capitolo quattordici: Fuggitivi.

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Reich rise e corse in un angolo buio della cantina, Germania lascio Italia e lo insegui, nel mentre Vaticano e San marino si erano già inginocchiati accanto a Italia fascista, gravemente ferito.
<< Germania dove vai!? >>, gridò Francia, ma era troppo tardi.
Il tedesco era saltato da una finestra, cadendo nella trappola del padre.

<< Sono qui vieni a prendermi! >>
Germania correva alla ceca seguendo solo i passi di suo padre, non vedeva dove andava e inciampa spesso.
<< Ti rendi conto di ciò che ai fatto!? >> urlò, con quanto fiato aveva in gola.
All'improvviso sentì qualcuno afferrarlo da dietro e buttarlo a terra. Si voltò e Reich gli mise un piede sul petto. Aveva un sorriso malvagio, quasi omicida, ciò sostitui la rabbia di Germania con paura.
<< Non sai quanto è bello rivederti...specialmente perché mi aiuterai nel mio piano. >> Germania sgraò gli occhi, sapeva cosa intendeva: la terza guerra mondiale. Ricominciare quello che non aveva potuto finire.
<< papà..no....>> riuscì a dire con un fil di voce, ma Reich, stufo delle lamentele del figlio, lo afferrò dal coletto tirandolo su di peso.
<< Zitto! Tu mi aiuterai, che lo vuoi ho pure no mi interessa poco. Ma lo farai, chiaro? >> il suo tono minaccioso fece tremare Germania, che non diede risposta.
Suo padre lo prese dalla gola e lo scaraventò contro un albero.
Germania si strinse il corpo con le braccia...non voleva che accadesse una seconda volta. All'improvviso tutto era offuscato dalle lacrime e dal dolore.
Reich si acovacciò a fianco a lui, sorridendo disse: << Tranquillo. >> gli sfiorò la guancia con una mano, poi gli sussurro.
<< Per lui e già finita. >> Germania senti uno strattone alla spalla, e poco dopo svenne.

Afghanistan aveva appena chiamato l'ambulanza, Francia con l'aiuto di Turchia cercavano di tamponare più che potevano le tre pugnalate sulla schiena a Italia fascista. invece Vaticano, San Marino e Italia erano corsi a cercare Germania, continuavano a chiamarlo ma non rispondeva...
<< Germania!>> gridò d'un tratto l'italiano, prendendolo dalle spalle e tirandolo su di peso.
L'aveva trovato accasciato contro un albero. Si voltò verso Vaticano e San marino
facendogli segno di tornare alla villa a di chiamare i medici. Loro avviamente lo fecero.<< Germania, papà resistete...>> sussurro e Italia tra sé e sé.

<< Tranquillo ita...staranno bene. >> Sussurrò Afghanistan, prendendo la mano dell'amico abbastanza provato è stanco della situazione in cui si trovava, anche perché era l'unica che poteva consolarlo, gli altri erano tutti nel reparto di Germania, ovvero quello di terapia intensiva. Italia fascista in reaniamazione, dov'erano in sala d'aspetto Italia e Afghanistan. Svizzera usci.
L' italiano si alzò di scatto vedendolo leggere la cartella clinica di suo padre per poi sgranare gli occhi.
<< Italia...ti devo parlare in privato. >> disse Svizzera, e Italia annui. Andarono nel ufficcio del Svizzero, che poi dovette comunicargli la terribile notizia: << Suo padre e in coma. >>

Afghanistan, si appoggiò al muro pensando e ripensando a quello che era successo.
Non avrei mai dovuto tirarlo fuori dal loop... È solo colpa mia se è successo tutto ciò... si voltò, stava per andare a vedere come stava Germania.
Ma senti qualcosa trascinarla indietro.
<< Ora lavori per me. >> disse una voce alle sue spalle.

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