Capitolo secondo: Martedì

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Dante guardò il calendario sul suo computer.
Sua madre sarebbe venuta a trovarlo solo tra qualche giorno, quindi non c'era altra soluzione: doveva uscire a fare la spesa.
Portare le buste piene, per una persona senza macchina come lui, era un problema.
Per fortuna Dante aveva trovato la soluzione.
Aveva rubato uno dei mini - carrelli del supermercato e lo usava per trasportare la spesa fino a casa.
La prima volta, aveva avuto paura di essere beccato, ma dopo che si era allontanato dal supermercato il problema era bello che risolto.

Uscì dal portone di casa con il carrello sotto braccio.
La strada era una striscia grigio scuro, ed i palazzi erano di un grigio un po'più chiaro.
Unica nota di colore erano i pochi olmi ai lati del viale.
Era una bella giornata.
Il solicino primaverile bruciava leggermente la sua pelle pallida.
Dante strizzava gli occhi poco abituati alla luce del giorno.

Sembrava che andasse tutto bene, ma, quando finalmente uscì dal supermercato, l'uomo della security lo fermò. - Non può uscire con il carrello, signore. - Portava occhiali da sole ed una divisa nera.
Sembrava uscito da un film d'azione americano ed aveva in faccia un'espressione di marmo.
Dante era rosso come un peperone, si sentiva mancare il fiato. Che vergogna!
- Si sbaglia. - Replicò Dante con una vocetta sottile sottile, alterata dall'ansia. - Questo carrello è mio. Me lo sono portato da casa. Vede? - E indicò un punto del carrello.
C'era scritto, vergato con un pennarello indelebile, in stampatello maiuscolo: - Proprietà di Dante Rossi - .
Seguivano il numero di telefono e l'indirizzo di casa.
- Se ha problemi, guardi pure i video della telecamera di sorveglianza. -
Dante sgattaiolò via prima di suscitare altre domande, lasciando il tizio uscito dal film Scuola di Polizia con un palmo di naso.
- E anche questo supermercato me lo sono giocato. - Pensò Dante, mentre percorreva a ritroso il lungo viale alberato che lo conduceva a casa. - Ora dovrò andare in un altro quartiere a fare la spesa. -

Dante infilò la chiave nella toppa di casa con un sospiro di sollievo.
Rovesciò tutta la spesa sul tavolo, si stese sul divano e accese il cellulare.
Finalmente poteva rilassarsi un attimo.
Voleva vedere che ore erano.
Avvicinò il dito allo schermo del display per swippare.
Ma molto stranamente lo schermo si gonfiò.
Anche le icone del display si erano allargate.

D'istinto Dante ritrasse il dito dallo schermo e lo schermo tornò alle normali dimensioni.
Che cosa aveva appena visto? Era stato tutto uno scherzo della sua immaginazione?

Dante aveva visto qualche mail di fake news a proposito di batterie dei telefonini che esplodono all'improvviso. Una infinità di mani gonfie o bruciate dall'acido.
Con mano tremante provò di nuovo ad avvicinare il dito allo schermo e anche questa volta lo schermo si protruse nella direzione del dito.
Dante lasciò cadere il cellulare.

Da qualunque punto di vista lo si guardasse, questa cosa non era normale.
Lo schermo, quasi fosse gommoso, si era gonfiato e diretto nella direzione del suo dito.

Sentì le casse del computer che bippavano ritmicamente nella sua stanza.
Accese l'interruttore ed entrò.
Qualcuno aveva comprato qualcun'altro degli oggetti che aveva messo all'asta.
Stavolta si trattava di un cane imbalsamato/portalampada.
Dante non aveva idea di chi si potesse essere comprato un roito del genere.

Avvicinò il dito allo schermo del computer per leggere meglio .
Di nuovo, lo schermo si estroflesse verso la sua mano. Questa volta vide letteralmente il suo dito inghiottito dallo schermo, come se avesse affondato in una pozza d'acqua o di mercurio.
Fece un salto all'indietro.
Dante aveva ancora tutte quante le sue dita, ma era evidente che qualcosa non andava.
Il cuore gli martellava nel petto.

Forse era solo stanco. Aveva affaticato troppo gli occhi.
Sì...certo. Dovevano essere gli occhi.
Tornò in cucina. Si avvicinò al vecchio telefono attaccato al muro. Si trattava di un elegante telefono in bachelite. Era ricoperto di polvere e ragnatele.
Prese uno straccio. Dette una ripulita alla meglio. Stava già per prendere in mano la cornetta, ma ci ripensò.
Indossò un paio di guanti da forno, poi afferrò la cornetta.
Fece il numero.
- Pro...pronto? Do..dottore? -
- Sì, salve sono Dante Rossi. Qua..quando ha tempo per una visita? - Ascoltò la risposta. - Bè...sì...insomma...cio..cioè. Credo di avere qualche problemino alla vista. -

Finita la telefonata, Dante appoggiò la schiena al frigorifero e si rilassò con un profondo sospiro.
Il dottore avrebbe trovato cosa c'era che non andava e lo avrebbe guarito. Tutto sarebbe tornato come prima.

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