Capitolo 3

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Louis's Pov
Sono seduto alla scrivania di Tony e mentre lui compila una valanga di fogli bianchi con microscopiche lettere nere, guardo la finestra grande alla destra della scrivania. Il sole se ne sta per andare e tra poco sarà un pó pericoloso vagare là fuori al buio e di conseguenza abito abbastanza lontanto dalla scuola di musica.
Che brutto affare, vorrei tanto chiedere a Tony per quanto ne avremo ancora ma so che suonerebbe scortese...almeno credo..
Ma per fortuna lo vedo alzare la testa con un sorriso che va da un occhio a un'altro e mi chiede:
«Louis, sai che giorno è oggi?»
«È domenica Tony.»
«Molto bene e sai cosa vuol dire?»
«Ehm...non esattamente...»
«Vuol dire che già domani ti godrai la nuova aria di Leeds!!
Ebbene sì Louis! Domani! Sei contanto?» finisce con un'esclamazione un pó troppo entusiasta e allegra.
A volte mi spaventa.
Comunque, non sono sicuro di quale espressione assumere ma cerco di fare del mio meglio.
«Ehm, s-sì Tony, è, è magnifico!» dico stiracchiando una specie di sorrido da ebete.
«Molto bene, sapevo che ne saresti stato felice!
Le tue carte e i tuoi permessi sono tutti accordati ed è tutto pronto per il tuo volo, il tuo nuovo appartamento e le persone con cui collaborerai e...oh aspetta, una piccola firma qui...
Perfetto!»
«Grazie per l'aiuto Tony, non vedo, non vedo l'ora...» dico cercando di convincere più me stesso che Tony.
«Di niente! Ah, un'ultima cosa, colleborerai con la famiglia Styles»
«Come? Scusami?»
«Styles, il cognome del ragazzo a cui farai da maestro» sorride.
«Oh, bene grazie. Grazie di tutto davvero.»
«Figurati Louis»
Mi abbraccia prima che lasci il suo ufficio, probabilmente mi mancherà dato che non lo vedrò per molto tempo, non so per quanto esattamente.
Ma la cosa che mi sorprende è che forse mancherò anch'io a lui...voglio dire, io che manco a una persona...insomma, lo trovo strano...
In ogni caso è solo un presentinento.
«Stammi bene Louis!»
«Ciao Tony.» dico uscendo dalla stanza.
E cosí, Styles, lavorerò con uno Styles, wow.
Non avevo mai sentito questo cognome prima d'ora e a dir la verità sembra tanto la marca di un abbigliamento, ma questo è meglio che non lo dica ahaha.
// //
Louis's Pov
Sono all'aereoporto di Leeds e l'aria fresca mi ricorda tanto Dublino.
Ma adesso, dovrò abbituarmi a tutto questo e non pensare a casa mia ma a una città nuova , che aspetta solo di essere conosciuta... Il che trovo difficile, ho una tremenda paura di perdermi e non vorrei vagare da solo in un posto che neanche conosco.
Faccio un enorme respiro e mi dirigo all'uscira dell'aereoporto.
«Ups, mi scusi.»
«Ehy, stà più attento la prossima volta giovanotto!»
«Mi scusi tanto...»
Perfetto, un buon modo per cominciare questo viaggio è scontrarmi adosso a una vecchietta frustrata, che per giunta ha 3 cani con sè e preferisco di gran lunga loro a lei.
Ad un tratto, sento squillare il mio telefono e una voce gentile femminile inizia a parlare.
«Signor Tomlinson?»
«Sí?»
«Oh, che piacere, sono la Signora Styles, la mamma del suo futuro allievo!»
«Oh, piacere mio Signora Styles!»
«Spero sia arrivato sano e salvo all'aereoporto e per giovedí non vediamo l'ora di conoscerla di persona! Ah mi scusi, è d'accordo per giovedí a proposito? »
«Uhm, sí sí, giovedí puó andare. La ringrazio.»
«Perfetto, a giovedí allora Signor Tomlinson!» finisce con tono felice.
«Signora Styles.»
Chiudo la conversazione.
L'emozione o meglio, il nervosismo (per me) cresce sempre di più. Giovedí avrei conosciuto questo...Styles e chissà quante volte a settimana l'avrei visto.
Ansia.
//
Harry's Pov
Sono appena tornato a casa e ho già trovato mia madre al telefono. A volte mi chiedo se quel coso elettronico sia vitale per le donne.
In ogni caso, appena mette a posto la cornetta si gira e corre verso di me con le braccia aperte.
«Tesoro! Ho appena parlato con il tuo nuovo insegnante di violino e giovedí vi potrete conoscere!! Non è fantastico?» dice mia madre quasi strillando.
«Si, è... Fantastico...già..» dico cercando di fare un sorriso normale.
Mia madre sembra più entusiasta di me e in effetti è cosí.
«Vado a posare i libri e ad esercitarmi un pò...» dico camminando verso la mia stanza.
«Ah tesoro, vuoi sapere come si chiama il tuo insegnante??» chiede mia madre speranzosa.
Non volevo nemmeno un insegnante di riserva ,figurati il suo nome.
«Uff, sentiamo.»
«Suonerai con il Signor Tomlinson»
«Oh, wow.»
«Sembra una persona molto educata dato che prima ci ho parlato al telefono»
«Wow, non vedo l'ora di conoscere questo signore...»
«Mmh, non credo sia un signore, anzi, ho sentito una voce parecchio giovane a dir la verità»
«Capisco, grazie mamma a dopo.» finisco ed entro nella stanza.
Poso subito lo zaino ,afferro la custodia del violino e inizio a pensare tra me e me.
Tomlinson ,eh? Pare il nome di una famosa marca di vestiti. Inizio a ridere da solo.
Forse glielo dirò questo e se si offende sono affari suoi.
Mentre accordo il violino penso a cosa ha detto mia madre riguardo la sua età e almeno non sarà un vecchio pazzo triste.
Scaccio tutti i pensieri e inizio a suonare "Musette".
//Giovedí//

«Tesoro mi raccomando, non essere scortese con il tuo nuovo maestro.» dice mia madre seria.
«Ci proverò mamma.» le rispondo guardando fuori dal finestrino della macchina.
Dovrei essere agitato per questo incontro ma non lo sono affatto.
Mi sono esercitato tanto a suonare in questa settimana e se questo nuovo maestro non lo apprezzerà non mi interesserà minimamente.
Conosco le mie capacità musicali e anche se sono solo 8 anni di violino sento che posso essere al suo stesso livello.
Oggi mia madre mi accompagnerà dentro alla scuola dato che vuole conoscere il nuovo insegnante.
E appena arriviamo al piano di sopra sento un enorme brusio appartenente ad un gruppo di bambini iperattivi che non fanno altro che rincorersi.
Credo che stanno preparando un saggio musicale.
Noto che ho ragione quando entriamo nel grande salone bianco della scuola ,pieno zeppo di legii e strumenti musicali.
Do una rapida occhiata in giro e vedo molte persone che sistemano sedie e bambini.
«Mi scusi, ha bisogno d'aiuto per caso?» chiede una donna bionda a mia madre.
«Sí, dovremmo vedere il nuovo insegnante di mio figlio, il Signor Tomlinson» risponde.
«Oh sí, è arrivato 10 minuti fa, mi segua.» dice la donna bionda con una certa fretta.
A metà cammino, nell'ampia sala, la donna si ferma e prende in mano il telefono.
«Oh, sísí, tranquillo, non ti preoccupare ,arrivo subito.» chiude il telefono.
«Scusatemi ma ho una questione urgente con i rappresentanti musicali, vi lascio al mio collega che si trova anche con la persona interessata. Di là, sta aggiustando un microfono.»
indica uno spazio davanti a sè.
«La ringrazio molto.» dice mia madre e intanto mi guardo i piedi per la noia.
«Uhm, dev'essere uno dei due ragazzi là in fondo!»
Detto questo ,incomincio ad alzare pigramente la testa e...lo vedo.
Lo sto vedendo. È un ragazzo.
È un ragazzo, cavoli ed è pure giovanissimo e...
Non so esattamente cosa pensare ma sono sicuro del fatto che ha degli occhi azzurri piuttosto incredibili e...e...non saprei ma...riesco a notarli anche se sono a tre metri di distanza da lui.
Sta ridendo mentre armeggia con un microfono e la sua risara sembra cosí...cosí...
Non so come descriverla ma mi incuriosisce molto e mi attira...non so cos'è...
Mentre avvanziamo il ragazzo si gira di scatto verso di noi.
Sí, è particolare e ammagliante stranamente...
È sí, ha due occhi azzurro profondo.
//
Louis's Pov
Sono nella scuola musicale di Leeds e non ho proprio idea a chi rivolgermi per delle informazioni, mentre mi torturo le mani per la preoccupazione.
Per fortuna, d'un tratto, mi si affianca un ragazzo moro.
«Hai bisogno d'aiuto per caso?»
«Ehm, s-sí, sí, grazie.
Sono qui per incontrare gli Styles e per la lezione di violino...»
«Oh sí, certo, il tuo nome?»
«Tomlinson. Louis Tomlinson.»
«Oh, il Signor Tomlinson, ecco.
Sí, ti stavamo aspettando e se non sbaglio tu devi essere il sostituto del Signor Berns, giusto?»
«Esatto.» dico silenziosamente.
«Bene, abbiamo già organizzato la vostra stanza ,è al secondo piano in fondo al corridoio.» sorride.
«Bene grazie.» rispondo.
«Oh, siccome non mi piacciono le formalità, posso chiamarti Louis? Anche se sei nuovo di qua»
«Certo...e tu sei? »
«Puoi chiamarmi Ben» dice con tono allegro.
«Okey bene, posso iniziare a salire?»
«Oh, veramente il tuo alunno non è ancora arrivato, dovresti aspettare un pò ma se vuoi nell'attesa...potresti aiutarmi a sistemare una saletta..? Sai stiamo per realizzare un saggio per i bambini e cosí potresti anche dare un'occhiata alla scuola.»
«Va bene, nessun problema» dico con un leggero sorriso.
Sembra un ragazzo simpatico ,menomale.
Appena entro nel salone, altro che saletta, noto che è molto ampia e c'è molta roba in giro.
«Puoi aiutarmi a sistemare i microfoni amico.»
«Certo.» rispondo.
Ben è divertente ed educato e nel frattempo inizia a chiedermi un pò di cose sul mio conto e io gli parlo della mia scuola a Dublino e della mia nuova abitazione/impegno a Leeds.
«Capisco...quindi è per te la prima volta qui amico»
«Già.» rispondo con rassegnazione.
«A proposito di prima volta, questo sarà il tuo primo incontro con gli Styles allora, non ti preoccupare Louis, saranno qui tra poco e oh guarda un pó chi arriva...eccoli»
Mentre finisco di posizionare un microfono guardo con esitazione Ben e appena capisco cosa ha appena detto, mi giro di scatto e guardo davanti a me.
Eh...lo vedo. Vedo un ragazzo.
Un ragazzo con una signora.
Cavoli, questo ragazzo non credo abbia 13-14 anni dal suo volto...dal suo volto...particolare...
E mentre si avvicina posso notare due occhi di un verde....di un verde cosí...
Insomma, un verde che attira, cattura e spaventa allo stesso tempo.
Un viso che...incanta...
Quando si avvicinano abbastanza a noi, posso dire che sí, è un verde intenso.
Ben inizia a parlare.
«Oh, signori Styles!»
«Signor Winston!» risponde gentilemente la donna vicino al ragazzo.
«Signori Styles, questo è Louis, Louis Tomlinson.
Louis, lei è la Signora Styles e questo è suo figlio, Harry, Harry Styles.»

The Violin Teacher (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora