Capitolo 4

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Louis's Pov
«Questo è Harry, Harry Styles.»
Non riesco fare a meno di rimanere lì impalato a osservare la figura di fronte a me e mi sento abbastanza stupido ma per fortuna la gentile donna allunga una mano verso di me.
«Piacere Signor Tomlinson, è un vero piacere per noi conoscerla finalmente» sorride.
Un pó imbarazzato, decido di rispondere al saluto e le stringo la mano con un mezzo sorriso.
«Piacere mio Signora Styles.»
«Lui, come ha capito, è Harry e sarà molto lieto di frequentare le sue lezioni!
Non è vero caro?! Forza saluta.» dice la donna prima di guardare con aria severa il figlio.
«Ehm, ciao.» risponde il ragazzo pigramente.
«Ehm...» balbetto non riuscendo a spiccicare parola per l'imbarazzo creato tra di noi.
«Okey signori, sono sicuro che avete ancora un sacco di cose da dirvi e da mettere a posto!» dice con aria divertita Ben.
«Si sì, lo penso anch'io. E forse questa è un 'ottima oppurtunità dato che oggi potete avere la vostra prima lezione insieme. Insomma, servirà a conoscervi.
E non si preoccupi Signor Tomlinson, per gli orari, le date e altri documenti potremo occuparcene più in là ,se lei è d'accordo.»
«Ehm, sìsì, per me va bene Signora Styles!» dico gentilmente.
«Molto bene» sorride la donna guardando il ragazzo dall'aria piuttosto annoiata.
«Bene ragazzi, Harry, dato che è la prima volta che Louis arriva in questo grande edificio, puoi mostrargli tu dov'è la vostra stanza per suonare?» chiede Ben con un sorriso rivolto al ragazzo.
«Se proprio devo.» risponde il ragazzo con un espressione neutrale ma ben fissa su di me.
«Bene tesoro, ti verró a prendere più tardi e mi raccomando, sii gentile con il Signor Tomlinson! Intesi?» dice la donna mentre si allontana con aria piuttosto seria.
Perbacco, non sarà mica un ragazzaccio.
«Va bene.» risponde impassibile il ragazzo prima di salutarla.
«Ragazzi, se avete bisogno di me sapete dove trovarmi.» annuncia Ben allegro prima di allontanarsi da noi.
Sarei rimasto lì da solo se non avessi visto la figura del ragazzo allontanarsi.
«E allora, che fai? Non vieni?» mi informa tranquillo mentre si allontana.
«Ehm, sì...» soffio leggermente mentre lo raggiungo di corsa.
Per tutto il tragitto, dal salone grande all'ascensore, c'è un grande silenzio tra di noi, forse troppo silenzio ed è inquietante. Non so perchè ma solo il suo stupido silenzio riesce già turbarmi.
Mentre raggiungiamo la stanza noto che mi lancia alcune occhiate e non saprei dire sè di rabbia o noia.
Apre la porta con una mano e mentre entra riesco ad accorgermi in tempo che la ritira velocemente.
Con un tonfo fermo la porta di fronte a me prima che si chiuda e accidenti, il mio naso ci sarebbe rimasto secco tra un pó.
«Ehi» sbotto leggermente arrabbiato ma ricomponendomi subito.
«Sta' più attento la prossima volta.» dice con non-calanche mentre appoggia la custodia del violino sul tavolo.
Non rispondo e inizio a sospirare. Non vedo niente di buono.
«Okey...a-allora...i-io...ecco..» inizio a balbettare mentre prendo un leggio, ma vengo subito intterrotto.
«Senti, Tomlin come ti chiami, andiamo dritto al sodo, so che tu non mi piaci e io non ti piaccio ma dobbiamo lavorare anche se ho alcuni dubbi sulla tua competenza.»
«Io, cosa..? Ehm.. Va bene..» inizio a parlare con una punta di rabbia che si trasforma in perplessità.
«Bene.» risponde il ragazzo con aria strafottente.
«Ehm, ecco, per cominciare dovresti dirmi da quanto pratichi il violino e dove sei arrivato..» chiedo riluttante.
«Mmh, sono cira 7 anni e quest'anno devo praticare buona parte delle melodie di Back...mmh quelle di media-alta velocità con nuove tecniche...» finisce.
«Mh capisco, eh, oh aspetta... Quando hai incominciato a suonare?» chiedo curioso con tono quasi silenzioso.
«Ho iniziato all'età di 11 anni e mi dissero che ero molto portato per questo tipo di strumento, anche se ho iniziato, diciamo "tardi".»
«Oh..capisco...Beh curioso, ma...quanti anni hai?» chiedo piuttosto dubbioso e affascinato come quando si ascolta una storia vero-simile.
«Perchè scusa, è rilevante?!» chiede stranamente alterato il ragazzo.
«Ehm...io, eh, no! No...Niente! Dicevo...» arrossisco per la mia medesima pessima figura.
Mi avevano detto che era un ragazzo particolare ma non immaginavo così strano.
«Okey» sbotta mentre cerca di accordare il violino.
«Ehm, Harry...Giusto..? Vuoi per caso una ma-»
«Non chiamarmi così, tu puoi chiamarmi solo Signor Styles e io faró lo stesso. Hai capito?» dice con aria impertinente.
«Ehm, ho capito Signor Styles...» rispondo imbarazzato.
«Molto bene Signor Tomlin...Tom...»
«È..Tomlinson.» lo aiuto.
«Okey, come ti pare.» finisce e tira fuori l'accordatore.
«Ehm... Signor Styles, posso aiutarti io ad accordare il violino...»
«Pff, va bene.»
Appena finiamo di accordare il violino inizio a fargli altre domande sui libri su cui si esercita e altre informazioni di base.
Per tutta la lezione non facciamo altro che parlare e appena guardo l'orologio mi accorgo che il nostro tempo è finito e non abbiamo nemmeno suonato.
«Oh guarda, abbiamo finito, ho suonaro troppo per i miei gusti oggi.» dice Harry, o meglio, "il Signor Styles", con aria seccata-ironica mentre si prepara per uscire.
Mentre lo imito sento una strana sensazione e mi accorgo che mi sta fissando, in piedi dietro di me, con la custodia sulle spalle e il giubbotto in mano.
Si avvicina lentamente a testa bassa e decide di fermarsi davanti a me con aria strana.
Alza la testa e compaiono i medesimi occhi di un verde inmenso, ma stavolta più da vicino e sono spaventosi ma invitanti.
«Ciao Tomlinson.» dice girando la testa e uscendo.
«Ehm..ciao..» dico in ritardo.
Non so perchè di quel gesto.
L'avrà fatto forse per intimidirmi?
E poi è così strano...strano come quell'occhiata finale.
Mentre esco dalla stanza riesco finalmente a capire una cosa.
Quella sua ultima occhiata non mi era affatto nuova, infatti, se non ricordo male, mi ha lanciato quelle strane occhiate per tutta la lezione e non saprai se definirle inquietanti, rabbiose, curiose o qualcos'altro che non riesco a capire...
E forse...chissà, avró fatto anch'io la stessa cosa..?
Probabile, ma era come se il "nostro guardarci" fosse solamente inevitabile e così...naturale.
In ogni caso, la cosa mi turba un pó e so che non porterà niente di buono.
E adesso?

The Violin Teacher (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora