Capitolo 5

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Feci passare la notte senza pensarci troppo. Ero una ragazza che non si aspetta nulla e non ci diedi particolarmente peso. Il giorno dopo appena sveglia risposi al suo messaggio e non sembrava vero, strano pensare a quanto sia buffo sorridere guardando semplicemente un display. Avevo la giornata piena all’università . Mi ero vestita senza fare colazione come era mio solito fare. Avevo troppe cose per la testa e stranamente cominciai a dare peso  a quel messaggio. Rispose dopo qualche ora ed io ero ferma alla fermata del bus. La giornata procedeva e a pranzo decisi di rispondergli. Eravamo disinvolti come possono esserlo due perfetti sconosciuti ed ero felice. La pizzeria era piena ed io avevo gli occhiali da sole, faceva esageratamente caldo ma d'altronde era la metà di luglio.

‘’Ar?’’

Mi voltai, era una voce già sentita e da quel momento mi accorsi che l’avrei sentita per molto altro tempo. 

‘’cosa ci fai qui?’’ domanda più stupida che potessi fare. Era diego.

‘’Sono qui per lo stesso tuo motivo, cosa prendi?’’ sorrise.

tra una pizza e un’altra parlavamo di tutto. C’era troppa gente in quel piccolo locale, ma in quel momento esistevamo solo io e lui. Ridevamo e scherzavamo come due grandi amici che si conoscevano da una vita. Stavo bene. 

‘’Ti va di fare un giro?’’

‘’ E dove vorresti andare?’’

‘’Ti porto a respirare la libertà, cancella tutti i tuoi impegni.’’

Per una volta decisi di non fare più la brava ragazza. Staccare la spina per un po’ mi avrebbe fatto bene.  Il vento ci sfiorava i capelli e quel giro in moto che sapeva di libertà durò abbastanza per capire quanto volevo lui più di qualunque altra cosa. Amavo il modo in cui mi faceva sentire, accarezzava le mie guance e mi guardava come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto.

‘’hai dei bellissimi occhi.’’

Non sapevo cosa dire. Restai in silenzio, non volevo rovinare nulla.  Lui si avvicinava e lentamente mi baciò. Il bacio più bello che avessi mai assaporato. Lo scenario non era niente male, eravamo noi due, una moto e il tempo continuava a scorrere senza che noi ce ne rendessimo conto. Avevo trovato una fetta di felicità. Avevo paura ad amare quel momento, come se avessi paura di godermelo e finì che a quel ricordo mi affezionai anche troppo.

Perché tu, nonostante tutto, eri l'unica cosa di cui avevo bisogno. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora