Capitolo 5

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Louis's Pov
Mi sto vestendo in questo momento perchè tra un pó devo fare una commissione importante, più per il mio violino che per me! Devo cambiare le corde...e comprare un nuovo libro e...non ricordo. Questo è uno dei miei moltissimi difetti, dimentico sempre un mucchio di cose e riduco tutto quasi sempre all'ultimo momento. L'ultima cosa è quella più sgradevole dato che mi toglie sempre le migliori oppurtunità. Sempre.
Apparte i miei monologhi interiori autodisprezzanti, decido di camminare lento verso il negozietto musicale "La Kenna", dato che adoro prendermela con comodo...
Appena entro, raggiungo subito il bancone e un uomo di mezz'età mi accoglie.
«Come posso aiutarla, ragazzo?» chiede l'uomo.
«Ehm sì, mi servirebbe l'ultima versione del libro Suzuki per violino...quella aggiornata se non sbaglio...» dico fiebilmente.
«Oh certo, aspetti solo un minuto» risponde.
Esattamente un minuto dopo ritorna con l'articolo.
«Bene grazie. E...mi servirebbero anche quattro corde...della marca di Vision...grazie.» chiedo per ultimo.
«Mi scusi, non ho capito bene quale marca ha detto?» chiede incuriosito il signore portandosi una mano all'orecchio.
«Ehm, Vision.» affermo con una tonalità più udibile.
«Oh bene» risponde l'uomo facendo marcia in dietro.
Quando ritorna mi fornisce i prodotti e mi saluta con un leggero sorriso.
Esco dal negozio e incomincio a pensare che dovrei proprio alzare il tono della voce quando parlo con qualcuno...anzi, devo.
Lo so che è stupido ma per me è più dura di quanto pensiate.
Lungo il tragitto verso casa mia mi ricordo che domani sarà domenica e che finalmente avró una giornata libera.
Adoro le domeniche perchè posso fare tutto quello che voglio e non fraintendiamo quando dico questo...
Perchè non intendo il leggere certi libri noiosi(non tutti eh) o passeggiate monotone, no.
Anche se incomincio a pensare che forse dovrei esplorare un pó il quartiere e la nuova città in cui mi trovo.
Meglio un'altra volta...
Comunque, quando ho del tempo libero sfogo tutto quello che ho dentro e l'appartamento dove abito adesso è perfetto.
Dico solo questo, musica a tutto volume e cibo spazzatura a volontà!
Certo, amo la mia musica classica ma qualche volta cambio proprio strada.
Solo qualche volta eh...
E approposito di domeniche, dopo di loro arrivano i lunedì e questo mi ricorda che dovró sorbirmi un adolescente scontroso e strano.
Che bel modo per iniziare la settimana.
// //
Harry's Pov
Sono sdraiato sul letto con in mano una birra e il mio caro vecchio amico Austine mi fa compagnia.
«Cavoli, grazie al cielo domani è domenica!» sbuffo.
«Si, puoi dirlo forte amico! E la cosa che preferisco in assoluto è dormire fino a mezzogiorno...e domani potró farlo finalmente! Oh, come sempre del resto...» esulta Stine in tono allegro.
«Già, ti capisco ma...a quanto pare c'è qualcosa che scometto non mi farà dormire bene domani...» aggiungo.
«Mmh intendi l'arrivo del lunedì?» chiede Stine con tono accigliato.
«Sì, ma più che altro cosa dovró fare lunedì.» affermo seccato.
«Oh sì, la lezione di violino se non sbaglio...mmh che fortuna amico!» ride Stine.
«No ma okey, perchè ridi? Poi io la definirei una sofferenza dato la persona con chi la dovró passare!» rispondo.
«Ahah, io non la chiamerei così e poi dai, è la tua più grande passione, no?» chiede.
«Certo che sì, ovvio, ma non voglio che un tipo freddo e noioso venga a rovinarmela, non credi?» rispondo. «Poi dimmi, perchè deve essere così monotono e freddo, e strano, e noioso, e...Uhm..» continuo.
«Strano?» chiede.
«Sì. Esatto. Okey, è stata la mia prima lezione ma non riesco a non pensare tutto questo. Non ci riesco, è così...» cerco di concludere ma inutilmente.
Bevo un sorso di birra per la leggera frustrazione che sto avvertendo.
«Mmh...certo...» sghignazza Stine per poi incominciare una forte risata.
Mi chiedo tanto cosa causi divertimento nel mio discorso.
«Ehm..allora?» chiedo con tono serio.
«E allora niente, ahah, rido per altre ragioni che tu non immagini nemmeno, ahah» conclude Stine.
«Tipo?» chiedo.
«Ahah, o niente, solo...nasceranno dei fiori e qualcos'altro...» finisce con un sguardo misterioso ma divertito, mentre sorseggià un'altro pó di birra.
Sto per chiedere spiegazioni sulla sua ultima frase ma appena apro bocca si alza ed esce dalla stanza, portandosi dietro le nostre birre.
«Oh non ti preoccupare, ne porto altre!» dice entusiasta.
Mi alzo dal letto e raggiungo la finestra.
Mi appoggio sul davanzale e inizio a godermi l'aria fresca di Leeds e a osservare tutte le casette davanti a me.
Cosa avrà voluto dire Stine prima?
Inizio a pensare...ma concludo che ha bevuto una birra di troppo.
Nasceranno dei fiori e qualcos'altro...
Ehm, okey, decido di raggiungerlo in cucina perchè devo assolutamente fermarlo prima che si appropri di qualche altra bottiglia di troppo...
//
Louis's Pov
Ed eccoci già a lunedì, a volte mi sorprendo della velocità con cui i giorni possano passare...oh, aspetta, non c'è niente da sorprendersi se quei due giorni sono sabato e domenica. Che roba.
Sono nella stanza delle nostre lezioni musicali e mentre penso annoiato al tempo decido di prepare il violino.
Inizio ad accordarlo così avremo molto più tempo per la lezione...dato che mancano dieci minuti.
Non so se sono pronto ma ormai...andiamo.
All'improvviso sento bussare alla porta della stanza e la testa di una persona familiare fa capolino.
«Signor Tomlinson?» chiede curiosa la signora Styles.
«Oh, Signora Styles!» mi avvicino alla soglia.
Quando apre la porta completamente mi accorgo della presenza anche di Harry...con la sua solita aria annoiata.
«Salve, mi scusi se la disturbo ma mi servivano cinque minuti del suo tempo, per alcuni moduli e informazioni» chiede gentilmente.
«Certo Signora Styles.» cerco di sorridere.
Mentre esco dalla stanza noto Harry che ha già iniziato a fissarmi con il suo solito sguardo assassino.
«Ehm...puoi iniziare ad aprire la custodia...» gli sussurro.
«Ehm, okeeey.» risponde con aria seccata mentre entra.
Dopo esattamente cinque minuti di scarttoffie firmate, la signora Styles mi saluta di nuovo con il suo gentile sorriso e buon umore.
Accidenti e Harry è suo figlio? Sicuramente la gentilezza non l'avrà presa da sua madre...
Quando entro nella stanza trovo Harry che sta sistemando il leggio.
«Ce ne hai messo di tempo, Signor Tomlinson.» dice.
«Ehm, ho sistemato alcune cose..sulle nostre lezioni e tutto il resto...e..» cerco di mantenere un tono normale.
«Si ho capito. Possiamo incominciare?» chiede seccato.
«Eh, sì. Sì, solo.. Ho preso il libro che ti servirà per quest'anno..dato il tuo livello, questo dovrebbe andare bene.» affermo mentre prendo il libro interessato e glielo mostro.
Lo afferra con curiosità e inizio a osservarlo.
Dal sul viso non sembrerebbe un ragazzo scontroso, anzi...ma l'apparenza inganna sempre.
«Mmh, okey.» dice infine appoggiando il libro al leggio.
«Ehm... Hai accordato il violino?» chiedo.
«No, lo stavo per fare.» risponde.
«Posso aiutar-» vengo improvvisamente interroto.
«No grazie. Stavolta lo faccio io.» afferma. «Sai ho imparato a farlo anch'io da qualche anno...» aggiunge inoltre con superiorità.
«Oh peccato che io lo faccia da circa 7 anni.» affermo con tono freddo. Stranamente. Wow.
Okey. Non so da dove cavoli mi sia uscita quest' improvvisa affermazione.
E nemmeno da dove accidenti abbia trovato il coraggio di dirlo a un tono abbastanza udibile.
E appena dopo averlo detto inizio subito ad avere un'espressione leggermente basita e inorridita.
Accidenti a me! Non volevo sembrare scortese o arrabbiato o...
«Oh, ma guarda un pó, allora la lingua oltra ad avercela, è anche affilata . Mi stupisco Signor Tomlinson.» afferma con un sorriso per niente amichevole, anzi, posso definirlo abbastanza inquietante e gelido.
Inizio a tremare leggermente quando si avvicina con aria di sfida. Accidenti, ha frainteso.
«Non credere di essere migliore di me solo perchè hai molti anni di esperienza alle spalle. Hai capito?» chiede con il viso a un centimetro dalla mia faccia.
È veramente strano.
I suoi occhi verdi sembrano quasi inghiottirmi nella loro forza intimidatoria.
Annuisco leggermente.
Appena si allontana tiro un sospiro di sollievo e prendendo il violino inizia ad accordarlo da solo.
Beh, sì, vuole proprio farlo da solo.
«Scusami non vole-» cerco di scusarmi ma venendo per l'ennesima volta interrotto.
«Vieni qui e inizia la lezione.» sbuffa con tono secco.
«Mhh va bene..» soffio leggermente.
Mi avvicino al leggio e inizio a spiegargli gli esercizi che dovrà fare quest'anno.
Gli spiego dettagliamente i compiti e lui sembra annuire tranquillamente.
Quando finisco di fornirgli il necessario
,inizia a prepararsi per andare via, nonostante manchino dieci minuti...
Ma forse è molto meglio così. Decisamente forse.
Ma sorprendentemente, appena finisce di prepararsi si volta verso di me, con la giacca in mano e la custodia del violino sulla spalla. Si appoggia ad un tavolino lì vicino e inizia a fissarmi.
«Ora tocca a me con le domande.» dice con tono neutrale.
Con le domande? Oh, sicuramente si sta riferendo alla scorsa volta in cui l'ho praticamente inondato con esse.
«Da quanto suoni il violino?» chiede.
«Mh, da quattordici anni...» rispondo accigliato.
«Eh...quando hai incominciato?»
«Quando..avevo otto anni..»
«Capisco...e quando ti sei laureato?» chiede.
«A ventun'anni... Poco fa..» rispondo silenziosamente.
Inizio a pensare che questo interrogatorio sarebbe perfettamente adatto a quelli che si fanno in carcere. Non lo dico per le domande, ma per la fredezza e la serietà con cui lui riesce a chiederle.
«Poco fa eh, quindi quanti anni hai adesso?» chiede per ultimo mentre inizia a camminare verso l'uscita.
«Ventidue.» rispondo.
E questo mi fa pensare all'altra volta in cui lui non ha voluto riverlarmelo...
«Ho capito.» dice.
All'improvviso si ferma sulla soglia e con le spalle rivolte ancora verso di me mormora le sue ultime parole prima di lasciare la stanza.
«Io ne ho diciotto comunque..» sussura con un tono, per la prima volta, molto calmo.
Detto questo se ne va lentamente lasciandomi solo nella stanza.
Che tipo strano.
La sue età non mi interessava più di tanto...credo ma il modo in cui me l'ha detto mi lascia solo da pensare...
Mentre esco anch'io dalla stanza inizio a riflettere sulla lezione odierna, sulle nostre solite occhiate,molto frequenti anche oggi per tutta la lezione, sulla sua antipatia inspiegabile rivolta a me e... E per quello che ho detto all'inizio.
Ancora non riesco a capire come ho fatto a dirlo così tranquillamente e forse con qualche pizzico di alterazione.
Sul serio, è stato tipo uno strano impulso, da non poter assolutamente evitare.
Ma questa non è la cosa più strana, anzi, dato che sono un tipo che di solito non parla molto con nessuno, mi sorprende come proprio con lui ho risposto così.
Di solito con persone che conosco da poco non...comunque, in ogni caso, non mi capita da anni.
Ma con lui...
Mentro esco dal palazzo ripenso anche a come ha frainteso.
Io non sono assolutamente migliore di lui. Anzi, non sono migliore di nessuno.
Nessuno.
// //
Harry's Pov
Sono in macchina con mia mamma, diretti alla scuola di musica.
«Tesoro, vero che questa volta ti comporterai meglio dell'altra?» chiede mia mamma con assoluta innocenza.
«Ma...anche l'altra volta è andata abbastanza bene...» mento.
«Mhh io non ci crederei.» mi guarda con occhio critico.
Appena arriviamo a destinazione entriamo nel grande edificio.
Oggi mia mamma deve occuparsi di alcune carte con il mio insegnante di violino, perciò sale su con me.
Comunque, è strano come mia mamma sappia che già nell'altra lezione ho tirato fuori le unghie. E lo prevede anche oggi.
Wow
Appena siamo sopra, mamma bussa alla porta della nostra solita stanza.
Quando apre la porta inizio a osservare, o meglio squadrare, il mio maestro di violino. Non posso farne a meno.
Così, come un suo consiglio, entro nella stanza e inizio a preparare lo strumento.
All'inizio della lezione mi metto ad accordare il violino e come al solito mi offre il suo aiuto.
«No grazie. Sai ho imparato a farlo anch'io da un anno...» rispondo mentre cerco di sistemare le corde.
«Oh ,pecatto che io lo faccia da sette anni.» ribatte.
Sgrano leggermente gli occhi alla sua risposta e non riesco a crederci che l'abbia detto.
Voglio dire, lingua corta com'è non me l'aspettavo.
Interessante.
Peccato che non si deve permettere di credersi chissà chi solo per questo.
Infatti glielo chiarisco subito dato che non posso trattenermi.
Quando glielo dico sembra recepire bene il messaggio dato che rimane rigido come una corda di violino. Molto bene.
Tutto il resto della lezione lo passiamo abbastanza tranquilli e verso la fine decido che oggi tocca a me fare le domande.
Inizio a fargli le stesse domande che mi aveva fatto lui la scorsa lezione.
Lo so è strano, ma non posso fare a meno di interessarmene...
Voglio dire, semplici informazioni.
Mentre me ne sto andando decido alla fine di rivelargli la mia età.
Tanto ormai, siamo arrivati a questo punto, quindi.
«Io ne ho diciotto comunque...» soffio prima di uscire definitivamente dalla stanza.
Appena sono fuori dall'edificio noto mia madre che mi sta aspettando in macchina.
«Allora tesoro, com'è andata oggi?» chiede impaziente.
«Ehm, bene, piuttosto bene direi.» rispondo.
«Mmh, non è andata bene quindi» afferma.
Wow, come fa mia madre a capire sempre, sempre, sempre tutto?
«Non lo so.» inizio a guardare fuori dal finestrino.
«Capisco...» si arrende mia madre alla fine della discussione.
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The Violin Teacher (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora