chapter II

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Dopo un giorno trascorso in cattività come un animale, senza dormire, mangiando solo una pagnotta dura come la roccia, con le luci accese ventiquattrore ore su ventiquattro, il cancello della cella si aprì.

Era la direttrice.

-Signor Styles spero abbia capito che non deve più contraddirmi e che deve assolutamente rispettare le regole o temo che questo posto diventerà abitudinario per lei. Chiaro?

-Sì, signora direttrice.- rispose il ragazzo, con le poche forze che gli rimanevano. Era stata una pessima idea quella di mettersi contro di lei.

-Bene, adesso sorella Woody la scorterà nella sua stanza, dove si farà una doccia, perché puzza come un maiale. Una volta vestito, verrà portato da me e, insieme, andremo nella sala comune, dove conoscerà la signorina Cabello, la sua fidanzata. Inoltre la informo che, poiché la maggior parte dei residenti nel nostro collegio sono dei minorenni e, essendoci l'obbligo di frequenza scolastica, domani mattina alle otto in punto inizieranno le lezioni nell'ala ovest.

Detto ciò sparì. Il ragazzo fu slegato e successivamente condotto nella sua stanza dalla sorella Woody.
Si fece una doccia calda, per rilassare i nervi e, dopo dieci minuti, era vestito con la divisa.

La direttrice lo stava aspettando e, quando arrivò, andarono insieme nella sala comune. Era un luogo ampio con il soffitto alto. C'erano dei divani, delle sedie, dei tavolini con sopra dei giornali.

Si avvicinarono ad una ragazza latino-americana, appoggiata al muro, che Harry successivamente identificò come Camila.

-Signor Styles, questa è la signorina Cabello. Sarà la sua fidanzata durante il suo periodo di permanenza. Sono stata sufficientemente chiara?

-Sì, signora direttrice.

-Perfetto. Vi lascio. Arrivederci.- concluse con lo stesso tono freddo e distaccato con cui aveva iniziato la conversazione.

-Arrivederla.

Harry si girò e osservò per alcuni secondi la ragazza.
Era molto bella.
Dava l'impressione che fosse una di quelle persone timide, che si aprono solo con le persone di cui si fidano davvero.

Ci fu un silenzio imbarazzante. Nessuno dei due sapeva cosa dire.

-Em, piacere Harry- disse tendendole la mano.

-Piacere, Camila.- rispose stringendola.

Camila Cabello nacque nella capitale cubana, L'Avana, ma, per lavoro, la sua famiglia si dovette trasferire a Londra, quando lei era ancora una bambina.
Nei suoi primi anni, in Inghilterra, ebbe molta difficoltà a relazionarsi, perché veniva presa in giro per la sua non-conoscenza dell'inglese, ma, una volta imparato, lo sapeva meglio dei madrelingua stessi.

Le medie furono gli anni peggiori, come tutti immagino, ma fu lì che iniziarono a sorgere i primi dubbi sul suo orientamento sessuale. Vennero però repressi da lei stessa pensando che fosse solo 'una fase' che tutti hanno prima o poi.

Fu il liceo che le cambiò la vita.

Al secondo anno invitò una sua amica intima, da cui si sentiva attratta inconsciamente, a dormire a casa sua, per un pigiama party.

La serata andò bene, finché non degenerò verso le tre del mattino, quando la madre trovò la figlia che limonava la sua 'amica'.

Inutile dire che rimase pietrificata. Presa dalla rabbia, aspettò che l'amica della figlia se ne andasse il giorno successivo e, dato che aveva letto di quel luogo, la spedì, senza se e senza ma, al collegio.

La ragazza era lì da poco più del ragazzo e aveva imparato a tenere la testa bassa e a non contraddire le suore.

Dopo i primi minuti di imbarazzo, i due si conobbero meglio, raccontandosi del come e del perché fossero lì e parlarono fino all'ora di cena.

Avevano stretto un bel legame.

Harry stava morendo di fame, non mangiava da quasi due giorni.
Furono portati in una sala, dove consumarono il pasto che fu consegnato a loro all'entrata: una minestrina verdognola e della carne cruda, probabilmente scaduta.

Dato che il coprifuoco infisso era alle dieci in punto, ritornò nella sua stanza verso le nove e mezza e, anche se il giorno successivo avrebbe avuto scuola, non si addormentò subito.
Aveva troppi pensieri per la testa.

La giornata era passata abbastanza veloce e Harry ne era sorpreso. Pensava che le giornate sarebbero trascorse lente.
Molto lente.
Come una domenica in cui si sta a casa a fare niente o come un giorno estivo passato a leggere.

Adesso, però, aveva una nuova vita.
Si sarebbe mai abituato? Sarebbe mai uscito da lì? E con quella Camila? Poteva nascere effettivamente qualcosa? In fondo lui era stato con qualche ragazza...

I pensieri gli divorarono il sonno e all'una e un quarto era ancora sveglio.

Aveva deciso di provare a dormire quando qualcuno bussò in modo violento ripetutamente alla sua porta, come se la volesse sfondare.

Rinchiusi In Un SognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora