silenzio qualche istante « Per favore non renderlo più difficile e torna da lei» aggiunsi cominciando a piangere singhiozzando.
Sentii scivolare le sue mani dalle mie braccia ed una voce femminile intervenire, «Tutto questo è per la ragazza bionda che stava con Omàr?», era Lucrezia che credevo si fosse allontanata mentre ero girato, «Rispondimi Ander, mi devi delle spiegazioni» avvertii i suoi passi avvicinarsi sempre di più a me, cominciò a picchiarmi la schiena con pugni e schiaffi, «Parla Ander! Devi parlare, è per quella ragazza?», chiese urlando, mentre mi prese dalla maglia e mi girò con forza fin quando non mi ritrovai faccia a faccia con lei, « Sei proprio un testa di cazzo ed io che ancora mi illudevo di poter avere una storia con te, Vaffanculo Ander!» mi disse e con una forza immane mi diede uno schiaffo in pieno viso per poi cominciare a tornare in direzione del pub con passo deciso.
«Ferma Lù! Fermati» sentii urlare Omàr che stava seguendo Lucrezia poco distante da lui, « Lascialo stare che è ubriaco, non crede davvero a quello che ci ha detto» continuò, presi coraggio ed urlai « Non sono ubriaco Omàr, sono solo stanco» e cominciai a correre verso casa.
Corsi via.
Corsi così tanto e così veloce che non avevo più la sensazione del tempo e della distanza che avevo trascorso, il fiato si fece talmente corto che scelsi di fermarmi.
Mi piegai in avanti e appoggiai le mani sulle ginocchia, cominciai a fare grandi respiri, " devo tornare a casa da mia madre, non torno più al college".*Spazio Autore*
Mi prendo questo piccolo spazio per ringraziare tutte le persone che stanno sopportando e supportando Ander. Grazie davvero
SaraTarroni mkdany
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THE LIST | Arón Piper |
FanfictionUn ragazzo. Una lista. La ricerca dell'amore, quello vero. Questa è la vita di Ander. Dalla Storia: ...decisi di distrarmi cominciando a scrivere i miei pensieri. Tutto quello che mi stava passando per la testa, tutto quello che realmente desider...