Strada Tortuosa Verso Una Nuova Alba - parte 1

1K 90 57
                                    

Quando Ash si risvegliò, una tempesta si stava scatenando sulla città di New York, come a voler rispecchiare il tumulto di emozioni presenti dentro di lui. Speranza e felicità, disperazione e paura, frustrazione e sconforto, sollievo e preoccupazione. "Ci stanno alla perfezione" pensò Ash sarcastico.

Enormi nuvole scure stavano coprendo il cielo, illuminato ancora per poco dalla debole luce del sole, nascosto da qualche parte. Tutto questo insieme creava dei giochi di colore mozzafiato sulla città. Ad Ash pareva quasi che il cielo stesse sanguinando, e la luce rossastra che si faceva largo nella sua stanza attraverso le grandi finestre sembrava volergli ricordare il mondo violento a cui apparteneva.

Eiji non era più lì con lui. "Ovvio che non è più qui..." pensò Ash amareggiato, anche se gli aveva promesso che non se ne sarebbe andato. "Non preoccuparti, non mi muoverò da qui" gli aveva sussurrato, poco prima che lui si addormentasse. Il suo viso sembrava talmente preoccupato e pieno di compassione mentre diceva quelle parole, che Ash gli aveva creduto senza dubbi al momento.

Era egoista da parte sua, ne era consapevole, ma in fondo aveva veramente sperato che Eiji sarebbe rimasto al suo fianco. Si chiese perché qualcuno come Eiji sarebbe dovuto rimanere per qualcuno come lui. Era sempre così gentile, amichevole e innocente... avrebbe potuto facilmente fare amicizia con chiunque, quindi perché avrebbe dovuto scegliere una creatura senza cuore come Ash... un mostro, un assassino? Non aveva senso che volesse stare al suo fianco.

"Fanculo!" pensò. Aveva fallito nel proteggerlo, lo aveva persino quasi ucciso, cazzo! Era colpa sua se Eiji era finito su una sedia a rotelle, doveva tenersi a distanza da lui se non voleva procurargli altro dolore. Era meglio così, anche se faceva male. Lo avrebbe solamente trascinato nell'oscurità con sé, finendo per farlo ammazzare... Non poteva lasciare che tutto ciò accadesse.

La sua ultima cazzata era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Persino Eiji non lo avrebbe perdonato questa volta. Aveva probabilmente aspettato che si svegliasse, e dopo aver saputo che stava bene se n'era tornato in Giappone, come avrebbe già dovuto fare da tempo. Sicuramente non glielo aveva detto perché era una persona fin troppo buona e non aveva voluto rattristarlo troppo, nel patetico stato in cui si trovava.

Diamine, non si sarebbe mai aspettato che, tra tutte le persone, proprio Eiji lo avrebbe trovato a dissanguarsi in biblioteca. Era sempre stato bravo a capire cosa sarebbe successo, ma quel giorno non si era curato di niente... Che idiota, come aveva potuto fare questo ad Eiji? Non c'era da meravigliarsi che se ne fosse andato.

Perso nei propri pensieri, sobbalzò dalla sorpresa quando Max entrò nella sua stanza, per poi imprecare a causa del dolore che quel movimento improvviso aveva comportato. Merda, non lo aveva nemmeno sentito arrivare dal corridoio... Odiava essere preso alla sprovvista. Tutti quegli antidolorifici gli stavano annebbiando la mente e soprattutto i suoi sensi, ed era grazie a quelli che era riuscito a sopravvivere fino a quel giorno. Ora si sentiva così patetico e debole a dover in continuazione fare affidamento agli altri per qualsiasi cosa.

«Ti senti bene?» gli chiese Max preoccupato. «Sembri veramente pallido.» Poi vide la faccia di Ash contratta dal dolore, anche se il ragazzo stava cercando di non darlo a vedere, e si rese conto della situazione. «Non mi hai sentito arrivare, non è così?».

«Sta zitto! Sto bene.» rispose lui testardo, alzando i suoi occhi verdi al cielo. «Ma... non ho ancora recuperato il pieno controllo del mio corpo.» ammise riluttante dopo qualche istante. «Non mi sento tranquillo così.»

«Non preoccuparti, nessuno sa che sei qui.» lo rassicurò Max. «Questo è l'ospedale privato di un mio vecchio compagno di guerra. È sicuro.»

Ash sembrava ancora dubbioso, troppo abituato ad aspettarsi sempre il peggio dalle situazioni, e rimase in silenzio per qualche minuto. Poi finalmente trovò il coraggio di fare a Max la domanda che gli frullava per la testa già da un po'.

Another Missed Flight || Banana FishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora