Fase 3: Risveglio - Max

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Grazie all'intervento e al sangue freddo di Max, Ash fu portato in un ospedale privato e operato d'urgenza. Riuscirono a trovare un posto all'ultimo minuto perché il proprietario, un vecchio amico di guerra di Max, aveva accettato di aiutarli in cambio di qualche favore. I dottori dissero che Eiji e Sing gli avevano molto probabilmente salvato la vita bloccando l'emorragia. Adesso però non potevano fare altro che aspettare: quando e se si fosse svegliato dipendeva solamente da lui.

Passò un'intera settimana prima che Ash riprendesse conoscenza per la prima volta, ancora troppo stordito dai farmaci e dagli antidolorifici per restare sveglio più di qualche minuto e riconoscere qualcuno. Anche i giorni successivi si risvegliò un paio di volte, sempre per brevi istanti e completamente confuso, ma i medici rassicurarono tutti dicendo che fosse normale dopo un'operazione del genere e che non c'era bisogno di preoccuparsi.

Dieci giorni dopo, finalmente, restò sveglio abbastanza a lungo da riconoscere ciò che aveva intorno. "Alla fine sono ancora vivo, eh?" pensò, mentre i suoi occhi cercavano di mettere a fuoco la stanza.

La prima cosa che notò fu che faticava a muoversi. Le sue braccia sembravano fatte di piombo, e anche sforzandosi non riusciva ad alzarle neanche di pochi centimetri. Odiava non avere il pieno controllo del proprio corpo, questa sensazione lo faceva sentire indifeso.

Ad un certo punto, nonostante la luce a cui i suoi occhi non erano ancora del tutto abituati, vide una figura di fianco al suo lettino.

«Max, sei tu?» chiese con un fil di voce. «Cosa diavolo mi è successo? Dove sono?»

«Si, sono io.» rispose Max, sollevato che almeno questa volta Ash fosse riuscito a riconoscerlo. «Sei nell'ospedale privato di un mio amico. A quanto pare hai una riserva infinita di fortuna, è un miracolo che tu sia ancora vivo.» spiegò. Ash si domandò se quelle che vedeva nei suoi occhi fossero lacrime vere o se le avesse solo immaginate.

«Come ti senti?» gli chiese Max.

«Mi sento come se fossi stato investito da un camion o qualcosa del genere.» ammise il ragazzo, mentre il suo viso pallido iniziava a riprendere un po' di colore. «L'ultima cosa che ricordo è che ero seduto in biblioteca.»

«Si, è dove sei stato trovato mentre ti dissanguavi.» lo informò Max con tono esasperato. «Non riesco a credere che non hai nemmeno provato a cercare aiuto. La prossima volta che hai intenzione di fare qualcosa del genere cerca almeno di avvisarmi in anticipo!» lo rimproverò. «Dio, ho quasi avuto un infarto quando mi hanno chiamato per dirmi cos'era successo. Sono troppo vecchio per queste cose.» disse, passandosi una mano tra i capelli.

«Ma si certo, non preoccuparti.» rispose sarcastico Ash. «La prossima volta che mi uccideranno ti manderò un messaggio dal futuro per avvisarti.»

«Se riesci ad essere sarcastico vuol dire che stai bene.» affermò Max con un mezzo sorriso, avvicinandosi alla porta.

Aveva ancora diverse cose di cui occuparsi, in più grazie a suo "figlio" era da giorni che non riusciva a dormire. Aveva dovuto trovare un ospedale sicuro dove portarlo, lontano da tutti i suoi nemici che avrebbero potuto approfittarsi dello stato in cui era. Aveva anche avuto parecchie discussioni con il suo vecchio amico di guerra, il proprietario dell'ospedale, per convincerlo a falsificare la morte di Ash e tutti gli altri documenti che ne seguivano. Per farlo gli aveva promesso molti favori, e non solo a lui, infatti era riuscito anche ad ottenere una nuova carta d'identità, passaporto, documenti e il resto. Oltretutto, visto che teoricamente Ash era già stato dichiarato morto una volta, aveva fatto pubblicare sul suo giornale un articolo riguardante delle lotte fra gang di New York, richiamando, apparentemente in maniera casuale, la sua morte, per riconfermarla a chi ancora non ci credeva.

«Dove stai andando?» gli chiese Ash, vedendolo uscire dalla stanza.

«Sto andando a dire alla persona che ti ha salvato quella diavolo di vita che ti sei svegliato, finalmente.» rispose, sempre con una traccia di rimprovero nella voce. «Quel ragazzo giapponese ti ha aiutato anche se era ferito a sua volta. Di nuovo. Fammi il favore di comportarti bene e ringraziarlo a dovere questa volta.»

Ash alzò gli occhi al cielo e lo salutò distrattamente. Poi il pieno significato delle parole di Max lo travolse e si ritrovò paralizzato dall'incredulità.

"Non può essere vero." pensò. "Eiji è... è qui??"

Another Missed Flight || Banana FishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora