chapter I

1.9K 87 267
                                    

Inghilterra, 2012.

Harry scese dalla macchina e i suoi ricci vennero immediatamente scompigliati dal vento che tirava fortissimo.

Guardò in alto, davanti a lui.

Wow.

Non aveva mai visto un edificio più grande di quello in vita sua. Era meravigliato, ma allo stesso tempo anche spaventato. Era un castello enorme, avrà avuto chissà quanti piani, chissà quante stanze, chissà quanti passaggi segreti...

A quella visione si sentiva impotente.

Il cielo era di un colore grigiastro. Di lì a poco sarebbe arrivato un forte temporale.

Aprì il bagagliaglio e prese l'unica valigia che si era portato, perché, come lo avevano informato precedentemente, nel collegio non era possibile introdurre nessun oggetto. Ogni cosa necessaria veniva fornita da esso.
Divisa, scarpe e altri oggetti fondamentali.

Il padre, dopo aver chiuso la macchina con veemenza, raggiunse il figlio, che si stava già avviando per conto suo all'ingresso con il leggero bagaglio e che pensava al pessimo futuro che lo attendeva.

Aveva fatto coming out con i suoi genitori solo due settimane prima ed il suo mondo era stato stravolto.

Quelli, contrari, si erano subito informati su pratiche per curare l'omosessualità e la cosa migliore che avevano trovato era questo collegio religioso, che non era tanto distante da Holmes Chapel, circa due ore di macchina ed era isolato dal resto del mondo.

L'obbiettivo principale di quest'istituto non era solo quello di curare l'omosessualità, ma era anche un riformatorio per ragazzi socialmente inutili e pericolosi come spacciatori, piromani...

Sin dalla decisione dei suoi genitori aveva pensato di scappare, ma dove sarebbe andato? In fondo aveva solo sedici anni, andava ancora a scuola e non aveva né un lavoro né dei soldi da parte.

Sua sorella Gemma, inoltre, era a studiare all'estero e probabilmente sarebbe ritornata tra un anno o più.

Prima della sua partenza aveva tentato di convincere i genitori a non farlo andare in quel postaccio, pregandoli in ginocchio, dicendo che non avrebbe condotto più una vita del genere...
Insomma dicendo cazzate a cui non credeva nemmeno lui.

Il collegio era la sua unica opzione. Non aveva altra scelta.

Il padre raggiunse il figlio, lo precedette e bussò alla grande porta di marmo.

Dopo alcuni secondi, una suora venne ad aprire.

-Lei è il signor. Styles?- chiese, rivolgendosi al padre

-Corretto.- rispose, con sguardo impssibile

-Mi seguano.- e, mentre attraversava l'enorme ingresso, iniziò ad avviarsi verso le grandi scale.

-Dopo di te frocetto. Com'è che si dice? Prima le donne, no? - disse il padre.

Al ragazzo iniziarono a scendere le lacrime.

-Piangi pure femminuccia?- continuò ad umiliarlo, vedendo che stava riuscendo nel suo intento.

Immediatamente Harry si asciugò il volto ed entrò nell'enorme castello, preceduto dalla suora.

Dopo alcuni minuti passati su scale e attraverso corridoi e stanze enormi, arrivarono in un ufficio dove li attendeva la direttrice.
Era una suora sui settant'anni dallo sguardo agghiacciante, che indossava una divisa nera.

-Prego, si siedano- disse squadrando Harry dalla testa ai piedi, visibilmente schifata.

-Lui deve essere il ragazzo malato.- disse, evidenziando quest'ultima parola- Mi corregga se sbaglio.

Rinchiusi In Un SognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora