Panna e Piume

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Marzo volgeva al termine e l'aria frizzante riempiva gli studenti di Hogwarts di voglia di divertimento. Fortunatamente i Malandrini erano all'opera per organizzare qualcosa per il primo aprile; non era stato facile trovare il tempo di pensare anche a questo con tutti i compiti che avevano, ma alla fine riuscirono a ritagliarsi qualche ora il lunedì sera.

"Quindi abbiamo deciso?" Chiese James emozionato. I suoi amici annuirono, Remus compreso.

"Stranamente sembra che questa vostra idea non rischierà di uccidere nessuno, sono sbalordito." Commentò il ragazzo dagli occhi ambra sdraiandosi sul suo letto con uno sbadiglio.

"Tranne i diabetici." Ribatté Sirius.

"I diabetici hanno già il destino segnato: non si può vivere senza cioccolato." Replicò Remus facendo ridere tutti i suoi amici.

Il giorno successivo fu pieno di impegni più del solito dal momento che i Malandrini dovettero impostare le basi del loro piano. Per questo la sera del 31 marzo i ragazzi si ritrovarono nel dormitorio maschile del quinto anno a cercare di finire tutti i loro compiti.

"Una cosa non ho ancora capito." James alzò gli occhi dal suo tema di difesa contro le Arti Oscure assegnato dal professor Walker, lui e Sirius avevano da poco finito gli allenamenti e non si erano ancora tolti la divisa. "Perché la Maledizione Cruciatus non ha funzionato quella sera?"

"Evidentemente erano tutti pessimi, e comunque non credo che una Maledizione senza Perdono riesca bene al primo colpo." Rispose Remus chiudendo il suo libro di Antiche Rune.

"No, per eseguirla basta volerlo e loro lo volevano." Replicò Sirius voltandosi lentamente verso Star che fingeva ostinatamente di essere troppo presa dalla sua lettura. "Star si è presa il suo dolore." Spiegò il giovane Black ricordando quanto vissuto nella sua vecchia casa.

"Cosa intendi? Star, è vero?" Domandò James agitandosi.

La ragazza prese un respiro profondo e chiuse il suo libro lanciando uno sguardo di rimprovero a Sirius. "Si, è vero. E' una cosa che ho scoperto di poter fare a casa Black; prendermi il dolore degli altri... stranamente posso farlo anche su me stessa... Posso portarmi via il dolore, lo sento, ma come se colpisse solo il mio corpo e non me. Però quando prendo il dolore di qualcuno... sono costretta a prenderlo nella sua interezza e a subirlo completamente." Spiegò lei. "E' tutto quello che so. Ogni tanto vado in infermeria a provare a migliorare questa capacità."

"Quando lo prendi agli altri lo devi provare tu?!" Si stupì Sirius. "Ma allora questo inverno..."

"La Cruciatus di quei ragazzini era solletico in confronto a quella dei tuoi ex parenti, già." Commentò lei con un lieve sorriso.

James, Remus e Peter la fissavano profondamenti sconvolti da quella rivelazione.

"Forse dovresti raccontarci cosa è successo questo inverno." Mormorò James.

"Pensavo che tu e Sirius vi foste tenuti in contatto con gli specchi." Sospirò lei.

"Si, ma non so nemmeno io cosa ti hanno fatto." Insistette Sirius.

"Niente fino a quella sera." Rispose la ragazza, gli occhi cobalto fissi sulla copertina del libro tra le sue mani.

"Davvero? Nemmeno mio padre?" Continuò Sirius.

"No, anzi, mi ha dato la possibilità di esercitarmi come si deve, diciamo che dopo quello che avevo visto non mi stavo preoccupando molto di trattenermi... insomma... se avessi fatto esplodere la stanza almeno avrei riempito un po' di fuliggine i suoi vestiti." Scherzò Star.

La Fatica di Crescere - 5° annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora