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Il soffio del mare.

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Me lo ricordo come un giorno d'estate particolarmente caldo. L'aria torbida e senza vento aveva fermato il volteggiare frenetico degli ombrelloni color pistacchio ed i granelli di sabbia non vennero a trovarmi nemmeno verso sera, quando la brezza salata gli aiutava ad entrare nel bar. Ero solito finire i turni per ultimo, non solo perché ero io il proprietario di quello sgangherato stabile ma perché da giorni vedevo passeggiare sulla riva un ragazzo.

Era esile, un po' impacciato nel camminare ma riuscì subito ad attirare la mia attenzione. Passava di lì ogni notte alla stessa ora, accompagnato da un tenero gatto da un pelo bianco come la luce della luna ma mai incantevole quanto la figura del suo padrone, che con passi lenti e ben precisi, si lasciava guidare dalle calme onde del mare. Li osservavo parlare tramite piccoli gesti, sedersi a volte sul bagnasciuga e guardare in alto, senza mai staccare lo sguardo. Passavano minuti in silenzio, solleticati dalla schiuma che accarezzava i piedi del biondo e le zampine del gatto. Se sospiravano o sorridevano non potevo ancora dirlo con certezza, ero sicuro però che se ne stavano lì per molto tempo. Quando si alzavano - lui sempre goffamente - lo facevano per riprendere la strada che li avrebbe riportati probabilmente a casa.

Avevo lasciato ancora la musica accesa. Ero riuscito a comprarmi un amplificatore ed una rete wi-fi. Ero davvero soddisfatto dell'acquisto ed amavo particolarmente lasciare la mia playlist di musica classica. Suonava "Kiss the rain" di Yiruma. Quella sera ci misi molto a riempire il distributore delle bibite inserendo quelle che mancavano per finire la fila, data l'afosa giornata, i clienti ne comprarono davvero tante! Riattaccai la spina, cosicché poterono stare tranquille al fresco e credere che fosse ancora inverno. Passai poi la scopa, sbracciandomi per riuscire ad arrivare da tutte le parti con pochi passaggi. Detestavo quando tornando indietro per spazzare via la sabbia, ne ritornava dell'altra. Tuttavia, feci veloce quella sera e diedi subito dopo lo straccio. La sabbia sembrava tutta concentrarsi a sostenere il ragazzo sulla riva.

Asciugai poi il banco e coprii con i teli la macchinetta del caffè e quelle per i sorbetti. Rimisi al loro posto le posate e i piattini. Riempii infine un sacchetto con le pizzette e le brioche ancora non assaggiate per portarle a casa e consumarle. Non avevo fatto ancora cena, non ero abituato ormai più a mangiare ad un orario dignitoso e finivo così col gustarmi sempre le stesse pietanze dopo la mezzanotte; facendo la "colazione" con i gufi e le falene. Non mi lamentavo del mio lavoro o degli strambi orari che facevo perché anche se non ne andavo fiero, non mi dispiaceva affatto concedermi un momento alla solitudine della notte, d'altronde, avrei potuto far fare il mio orario ad un qualsiasi mio dipendente. Dopotutto, essere imprenditore era tutta un'altra vita.

Non mi accorsi nemmeno del tempo che era passato e mi asciugai la fronte con un fazzolettino una volta finito di sistemare tutto. Sospirai, cercando con le dita le chiavi che tenevo appese vicino all'appendi abiti nello spogliatoio. Una volta arrivato alla porta mi cambiai gli infradito con le scarpe che lasciavo sempre nel retro. Spensi la musica, le luci e andai via con la busta di carta fra le mani. Il ronzio della lampadina e il calmo sottofondo mi costrinsero a sbattere gli occhi per abituarmi al suono delle onde. Corrugai il volto, credendo di essermi scordato qualcosa. Ne ero certo, eppure non mi veniva in mente nulla... spalancai gli occhi e mi voltai con uno scatto!

Mi stavo per dimenticare di te quella sera, sai?

Che abbracciato dal buio, con quella leggera giacca che ti cadeva pesante sulle spalle, te ne stavi seduto su una brandina ad osservare il manto scuro della notte, portatrice delle luci più belle e per fortuna mi voltai girato l'angolo, sorprendendoti sorridere ed aprire le braccia. Capii solo poi il perché di quel gesto: un soffice soffio d'aria fresca ti travolse facendoti ridere, come se ti avesse toccato per davvero e fatto il solletico o raccontato una sua esilarante figuraccia od una barzelletta divertente.

Scompigliò anche i miei capelli dopo poco, sai?
Ma non me ne accorsi, mi soffermai per minuti ad ascoltarti.

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In color marisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora