chapter X

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-Dovete aiutarmi a trovare i nostri amici finiti in isolamento.

Ci fu un breve momento di silenzio, causato dalla domanda inaspettata che Camila rivolse ai suoi nuovi amici.

Camila, stava letteralmente sudando freddo. Sapeva che era troppo affrettato chiedere ai suoi nuovi amici di accompagnarla ed aiutarla in una missione suicida.
E adesso, aveva paura del responso che le avrebbero dato. E se avessero raccontato tutto alla preside?

Questa sua tipica angoscia fu interrotta da una voce.

-Va bene.- rispose Dinah.

-ODDIO DAVVERO? Sei sicura?- chiese Camila, non credendo che al primo colpo sarebbe riuscita a far rispondere di 'sì'.

-Già, sei sicura?- chiese replicando Niall, con una faccia tra lo stupore e lo spavento, seguito da leggeri consensi di Liam. -Guarda che non sei obbligata.-

-Lo so. Ma pensate a tutte quelle persone che sono state rinchiuse solo perché quella troia biondina della Swift ha fatto i loro nomi, e adesso devono scontare dieci giorni d'inferno. Hanno bisogno di aiuto e io glielo darò. Con o senza di voi.- rispose decisa, lasciando tutti, anche Camila, a bocca aperta.

Dinah Jane era una ragazza molto comprensiva e soprattutto altruista.

La madre la abbondonò all'età di soli tre anni per una dose di droga. Continuò a vivere nella medesima piccola casa con il magnanimo padre e tutti i suoi fratelli e sorelle.

Purtroppo il padre morì di una malattia terminale quando Dinah andava alle medie.
Fu un brutto periodo, dove, stava veramente male e, affrontò il trauma con il cibo, iniziando a mangiare molto e, perciò, ad avere seri problemi alimentari.

Ogni giorno esagerava e si spingeva sempre oltre il limite.

Alle superiori, fortunatamente, riuscì a rimmettersi in sesto, dimagrendo di molti chili e ritornando la vecchia ragazza di una volta, sempre con il sorriso stampato sul volto.
Era molto orgogliosa di sé stessa, anche perché era entrata ed uscita da quel periodo buio, completamente da sola, senza che nessuno la aiutasse.

Pertanto, reduce della sua esperienza, iniziò ad aiutare le persone che avevano gli stessi problemi che lei aveva avuto in passato.
Motivava le persone, le aiutava a dimegrire e a ristabilirsi emotivamente.

Stava compiendo dei gesti che ogni essere umano dovrebbe compiere.

Le amiche che stava aiutando, però, venivano ancora bullizzate e schernite tutti i giorni, venendo chiamate 'balene', 'barili' e in molti altri modi spregievoli.

Un giorno, stufa dei tagli sulle vene di una sua amica, dovuti agli insulti, fece una rissa dove mandò tutte le cinque bulle in ospedale, diventando così l'eroina della sua scuola.

Dato che il suo fratello maggiore era maggiorenne, lei è il resto della famiglia, poterono continuare a vivere insieme sotto quel tetto stretto. Ma le decisioni morali erano state affidate alle s c uole frequentate dai ragazzi.

Pertanto quella di Dinah, aveva deciso di mandarla in un istituto correzionale fuori Londra, per.

Era là da circa due anni e aveva imparato, sulla sua stessa pelle, a sopravvivere in quel luogo.

-Hai ragione.- cambiò idea Liam, come se si fosse risvegliato da un sogno.

-PERFETTO!- esultò Camila, come una bambina a cui era appena stato dato un lecca-lecca
-Se siete tutti d'accordo-riprese- io proporrei di cercarli questa notte stessa. Sono in isolamento da ormai due giorni. Chissà cosa staranno passando poverini.

-Sì, la trovo un'ottima idea- concluse Dinah, seguita da consensi, ancora incerti, dei suoi due amici.

-Io avrei solo una domanda.- interruppe Niall. -Ma cosa avete intenzione di fare? Se li aiutiamo a scappare se ne accorgeranno e ci puniranno. Questo castello è peggio di una fortezza militare...

-La mia idea, infatti, non era quella di farli scappare, ma di vedere come stanno e se hanno bisogno di qualcosa.- spiegò Camila, cercando di chiarire i dubbi del biondo.

-C'è solo un piccolo problema- riprese- Io non ho la minima idea di dove siano.

-Tranquilla. Io si. Ci sono finita un paio di volte in isolamento e, ormai, ho imparato la strada.- disse Dinah, risolvendo in pochi secondi il complesso problema di Camila.

Dopo essersi accordati sul luogo e l'orario della missione notturna, si congedarono.

La sera, puntuali come un orologio, tutti uscirono dalle loro stanze, attenti a non farsi scoprire, e si fecero trovare nel posto sancito all'orario stipulato.

-Siamo al completo.- disse Camila, dopo che anche Niall fece la sua comparsa. -Andiamo.

Seguirono Dinah, prendendo numerose scale, attraversando altrettanti piani e corridoi, per arrivare, finalmente, al posto in cui si sarebbero dovuti trovare i loro amici.
Era uno scantinato lungo e buio, senza una luce nelle vicinanze o in lontananza.

-LAUREN? LAUREN?- Camila strillava per il corridoio.

-Camz, ma lo sai che siamo venuti per salvare anche gli altri e non solo Lauren?- chiese Niall.

-Ah... si.. giusto.- rispose Camila, fermandosi a pensare- LAUREN & CO DOVE SIETE?- riprese ad un tono più alto del precedente.

Cercarono per ogni cella, fino a quando, i cinque incolpati della rissa iniziarono a sentire dei rumori vicini.

-LAUREN? LAUREN & CO?- sentirono più nitidamente una voce, che man mano si avvicinava, diventando più chiara, più evidente...

-CAMZ? SEI TU?- chiese stupita e incredula Lauren, che aveva riconosciuto la voce.

-LAUREN!!- esclamò al settimo cielo Camila- Si sono qua!- riprese, avvicinandosi alla cella, dalla quale proveniva la voce di Lauren.

Dopo alcuni minuti di euforia, dove ognuno chiacchieravaa, anche se divisi da un muro con una parte specchio, con la persona che preferiva, passarono alle questioni più importanti.

-Come state?- chiese Dinah, dopo che si era assicurata che la sua "amica" Normani stesse bene.- Possiamo fare qualcosa per voi?

-Abbiamo bisogno di cibo.- esordì Louis- Non ci danno quasi niente da mangiare e, la merda che ci danno, è inmangiabile.

-Perfetto. Cercheremo di portarvi più cibo possibile domani notte. Stessa ora.- riprese Dinah- Adesso dobbiamo andare se no se ne accorgono. Cercate di resistere. Vi vogliamo bene.- concluse, mettendo una mano sul vetro che la divideva da Normani.

Detto ciò se ne andarono e, più attenti di prima, ritornarono nelle loro stanze.
Il giorno successivo, come programmato, sin dalla mattina, i quattro iniziarono a nascondere, senza che nessuno se ne accorgesse, un po' di cibo, in dei fazzoletti.
Erano, per la maggior parte, biscotti e pezzi di pane, anche perché diventava impossibile portare la minestrina, che servivano ogni volta.

La sera, dopo aver preso tutti gli alimenti accumulati nella giornata, si diressero, discretamente, nel luogo della notte precedente.

Ma non erano più soli.

Erano in dolce compagnia.

-Chi c'è laggiù?

SPAZIO AUTORE
Ciao a tutt*, spero stiate bene.
Spero, inoltre, che vi sia piaciuto il capitolo perché a me personalmente non tanto.
Mi farò perdonare con il prossimo capitolo, promesso! 🥺❤️

Rinchiusi In Un SognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora