Passarono mesi della fuga di Matt in Inghilterra intanto si avvicinava il mio compleanno e la mia laurea. Soffocavo i pensieri con le parole scritte sui libri e con gli ordini al caffè. La sera divenne la solita un anno prima. Io sul mio balcone, con una sigaretta, del te e le luci di quella città che mi sembrava sempre più buia. Una di quelle sere mi arrivò una telefonata. Una telefonata da un numero sconosciuto e speravo fosse Matt dopo mesi e mesi passati nella mia solitudine. Con speranza accettai quella stana telefonata.
‘’bambolina…’’
Bambolina? Era il nome con cui mi chiamava sempre Francis, mio padre.
‘’mi scusi, con chi sto parlando?’’
‘’Ari sono io, tuo padre.’’
Una lacrima mi scese lungo il viso. Era papà. Non sapevo cosa dire, la mia voce era bloccata, le mie mani tremavano e il te si stava lentamente raffreddando.
‘’pronto…’’ disse l’uomo nel cellulare.
‘’non ricordavo nemmeno la tua voce papà. Dove sei?’’
‘’Bambolina, sono in ospedale. Ho chiamato tua madre per sapere se volevi ancora parlare con me dopo tutto questo tempo. Mi dispiace, mi dispiace tanto. Non potremo recuperare mai il tempo perso.’’
Mi crollò il mondo sulle spalle, la sigaretta che avevo nelle mani cadde a terra.
‘’dove sei?’’
‘’nell’ospedale fuori città.’’
Chiusi immediatamente la chiamata. Afferrai le chiavi, il mio pacchetto di sigarette, il cappotto e uscii di casa. Chiamai il primo taxi che trovai appena uscita dall’appartamento e chiesi di andare subito in ospedale. Eravamo nella stessa città io e mio padre e non ci siamo mai ritrovati. La testa mi esplodeva e il cuore era arrivato alla gola. I miei occhi era colmi di lacrime ero felice ma allo stesso tempo mi domandavo: perché ora? I minuti in taxi sembravano interminabili. Giunti li mi catapultai fuori da quella macchina e corsi a cercare mio padre che anni e anni prima si era perso a comprare il gelato. Un’infermiera mi accompagnò da lui era attaccato ad un apparecchio. Mi avvicinai e ritrovai in lui i miei stessi occhi. Scoppiai a piangere, la stanza era piena di gente che non conoscevo ma questo non mi importava e gli presi la mano.
‘’bambolina, come sei cresciuta.’’
‘’perché non mi ha più cercata? Perché non sei più tornato?’’
In quel momento papà mi racconto tutto. Del problema della mamma con la droga e del suo odio nei suoi confronti. Mi disse che non mi aveva mai dimenticata. La mamma non voleva farsi aiutare, lui aveva già ritrovato l’amore e questo lo spinse a fuggire. Mi raccontò della sua nuova famiglia, presente in quel momento vicino a noi, e mi manifestò il suo dispiacere. Certo, quello che ha fatto io non lo dimenticherò mai. Mi ha fatto male tutta la vita la sua assenza e ma ormai non importava più. Mio padre era lì, vicino a me e in quelle due ore ci raccontammo tutto. Gli raccontai tutta la mia infanzia, la mia adolescenza passata a fare da mamma alla mia mamma, gli raccontai della mia vita, del lavoro, del mio studio e anche di Matt. Lui sorrideva. Avevamo lo stesso sorriso e per poche ore io ero tornata di nuovo felice. Ci stringevamo la mano e non smettevamo di parlare. Dimenticai la rabbia e mi concentrai solo su di lui. Piangevo, ma questo a lui non importava, piangeva anche lui. Un’infermiera mi chiamò, l’orario delle visite era finito e promisi a mio padre, mentre stavo uscendo, che sarei tornata a trovarlo il giorno seguente.
‘’ho ancora molte cose da raccontarti papà…’’
‘’non ne dubito. Buona fortuna bambolina.’’
Uscii da quella stanza con il cuore più leggero.
Il giorno seguente andai a lavoro e appena finito il turno corsi in ospedale. Entrai in stanza e vidi sua moglie che piangeva, i fuori posti lungo il letto e mio padre che dormiva.
‘’Non smetteva di parlare di te sai? Non ti ha cercata per tutto questo tempo per colpa mia. Lui ti voleva bene.’’ Disse la moglie.
Quel giorno non lo dimenticai mai più due ore con mio padre non bastavano per colmare una vita intera. All’età di 23 anni sapevo che papà non era andato a comprare il gelato questa volta. Lui disteso un letto, io che lo guardavo. Questa volta sapevo che non sarebbe più tornato, e il dolore era tanto più della rabbia che avevo nei confronti di mia mamma. Lui meritava di essere felice.
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Perché tu, nonostante tutto, eri l'unica cosa di cui avevo bisogno.
Storie d'amoreArianna, semplice studentessa universitaria, racconta la sua storia. Intrecci di pensieri dominano la sua mente e sembrano fermarsi solo quando entra a far parte della sua vita Matt. Nata come una semplice amicizia i due si accorgono che qualcosa st...