Sette mesi di interminabile attesa si erano susseguiti dall'oscurità del 2 maggio 1998, eppure il professore Severus Piton giaceva ancora immobile, avvolto in un sonno senza fine. Ogni giorno, senza eccezione, Hermione Jean Granger, la brillante studentessa di Hogwarts, si recava al San Mungo, il santuario di speranza e disperazione per i maghi malati e feriti, nella speranza che il famigerato docente si risvegliasse finalmente dal suo torpore. Sedeva accanto al suo letto, su una sedia logora e scomoda, scrutando il volto pallido e immobile del professore con una determinazione che sfidava il tempo stesso. I minuti trascorrevano come ore mentre lei osservava il suo petto alzarsi e abbassarsi nel ritmo regolare della respirazione, sperando che un giorno quell'andamento mutasse, segnando il risveglio imminente di Piton.
Nelle sue mani, stretto con fervore, un libro. Non un semplice passatempo, ma un compagno di vita nei lunghi giorni di solitudine accanto al capezzale del professore. Ogni due giorni cambiava libro, immergendosi nelle pagine con una passione che non conosceva limiti. I libri erano la sua fuga, il suo rifugio, la sua speranza di risvegliare qualcosa anche nell'animo chiuso del professore. Leggeva di giorno e di notte, lasciandosi trasportare dalle parole che danzavano sulle pagine, pregando che il loro incantesimo potesse raggiungere anche lui, intrappolato in un sonno senza fine.
Ma non era solo la speranza di risvegliare il professore che la spingeva a continuare, giorno dopo giorno. Era anche il bisogno di tenergli compagnia, di essere lì quando finalmente avrebbe aperto gli occhi e si sarebbe ritrovato nel mondo reale dopo tanto tempo. Lui, il professore tanto temuto, così solo e vulnerabile nel suo sonno senza fine. E così lei rimaneva al suo fianco, con la speranza nel cuore e un libro tra le mani, pronta ad accoglierlo nel suo risveglio.
E finalmente, quel giorno tanto atteso arrivò. Un lamento, appena udibile, proveniva dal letto accanto al quale era seduta da sette lunghissimi mesi. Il suo cuore si contrasse in un sussulto di gioia mista a paura mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Finalmente, il professore si stava risvegliando.
Le sue mani tremavano mentre afferrava la mano del professore, come se temesse che potesse scomparire se la lasciasse andare. E poi, gli occhi del professore si aprirono, incrociando i suoi con uno sguardo che le parlava di dolore e speranza, di paura e risolutezza. Non riusciva a trattenere la gioia che le riempiva il petto, e due lacrime solcarono il suo viso, una testimonianza silenziosa del lungo viaggio che aveva affrontato per arrivare a quel momento.
"Certo che si è preso comodo, professore," cercò di nascondere la sua gioia dietro un velo di ironia, ma le sue parole tradivano l'intensità delle emozioni che la pervadevano.
"Oh Godric, cosa ho fatto per meritarmi la presenza di questa saccente grifondoro," rispose il professore con una smorfia che tentava maldestramente di nascondere la sua gratitudine.
E così iniziarono a parlare, i due soli nel grande mondo che li circondava. Hermione raccontò al professore tutto ciò che era accaduto in quei sette mesi, dalla fine della guerra alla ricostruzione di Hogwarts, fino al loro incontro. Raccontò delle sue speranze e dei suoi timori, delle lunghe notti trascorse accanto al suo letto, nella speranza che un giorno lui potesse riaprire gli occhi e ritornare tra loro.
Ma il professore non era l'unico ad avere domande. Anche lui voleva sapere cosa fosse successo mentre giaceva immobile nel suo sonno senza fine. E così Hermione raccontò, con voce ferma e occhi lucidi, di come lo aveva trovato in fin di vita, e di come aveva fatto tutto il possibile per salvarlo. Raccontò di come aveva trovato un antidoto nel suo mantello, e di come lo aveva fatto ingoiare, sperando che potesse ristabilire il delicato equilibrio tra vita e morte che aveva rischiato di rompersi per sempre.
Ma il professore non sapeva cosa pensare di tutto questo. Era grato per essere stato salvato, certo, ma anche confuso e spaventato da tutto ciò che era successo. Non sapeva se potesse fidarsi di lei, della sua gentilezza e della sua determinazione a salvarlo. E così rimasero lì, due anime in bilico tra il passato e il futuro, legate l'una all'altra da un filo sottile ma resistente di speranza e gratitudine.
E quando Hermione si alzò per andarsene, lasciando il professore da solo con i suoi pensieri, lui sapeva che non avrebbe mai dimenticato quel giorno, né la ragazza che lo aveva salvato dalla morte certa. Perché anche se il suo cuore era ancora pieno di domande senza risposta, sapeva che aveva ricevuto una seconda possibilità, un'altra occasione di vivere e di amare in un mondo che sembrava essere caduto a pezzi intorno a lui. E per questo, non avrebbe mai smesso di ringraziare Hermione Jean Granger, la ragazza che lo aveva salvato dalla morte e gli aveva restituito la speranza di un futuro migliore.
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Una petulante e saccente so-tutto-io |completa|in revisione|
Fiksi PenggemarLa guerra è finita. Harry ha vinto. Voldemort è morto. Molti sono sopravvissuti. Piton è in coma all'ospedale, ma il mondo non si ferma. I ragazzi tornano ad Hogwarts per il loro ultimo anno. Una ragazza in particolare era rimasta profondamente segn...