"Fra le alpi austriache"

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<Ricordo quel giorno... Quel dannato giorno come se fosse ieri...>

Alexander si svegliò nella sua camera da letto, carico per un'altra giornata di lavoro nella banca di famiglia. Non appena stava per mettere un piede fuori dal letto, ecco che piomba in camera sua sorella minore Hanna, che subito lo salutò.
I due erano quasi coetanei, Alexander aveva appena compiuto i diciotto anni mentre Hanna ne aveva quattordici e stava per avviarsi sui quindici. Erano molto affiatati, amavano entrambi i libri ma non gli stessi generi ovviamente.

Con Otto il fratello maggiore, avevano un rapporto molto distaccato per via sia del suo comportamento molto maturo e responsabile.
Sarebbe toccato a lui mandare avanti gli affari di famiglia, per questo si atteggiava in tal modo. Al contrario di Alexander ed Hanna. lui non aveva un grande amore per i libri infatti diceva spesso ai due:
<Preferisco vivere la mia vita che altresì leggere delle favolette per bambini....>

L'ispettore guardò Alexander e posò la penna mentre scriveva ciò che lui narrava, per poi domandargli:
< Era davvero una bella famiglia la tua, posso dedurre che ne eri affezionato. Ma allora perché hai messo fine alle loro vite?>
Alexander si scrocchiò il collo, per poi rispondere a John con tono quiete:
<Non li uccisi io, se mi lascia raccontare in pace e come le dissi poc'anzi. Glielo rammendo non voglio essere interrotto, in cambio gli racconterò tutto ciò che succedette dal 10 Gennaio del 1878 fino a oggi... erano questi i patti giusto?> l'ispettore senza dir nulla chinò il capo per riprendere a scrivere.


< Buongiorno fratello!> Disse Hanna con tono sprizzante d'allegria, Alexander gli rispose con un bel sorriso non prima di essersi stropicciato gli occhi:
< Buongiorno a te... dai esci dalla mia stanza che devo vestirmi per andare in banca, poi chi lo sente nostro padre se faccio tardi...>
Hanna, con un fare molto timido e insicuro gli disse:
< Oggi... è il tuo compleanno e volevo regalarti questo.>
Gli porse un pacco rivestito con una carta color blu intenso, Alexander tolse la carta regalo aprendo poi il pacco vedendone il contenuto, era un cappello nero a falda larga
< Lo vidi tre settimane fà a Bolzano, svolgevo delle compere con nostra madre e lo notai. Pensavo che ti stesse bene!> gli disse Hanna sorridendogli per poi continuare:
< Sai, l'altro cappello che porti di solito è oramai vecchio e logoro, francamente non ti stava molto bene... >
Alexander le rispose con tono sorpreso ed allegro: <Scherzi sorellina? Lo adoro!> abbracciandola con molto affetto.

Una volta che Hanna uscì dalla stanza Alexander iniziò a prepararsi, il suo vestiario era il solito: Una camicia bianca, gilet rosso e soprabito nero. Scese le scale vedendo che già suo padre e Otto erano pronti da un pezzo
< Alexander, sei il solito ritardatario! Dobbiamo andare in banca! Magari si aprisse da sola...> Disse suo padre spazientito per l'orario tardo che si stava facendo,
< Lo so che è tardi e me ne rammarico padre, le chiedo solo un' ultimo atto di cortesia. Mi faccia prendere quel libro che sto leggendo e partiamo subito!> rispose Alexander di fretta.
< Ma figliolo, non fai colazione?> disse sua madre.
<Si è fatto tardi! E non possiamo prodigarci oltre, il tempo è la peggiore nemica del mondo madre. Non si preoccupi mangerò in paese.> e subito uscì di casa.

Si diresse verso la stalla dove i cavalli erano stati sellati dallo stalliere che lavorava in quella dimora. Alexander salì velocemente sul cavallo color nero, nella manovra però gli stava per cadere il suo libro ma Otto lo prese al volo e salì sul suo cavallo color marrone, dando poi il romanzo ad Alexander
< Sei sempre con quei libri!> sbuffò Otto che gli diede un pugno sulla spalla in segno di scherzo.

< E con ciò? Mi piace leggere... e poi in banca mi annoio.> controbatté Alexander, subito Otto gli disse sempre con molta ironia, la quale era molto rara da parte sua,
< Chi non si annoia li?>
<Ovviamente io!> rispose il padre e tutti e tre si misero a ridere.
Una volta arrivati in paese e aperta la banca i tre iniziarono a lavorare. Fare conti, documenti, timbrare insomma la solita routine.

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