Eren pov's
La donna appena apparsa alla porta, si avvicinò con fare materno,
- Come stai caro? - udì debolmente la sua voce, le parole mi si gelarono in gola e non gli arrivò mai una risposta, tutto divenne nuovamente buio.Hanji pov's
Ero impegnata a scrivere un nuovo capitolo del racconto quando il telefono squillò allegro, risposi quanto prima,
-pronto?- dall'altra parte non si udiva alcun suono, pensai che avessero sbagliato numero di telefono, riprovai
-chi parla? - rumori appena percettibili arrivarono dall'altra parte e poi - Eren- sussurrò una voce, che però non assomigliava per niente a quella di Eren e ciò mi lasciò stupita, finsi comunque niente,- pronto Eren! Che bella sorpresa pensavo fossi a scuola! Come va? - ancora silenzio dall'altra parte, la cosa non mi piaceva neanche un pò.
Chi era quell'uomo e cosa ci faceva in casa sua?-Hei Eren tutto bene? - provai ancora, dovevo capire cosa fosse successo, un sussurrò mi strinse in cuore -No- e il telefono venne riattaccato.
Non ci pensai neanche un secondo, non avrei permesso a nessuno di fare del male ad Eren, per me era un'altro figlio.
Misi il giubbotto e corsi velocissima verso casa sua, per fortuna abitavamo a meno di cento metri, quindi fui li in un lampo, mi tornarono utili il doppione delle chiavi di casa che mi aveva dato molti anni addietro, la spalancai con un tonfo e mi diedi un occhiata intorno, sembrava tutto apposto nessuno si era intrufolato per rubare niente.
E poi eccolo lì, al centro del salone, un ragazzo che non avevo mai visto, poco più basso di me, dai capelli neri e gli occhi taglienti che sembravano di acciaio, ricordava in maniera impressionante Mikasa.
- Tu chi sei?- domandai con una certa fretta,
-Chi sei tu- rispose bruscamente, ma solo una domanda mi tornava in mente,
- Dov'è Eren? Mi hai chiamato tu? - , sembrò tornare con i piedi per terra - Eren! Non sta bene è a scuola-,feci segno di aver capito e lo lasciai li mentre correvo verso scuola " Chi sei? " volevo tanto ottenere una risposta ma c'erano faccende più urgenti da sbrigare,
arrivai a scuola il prima possibile e assieme al preside mi fiondai in infermeria, il castano era disteso su un lettino alla sinistra della stanza, luminosa grazie ad un enorme finestra.
- Come stai caro? - vidi il suo volto irrigidirsi dallo sforzo di tentare di parlare, i suoi occhi improvvisamente rotearono e svenne.
Corsi, con in cuore che batteva all'impazzata, vicino al suo letto e gli presi la mano tra le mie, iniziava ad essere bollente e la cosa non mi piaceva.
L'infermiere mi si accostò - Ha preso una brutta febbre, la sua costituzione è robusta però non capisco come si sia potuto ridurre in questa maniera- specificò tutto d'un fiato,
- Temo sia dovuto ad uno sforzo sia psicologico che fisico, non so con esattezza cos abbia ma gli ho misurato la febbre.. È molto alta tocca i 40 gradi- disse con tono grave, la mia presa si fece più stretta ed iniziai a piangere, gocce bollenti solcarono il mio viso.
- Sarebbe meglio che lo portasse a casa, se non dovesse riprendersi le consiglio di andare in un ospedale- mi porse delle medicine che afferrai con mano tremante.
Mi feci aiutare dall'infermiere a portare Eren fino al taxi che ci avrebbe portato a casa, si stava stretti ma il viaggio fu molto breve.
-Non preoccuparti caro, ti riprenderai sono sicura- sussurrai ad un Eren semi cosciente.Entrai a casa con lui poggiato sulla mia spalla, faceva un enorme fatica ad ogni passo. Il ragazzo che mi aveva chiamato, appena entrammo, fece poggiare Eren alla sua schiena e lo prese in braccio.
Possiede una notevole forza.Mise Eren nel letto e si accostò ad osservarlo, li passò una mano sulla fronte, spostandogli alcuni capelli incollati dal sudore. Assistevo alla scena poggiata allo stipite della porta, mi avvicinai al letto.
- Ti starai chiedendo chi sono, vero? - mi domandò in ragazzo pallido, mentre delineava il viso di Eren con le sue dita fine. Era innegabile che mi continuassi a porre quella domanda.
-Posso solo dirti che sono un amico di Eren, ti sarei grato se non facessi altre domande-, a quel punto fu più che chiaro tutto il contesto, oh Eren, si sempre libero di amare. Il ragazzo andò a prendere una bacinella d'acqua fredda e delle stoffe.
Insomma era più che ovvio che non si era intrufolato in casa, a giudicare dalla sua preoccupazione per il ragazzo, non c'era semplice amicizia tra di loro.
Tornò poco dopo, mise li stracci a bagno, strizzandone uno e poggiandolo delicatamente sulla fronte dell'altro.
-Piacere, sono Hanjie Zoe comunque- mi squadrò un attimo prima di rispondere
-lei è la madre di Armin? - , rimasi stupita dal fatto che lo conoscesse.-Si sono proprio io -, vide il mio sguardo interrogatorio e capì.
- Mi chiamo Levi - ,sorrisi, Levi, che nome particolare aveva il suono di un nome già sentito, nome di origine ebraica eh? A quel punto tutto coincise, tutte le domande che mi ero internamente posta ebbero le proprie risposte.
Perché mi ha chiamato? Perché non è andato lui? Perché non è venuto ad aiutarmi? Perché non l'ho mai visto in giro? Perché si comportava come se stessero per ucciderlo da un momento all'altro?
- Vuole un tè? - udì domandarmi con voce fredda, probabilmente era il suo modo per ringraziarmi.
- Volentieri - , fece un cenno con la testa e scese a prepararlo, rimasi accanto al ragazzo, ora profondamente addormentato.
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Warten auf die Dämmerung •Ereri/Riren•
FanficAttenzione! Warning! BoyxBoy! Don't like? Don't read! "Avevo paura di perdere molto, ed infine rimasi con niente. Ma da quel niente trovai il mio tutto." -Eren Jeager, ventunenne soldato durante il regime nazista si ferisce gravemente in guerra ed è...