Capitolo Nono: Martedì

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Caterina smontò da sopra di lui, poi scese dal letto e accese la luce.

Per un po'Dante la guardò rivestirsi, ma il suo sguardo scivolò verso la finestra.
Il cielo era grigio, la visibilità era scarsa e in sottofondo si sentiva il rumore sommesso dello scroscio della pioggia.
- Io vado a casa - Disse Caterina, completamente vestita. - Ci vediamo settimana prossima? -
Dante fissò il soffitto senza dire niente.
-Ti va?-
Gli andava? Veramente?
Poi gli lanciò il cellulare sul letto. - Dovresti chiamare Violetta. Ti avrà lasciato 10 messaggi.-
Dante spostò lo sguardo sul telefono. -Prendiamo la pizza stasera, coniglietto? ^_^-
Dante si girò su un fianco e guardò verso la parete. La sua ombra ripeteva ogni suo movimento senza alcuna deviazione dalla norma.
Dante sentì il tonfo della porta che Caterina si era chiusa alle spalle.

Dante si alzò dal letto.
Rabbrividì, quando i suoi piedi toccarono le mattonelle fredde.
Percorse il corridoio grigio della sua casa grigia.
Non c'era altro rumore che lo scrosciare sommesso della pioggia e il cik ciak dei suoi passi.
Aprì lo sportello dell'armadietto e prese un barattolo.
Fece saltare il tappo con il pollice. Il tappo cadde su qualche mattonella grigia.
Si rovesciò in mano il barattolo e prese una manciata di pasticche.
Per un lungo momento si guardò in faccia, allo specchio. Poi si infilò tutte quante le pasticche in bocca e deglutì.
Ben presto tutto si fece buio.

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