Dante si era vestito bene, molto bene, pure troppo.
Indossava il suo vestito più elegante. Completo color crema, sciarpa bianca, persino un cappello a falda larga del nonno.
Si guardò allo specchio, poi guardò la sua ombra.
- Speriamo che il vestito le piaccia. è più di un anno che non esco con una ragazza. Come sto? -
L'ombra fece pollice in giù.
- Ma che vuoi saperne tu? -
Aprì la porta.
Il sole era quasi al tramonto e lo colpiva dritto negli occhi.
Per un attimo Dante ebbe un leggero senso di vertigine.
Sentì la terra muoverglisi sotto i piedi.
Un vuoto alla bocca dello stomaco.
Ma poi riacquistò coraggio. Mise in faccia una espressione decisa e piantò un piede fuori dalla porta.
- Non ti è permesso alcun errore, Dante! -- Non è vero. Ogni tanto cucino. Faccio in assoluto i migliori biscotti di avena del mondo. - Disse Dante. - Ma non li faccio spesso perché non è giusto... verso gli altri biscotti. -
Stava passeggiando a fianco di Violetta per riaccompagnarla a casa.
- AH AH AH. Mi fai morire da ridere. Deve essere il tuo personaggio. Anche il tuo vestito è così...hem...autironico. -
- Visto? A lei piace! - E Dante si voltò alla sua sinistra per fare una linguacia alla sua ombra.
Ma la sua ombra stava limonando duro con l'ombra di Violetta. Cioè, pomiciando davvero duro. Quasi sesso vestito. Le loro sagome che limonavano si distinguevano abbastanza bene alla luce del lampione.
- Che guardi? - Domandò Violetta.
- PERTERRAAA - Dante spinse la testa di Violetta e la direzionò verso il basso.
- èh? -
- Guarda per terra, questo marciapiede è davvero dissestato. -
Cavolo! Più si allontanavano dal lampione, più l'immagine delle due ombre attorcigliate si spostava in avanti.
Un'ombra stava sculacciando l'altra, ma Dante non avrebbe saputo dire quale.
- Siamo arrivati. - Disse Violetta sorridendo. - A sinistra c'è casa mia. -
- Cazzo! Proprio adesso! - Pensò Dante. Prese le mani di Violetta tra le sue, si spostò davanti a lei, poi a destra. Ora la ragazza volgeva le spalle alle ombre.
- Sono stato molto bene con te. Perchè non facciamo ancora qualche passo? Magari in questa direzione. - E cominciò a tirarla leggermente verso di se.
- Vorrei, ma domani mi devo alzare presto. - Violetta lasciò andare una mano di Dante.
Le due ombre stavano limonando proprio sulla porta bianca della casa di Violetta. Una delle due ombre sembrava stesse armeggiando con la maniglia.
- Allora continuiamo a diritto. Arriviamo solo fino alla prossima casa e poi torniamo in dietro. -
Violetta lasciò andare anche l'altra mano di dante. - Davvero, è tardi. Però anche io sono stata molto bene con te. -
Violetta si stava voltando. - Maledizione, devo trattenerla, almeno per un minuto. - Pensò Dante.
Dante la afferrò per impedirle di voltarsi e avvicinò il viso per baciarla.
Come accade spesso con i primi baci, all'inizio fù un disastro.
Calcolò male la velocità e le sue labbra picchiarono contro i denti di lei. Il naso di lui le finì in un occhio. Si fecero tutti e due male, ma solo per un attimo. Poi le cose migliorarono.
Violetta rispose al bacio. Era una sensazione tanto piacevole, era sapere che qualcuno ti accettava per quello che eri. Era come iniettare antidolorifico direttamente nel cervello. Ogni preoccupazione svani...
- Allora io vado. Buonanotte. -
Violetta si chiuse la porta di casa dietro le spalle.
- è? Cosa? Dove mi trovo?-Dante riprese contatto con la realtà dopo il lungo bacio. Si guardò attorno e le due ombre erano scomparse.
- è andata bene. - Disse Dante in un sospiro.
Nella casa, si accese una luce alla finestra. Due ombre si contorcevano sulla tenda in pose poco pudiche.
- Non posso credere che la mia ombra abbia più successo di me con le ragazze. -
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Abnormal
ParanormalQuesto racconto, da grande, voleva diventare un romanzo body horror. Ma, come spesso succede, la vita lo ha mandato su strade impreviste. Ha abbandonato gli studi e ora si accontenta di una piccola posizione nel busines del surreale. Il racconto par...