capitolo 3

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Pov's Eren
È passata una settimana e la voce del fatto si era ormai sparsa per il quartiere, finalmente mi sono chiarito con mia madre e lei non sbraita ogni qual volta gli accenno alla mia ormai imminente partenza per il campo d'addestramento militare, anche se oggi siamo tutti ansiosi cerchiamo di rendere questa giornata piacevole come mio ultimo ricordo prima di partire, manca poco, parto domani mattina.

La notte la passiamo senza chiudere occhio vicino al fuoco mentre beviamo una cioccolata calda, ho invitato anche Armin a passare la notte a casa mia e lui ha accettato molto volentieri.

All'alba sentiamo bussare alla porta, segno che il comandante è arrivato, mia madre apre con sguardo impassibile mentre Mikasa mi posa lo zainetto con i miei effetti personali in spalla. Esco di casa e trovo Hanji,Erwin, Christa,Connie e Sasha davanti la porta, prima di poter dire qualcosa mi ritrovo in un abbraccio di gruppo, in fondo stavo per partire per un intero anno.
Armin mi si avvicina
- Qualsiasi cosa scrivi, lo sai ci sono sempre per te -.
Lo saluto con un abbraccio, Mikasa mi stampa un altro dei suoi baci
-Eren, ti voglio bene
-Anch'io Mikasa.
Mia madre scoppia in un pianto liberatorio e mi strinse in uno dei suoi affettuosi abbracci.
- Sta attento figlio mio, scrivimi ogni tanto
Gli sorrido e le do un bacio in fronte.
- Tranquilla non preoccuparti.

A quel punto il comandante sorridendo, mi prese sotto braccio e mi accompagnò al carro che, sotto i saluti e le lacrime di tutti, partí .

Skipe time

Sono arrivato da poco al campo, lascio tutte le mie cose in "camera" (se così si può chiamare una camera da 3x3 metri con un letto a castello e uno singolo e un misero armadio), che condivido con altre tre persone, prima di recarmi in sala addestramento.
Arrivato aspetto pazientemente chiamare il mio nome per essere smistato nella squadrone d'addestramento.

- Eren Jeager. 104°squadra, sotto il comando di Zeke Jeager.

Non ci posso credere, tra tutte le persone dovevo proprio capitare nella divisione del mio fratellastro. Si, Zeke Jeager è il mio fratellastro, mio padre prima di sposarsi con mia madre è stato con un altra donna per volere dei suoi genitori, prima di sposarsi con essa i genitori erano morti e lui quindi era libero di mettersi con Carla, mia madre , ma lei per vendicarsi della sua preferenza lo ubriaco e ci fece sesso rimanendo incinta. Mio padre si prese comunque cura di quel bambino mandando i soldi alla donna ogni mese o al figlio quando lei morì.

- Eren Jeager che piacere rivederti- disse lui con aria beffarda
- Non si può dire lo stesso-
- Ah.. e così facciamo gli insolenti eh. 100 giri di campo. ORA-
sbuffai e senza dir nulla iniziai a correre.
Ritornai in camera sfinito, saltai persino la cena e dopo essermi fatto una doccia veloce nei bagni mi buttai sul letto.
- Non si saluta neanche più?!-

Sobbalzai a sentire la voce, solo dopo mi resi conto dei due ragazzi sul letto superiore.
-Oh.. scusatemi non vi avevo notato. sono Eren-
- Ah già il ragazzino che si è fatto 100 giri di campo il primo giorno. Hahahaha che spasso sei proprio un idiota -
- Ah Jean dovresti essere più gentile - fece l'altro tirandoli un pugnetto sulla testa.
- Ciao Eren, io sono Marco e quello scorbutico è Jean -
squadrai il ragazzo moro e lentigginoso dagli occhi dolci e poi quello scorbutico dai capelli biondo cenere e la faccia da cavallo.
Lui sbuffando si mise sotto il lenzuolo
-'notte-
Marco scosse la testa in segno di disapprovazione.
-Notte ragazzi-
-Notte- Dissi mentre Marco spegneva la lampada ad olio e io mi arrotolavo nel letto.

#18 aprile 1936#

- E bravo il nostro Eren! sei diventato proprio forte sono così orgoglioso. Non vedo l'ora di vederti grande così portai prendere il mio posto. Non lo crede anche lei caposquadra Zeke? - Parlava il colonnello Pixie mentre mi dava colpetti sulla schiena.
-Si, certamente-
rispose con un sorriso forzato.
Dietro Jean lo imitava facendo ridere Marco e gli altri ragazzi.

- Allora Eren rifai il percorso altre 10 volte-
Ma un primo soldato arrivò correndo con una lettera in mano
- Mi scusi caposquadra ma ho una lettera per il sign. Eren Jeager-
Senza lasciargli il tempo di finire la frase gliela strappai di mano.
Era tutta macchiata e sporca di lacrime.

"x Eren Jeager. da: Mikasa Jeager
'Eren mamma è morta, si è ammalata di tifo per il troppo lavoro. Non voleva che tu lo sapessi. Mi dispiace. Non preoccuparti ci penso io a tutto. Fai attenzione'".
Lasciai la lettera cadere e rimasi immobile.

Perché? le avevo detto che ci avrei pensato io a mandare i soldi, non c'era bisogno di lavorare tanto! Perché?

- Devo tornare a casa. Ora. Mia madre è morta-
presi la lettera e la misi in tasca.
- Mi dispiace Eren. Non so che dire. Ma mi rincresce farti sapere che non puoi lasciare il campo serve un permesso -
mi disse dispiaciuto il colonnello.
- Non mi importa io devo andare-
- Vai stupido ragazzino. ma non tornare.-
disse Zeke con un sorriso vittorioso
-bene. benissim-
-No! Lui rimane non preoccupatevi.
Ora va a lavarsi la faccia e torna - accorse ed intervenne Jean.

Mentre mi portava al interno del edificio mi sgridava
- Ma sei impazzito?! Se tu te ne vai Zeke avrà vinto e tutto il tuo lavoro sprecato. Mi dispiace per tua madre ma se ti licenzi come aiuterai tua sorella? Non ci hai pensato eh genio! Ascoltami, ora tu torni di là e fai vedere a tutti che sei il migliore. aiuterai tua sorella e renderai orgogliosi i tuoi genitori. -
Mi sorrise e io lo abbracciai, era scorbutico è irritante ma sapeva consolare ed era un ottimo amico.

Tornai in campo per mia sorella. E per mia madre.

Warten auf die Dämmerung •Ereri/Riren•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora