Capitolo n.10 Riflessione

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Suona la campanella fine dell'intervallo, vado in classe mi metto al mio posto e fingo di ascoltare la lezione come sempre penso e ripenso, se mi merito tutto questo penso proprio di si, perché chiedere una vita felice e troppo, chiedere di non fare dei danni, dei casini non causare del male agli altri e troppo, non essere me è troppo difficile, ho cercato di cambiare ma ho solo peggiorato le cose. Mi chiedo se merito davvero di vivere. Voglio rendere felice gli altri ma come ? Se sono la prima a non esserlo, cerco di fare il meglio ma ottengo solo il peggio. Suonano le varie campanelle delle ultime 3 lezioni, preparo lo zaino e anche questa volta mio padre non può venire. E mia mamma nemmeno. Vago da sola, non so manco io dove andare, e non mi interessa un gran che, prendo il cell metto le cuffiette alzo il volume al massimo e mi sento per un attimo bene, ma non basta prendo una sigaretta e tutto sta volta passa. Mi calma, mi libera la mente e i pensieri negativi spariscono.
Mi sento toccare da dietro, abbasso il volume della musica mi giro ed è Lollo.
"Dove stai andando tutta sola?"
- Da nessuna parte. -
"Ti va di venire con me? Senza nessuno dei miei amici però."
- Si, va bene. -
Iniziamo a parlare. Nel mentre ci incamminiamo non so dove, ma seguo lui.
"So che cosa e successo con Axel, mi dispiace e solo un coglione. Non pensavo fosse così. Ma evidentemente non lo conoscevo bene. So che non stai bene, ti si legge sul viso. Ma sappi che io per te ci sarò finché potrò."
- Grazie davvero tanto. -
E l'ho abbraccio forte, mi scende una lacrima. Lui mi sorride e mi asciuga con un fazzoletto delicatamente il viso. E mi dice che non devo piangere perché sono una ragazza forte. E che qualunque cosa mi succedeva lui c'era. Era pronto ad ascoltarmi e ad esserci sempre per me. Così io è lui ci siamo incamminati verso il "Famila" un piccolo centro commerciale dove comprarci da magiare, io non avevo tanta fame ma lui mi costringeva a magiare perché voleva che stavo bene anche fisicamente. Nel me mentre abbiamo parlato e scherzato, mi sono divertita con lui e davvero un ragazzo simpatico. Si fa tardi ci salutiamo e torno verso casa. Continuo a parlarci per messaggio, arrivo a casa ed entro vado in camera mia, e la prima cosa che faccio e buttarmi sul letto sono stanca sfinita, dico a Lollo che non c'è l'ha faccio più a massaggiare e che ci vedevamo domani a scuola. Erano le 19:00 mangio cena mi lavo, mi metto il pigiama e vado a dormire. Sono morta, non sento più il mio corpo, sogno. Sono in una stanza vuota senza nessuno e una stanza tutta bianca ci sono solo io, c'è un tavolo con vari oggetti sopra (un temperino, forbici, cutter, lamette) c'è uno specchio davanti a me mi guardo sono con un vestito bianco e la mia pelle e leggermente rosata quasi come se fossi morta, sul mio braccio ci sono le mie cicatrici, il mio riflesso nello specchio cambia sono sempre io ma con più segni su tutto il corpo in mano ho tutti i vari oggetti che erano sul tavolo, guardo nella direzione del tavolo e non ci sono più. Cerco di svegliarmi ma non ci riesco, decido di rompere lo specchio e cado dentro il vuoto. Il buio più totale. A quel punto davanti a me c'è un mostro più che un mostro ero io, era come stavo dentro.

Riesco a svegliarmi sono a terra sul pavimento non mi muovo resto immobile.

Ho solo delle cicatrici e un sorriso falso sul viso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora