10.

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Sapevo che avrebbe pianto.

~ ~

È arrivato l'autunno e il mare ha cambiato aspetto e movenze, come anche tutta la sua fauna. I granchi, ad esempio, invece di camminare liberi e tranquilli sulla riva, ora se ne stanno nascosti bene bene sotto la sabbia. I pesci rimasti hanno invertito la loro rotta per tornarsene indietro verso un posto più colorato e ricco di luce, lasciando vuota e priva di vita la nostra costa. Il mare sta perdendo la sua unica bellezza e incapace di ribellarsi, con gli anni ha imparato ad adattarsi. Capì che passati quei freddi mesi, lui sarebbe ritornato a essere incantevole e richiamare su di se l'attenzione di tutti.

Volevi viaggiare Jimin e dopotutto, chi ero io per fermati?
Sei andato via come quei pesci, portando con te tutte le stelle più belle, tutte le nostre impronte che ora, la sabbia, vorrebbe fervidamente riavere.
Dove sei? - Urla - Dove è l'altra ombra?
Non posso mentirti e quindi sì, non sto affatto bene Jimin, non sono più io da quando hai preso quella barca senza nemmeno accorgerti che fra tutta quella folla che si dimenava e sbracciava in aria le mani sulla riva, c'ero anche io, che piangevo e sorridevo allo stesso modo con la tua gatta. L'hai lasciata a me chiedendomi di prendermene cura e sai, sapevo che sarebbe riuscita a piangere finalmente, dopo mesi, quelle immaginarie lacrime che vedevo, si mischiarono con le mie fra la spuma del mare.

Mi hai ringraziato per averti dato il coraggio di andartene, di scavalcare il muretto con le sole tue mani e di vedere il mondo con occhi nuovi, diversi, i tuoi. Volevi da sempre conoscere tante persone e le loro storie, nuove culture e nuove lingue, per comunicare con la sola forza della voce. Io ne ero felice, per te, che sei riuscito ad amarti e a guardarti con i miei, di occhi ma purtroppo amore mio, non potrò mai dirti di stare bene. La mia felicità deriva dalla tua ma averti lontano e non sentire la tua risata con il canto delle onde od il tuo sguardo perso verso l'alto, concentrato a vedere il tuo riflesso nel cielo notturno, mi distrugge Jimin e sento una forte mano che mi stringe in continuazione il cuore. Ti sto scrivendo queste righe seduto sul bagnasciuga, con la tua gatta che se ne sta ferma, vicino a me, ad ammirare la vastità del male che per metà ci circonda. Ha smesso di girare per la spiaggia, non lo fa più da quando è rimasta sola. Non so di preciso perché sto riempiendo questo foglio, non penso che te lo invierò mai al tuo nuovo indirizzo, quindi è solo una perdita di tempo e sono a conoscenza di questo.

Scendo in spiaggia ogni sera, come eravamo abituati a fare e ricordo ancora le tue ultime parole, letteralmente strane e che ancora mi fanno corrugare il volto cercando disperatamente di interpretarle:
"Ricordati del soffio del mare".
Mi hai salutato così, baciandomi sulle labbra per vari minuti, come se non avessi voluto mai staccarti da me e dannazione, neanche io avrei voluto lasciarti andare senza replicare, senza provare nemmeno a fermarti.
Mi avevi sorriso, lacrimando e io già piangevo ma non emisi nessun verso per non farti capire che avrei sofferto tanto anche in futuro. L'ho fatto per farti andare via tranquillo e senza alcun peso nel petto.
La tua gatta invece aveva iniziato a miagolare, a strillare, tenuta ferma da me in braccio. Una volta lontano ti abbiamo visto salutarci con una mano per poi iniziare a correre e liberarti finalmente delle lacrime, stringendoti con le tue braccia per ricordare il calore delle mie.
L'estate è finita purtroppo e anche io lo sono, sfinito e finito, rovinato, rotto, distrutto, con il cuore che galleggia sul mare in cerca del tuo dall'altra parte dell'oceano.
- Min Yoongi

«Meow»
Sento alle mie spalle e finisco di impregnare su quella carta un punto, voltandomi a guardare la gatta, in piedi, su quattro zampe, quasi come se avesse visto qualcosa di strano fra le onde.
«Cosa c'è micia?»
Le chiedo, spontaneamente, spostando lo sguardo da lei, al mare, non capendo cosa avesse notato di tanto strano, dato che non c'era niente di diverso fra le onde.
«Meow»
Continua, chiudendo gli occhi e deglutisco senza rendermene conto, ammirando di nuovo l'immensa vastità d'acqua salata che non mi lascia respiro. Sospiro. Decido di alzarmi e appena provo a rivolgergli le spalle, un soffio fresco mi scompiglia i capelli.
Poi una dolce risata si va a posare nelle mie orecchie e un caldo abbraccio mi riscalda il cuore, mentre due morbide labbra bagnano le mie.

«Oh Jimin...»
Sussurro, con gli occhi chiusi e un sorriso in volto e il tutto durò solo una manciata di secondi, giusto il tempo di sentire sulla mia pelle il soffio del mare toccarmi.
«Ti amo»
Dico, immaginandomi una tua mano ora stringere la mia e per la prima volta, vedo che la tua gatta mi accarezza un polpaccio, alzando poi lo sguardo sul mio e mi sembra quasi che volesse sorridere, o sono io che sto solo continuando a capire male.

Fine

In color marisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora