Il mio riflesso nei tuoi occhi.
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Poi una sera ti portai a fare un giro in barca. Non era mia, anche se avrei voluto tanto averne una e l'affittai per te, per noi, per farti viaggiare sul mare e sentire la brezza fresca fra i capelli. Quanto sorridesti quel giorno e cercasti anche di catturare le onde con le dita, ridendo quando una per scherzare ti bagnava, lasciandoti gioire in bilico sulla prua. Eri meraviglioso Jimin, coraggioso e forte, più di me, che per paura di farti scappare, solo dopo settimane riuscii a parlarti e nemmeno a causa mia ma fu il temporale a decidere che era ora di conoscerci.
«Hyung» mi richiamasti poi, con il viso appoggiato sul mio petto e le tue fragili mani che mi abbracciavano la schiena, mentre da sdraiato sulla barca io ancora ti ammiravo al mio fianco. Eravamo l'uno accanto all'altro e ti tenevo stretto a me, quando tu arrotolasti le tue gambe alle mie come eri abituato a fare seduto sulla sedia. Preferivo riempirmi gli occhi di te, che eri più bello di quel cielo stellato.
«Mh?» dissi, vedendoti poi alzare di poco il volto, giusto per riuscire a guardarmi.
«Di che colore sono i tuoi capelli?» non mi avevi mai chiesto di descrivermi.
Sospirai, spaventato, con il terrore negli occhi. E se ti fossi veramente allontanato da me poi? Ti avrei lasciato andare via o avrei cercato di fermarti?
Oh Jimin, stavo tremando per davvero, forse te ne eri pure accorto: non ero degno nemmeno di guardarti negli occhi, di ascoltare le tua bellissima voce e di toccare le tue morbide mani e ora mi avevi chiesto di mostrarmi? Perché non tenere tutto segreto? Perché doveva finire tutto quanto... ero innamorato di un angelo, di te e speravo ti poterti andar bene, di piacerti e che buffo, che ridicolo, che uomo senza cuore ero! Ti avrei distrutto Jimin, tu eri nato per brillare, non per rimanere con me, fra la luce della luna e quella del mare!«Neri» ti risposi e non seppi nemmeno con che coraggio lo feci, sentendo poi una tua mano iniziare ad accarezzarmi i capelli.
«I tuoi occhi?» mi domandasti e lo vidi quel tuo sguardo, così concentrato a immaginarmi, a dipingermi e io ero troppo preoccupato per accorgermi del tuo rossore sulle guance e del tuo cuore correre. Ero troppo preso dai tuoi, di occhi, che continuavano a esaminarmi, da capire che anche un angelo era in grado di innamorarsi di un uomo comune come me.
«Credo marroni, mia madre dice che con il sole diventano chiari e quasi color oro ma solitamente sono scuri, Jimin» dissi, deglutendo, non sopportando più il tuo viso così vicino e il tuo corpo completamente abbandonato sul mio. Avrei giurato che nei tuoi occhi, strani colori stavano incominciando a mischiarsi. Non feci caso nemmeno alle tue mani, che con gentilezza erano ora passate ad accarezzare il mio, di volto, cosicché nella tua mente fossi riuscito a fotografarmi.
Io avevo paura Jimin, paura che mi avresti lasciato, solo, a fare passi sulla riva senza veder dietro di me i tuoi e quelli della tua gatta, che ancora, dopo giorni e settimane, mi pareva che volesse solo piangere.«Sei freddo...» mi dicesti poi, sorridendomi, ritraendo la tua mano con uno scatto e io rabbrividii, poiché senza nemmeno farci attenzione, quel tuo tocco leggero mi aveva letteralmente incantato. Ritornai alla realtà quando ricominciasti a toccarmi il naso, per poi passare a sfiorarmi le labbra con un dito.
«Ho una pelle molto chiara e si, anche fredda»parlai, non volendo neanche, oramai la mia mente e il mio cuore mi avevano conquistato. Non potei che arrendermi al loro volere o forse... o forse uno era appena riuscito a sconfiggere l'altro? Non ragionavo più, ero in balia delle onde, su quella barca nel mare aperto. Il cuore era riuscito ad azzittire la mia mente. Ci stava provando da tempo ormai ma aveva perso ogni battaglia. Sei stato tu Jimin, a dargli l'opportunità di riuscire a infilare la bandiera in quella terra desolata. Aveva scacciato ogni pensiero, era il solo organo pensante all'interno del mio corpo.«Sei... sei bellissimo» sorridesti e io persi tutti i battiti che ancora possedevo, spalancando la bocca. Probabilmente mi tinsi completamente di rosso, un po' come te, che ora, sotto la luce della luna, ti stavi mordendo un labbro per togliere l'imbarazzo e sai?
Ti guardai negli occhi Jimin vedendo il mio riflesso e quasi quasi lì mi pareva d'essere bello, l'avevi per caso fatto tu quel magnifico quadro?
«S-sono... sono cosa?!» balbettai, poiché no, non poteva esser vero, non potevi credermi bello! Quanto avrei voluto che in quel momento ti fossi potuto guardare allo specchio... dannazione piccolo, eri meraviglioso, più bello del colore del mare che varia giorno per giorno!
«C-credo... credo di amarti, Yoongi... n-no, ne sono sicuro» il mio cuore Jimin, lo sentivi anche tu vero? Come veloce aveva iniziato a correrti dentro il petto?
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In color maris
Fanfiction[COMPLETA] «Di che colore è invece il mare?» ~ ~ • Tutta scritta sotto il punto di vista di Yoongi • Yoonmin • Storia breve • Angst • Fluff [capitoli pubblicati: 10/10] - - - ¡Storia inventata da me @romitaggio: non copiare, tradurre ecc... senza il...