Capitolo 1: le analisi

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Finn's pov
" signor wolfhard,  Le analisi non hanno portato buoni risultati. dovrebbe rimanere per ulteriori controlli'

mi venne un colpo.
io non capisco niente di queste cose...ma sicuramente sarà qualcosa di stupido.
Ho appena compiuto 18 anni...non vorrei passarli in ospedale.
Non riuscivo a capire perché l'infermiera mi guardasse con uno sguardo preoccupato.
E se un medico è preoccupato...allora ci sono problemi seri.
Ma io continuo a pensare che non sia niente di strano o di grave.
Nel frattempo l'infermiera sceglie la stanza.
Devo essere ricoverato?

"mi scusi, mi sta ricoverando?"
"per fare ulteriori controlli, certo che la ricovero, signor wolfhard"

ma perché avrebbe dovuto farlo!
Io mi sento benissimo, e lei dovrebbe tranquillizzarsi.

"stanza 103,venga"
Andammo nell'ascensore e salimmo di un paio di piani.
Ci fermammo davanti la stanza 103.

"lei starà qui"
"va bene, grazie"
"prego"
"ah, un ultima cosa...per quanto starò qui!?"
"fino a quando non abbiamo finito tutti gli esami necessari signor wolfhard. ora si accomodi"

Ero arrabbiato.
La stanza era enorme e c'era spazio per me.
Di fianco a me c'era un altro letto, ovviamente vuoto.
Che palle pensai.
Anche in un ospedale sarei dovuto rimanere solo?
Mi accomodai.
Presi i libri che avevo nel mio zaino.
I libri che avrei dovuto restituire alla bibliotecaria.
li posizionai nell'armadietto, in ordine alfabetico.
Ero sorpreso dal comportamento paranoico che stavo assumendo.
Presi il mio telefono e misi la musica a tutto volume nelle mie cuffiette.
Girai per la stanza e andai verso l'altro letto.
Sul comodino c'era un libro: la storia delle stelle.
Evidentemente qualche libro che offre l'ospedale per i malati.
malati.
quella parola faceva talmente pena e dolore, che anche il solo pensarla mi dava fastidio.

Jack's pov
l'infermiera era venuta da me per dirmi che erano pronti per iniziare la terapia.
la terapia per il mio tumore.
Sono chiuso in questo ospedale da più o meno due settimane, ed ora si sono decisi di iniziare la terapia.
Dovevano accertarsi che fosse davvero un tumore.
Sono in stanza da solo, ma non mi piace esserlo.
Non parlo mai con nessuno, se non con gli infermieri e i dottori del reparto.
Stavo andando nella sala per fare la chemion quando vidi mia madre.
fu un colpo
mia madre non viene mai a trovarmi perché dice che io sono un malato terminale.
lo so che non è vero...ma potrebbe anche esserlo.
Sinceramente non voglio vederci nero, anche perché lo so da due settimane.
mia madre si avvicinò a me, con le lacrime agli occhi.
perché piangeva?

"jack, io e papà abbiamo preso una decisione"
"oh e sarebbe?"
"non vogliamo un figlio malato...mi dispiace Jack"

ecco perché piangeva.
era venuta a peggiorarmi la giornata.

Finn's pov.
Ero ancora vicino alla finestra quando sentì la porta aprirsi.
Era un infermiere.
Mi salutò gentilmente e tolse il disturbo in un attimo.
ma perché fanno sempre così i medici?
guardavo il cielo azzurro.
Per un attimo mi venne un colpo quando un altro infermiere spalancò la porta.
"signor wolfhard?"
"si sono io"
"venga con me, iniziamo con gli esami".
Bene, era arrivato il momento.
Stavo perdendo tempo dietro a questi stupidi esami.
Mi fecero tac, risonanze, altri esami del sangue ed io ero convinto che non sarebbe emerso niente di grave.

Jack's pov
Fare la chemion è un massacro.
All'inizio sembra tutto normale, ma dopo un po' inizi a sudare, e vuoi solo smettere di farti quello schifo che è dentro la flebo.
perché a me?
mi capitava spesso di pensare a cosa avessi fatto di male.
Mia madre mi aveva lasciato solo a 17 anni perché è troppo stronza per avere un figlio malato.
Io ero in quella stanza da solo, e soffrivo come un cane.
Nessuno aveva pietà, soprattutto i medici, che appena hanno potuto, hanno iniziato a farmi la chemion.
ma mi serve.
mi serve per guarire.
mi rassegno ogni volta che penso a questa frase.
L'infermiera che si occupa di me non c'era, evidentemente era occupata.

Finn's pov
ero ancora rinchiuso nell'ospedale.
Avrei ricevuto a breve i risultati delle tac e delle analisi.
ero convinto che sarebbe andato tutto a gonfie vele.
stavo bene
non mi avrebbero ricoverato e non mi avrebbero rotto più le scatole.
Dallo studio uscì l'infermiera che mi aveva precedentemente accompagnato nella stanza 103.
"finn wolfhard?"
"si"
"venga"
Aveva una faccia perplessa.
evidentemente non c'era niente e aveva sprecato le ore del suo fottuto lavoro per esami inutili.
"senta, signor wolfhard...io le devo dire la verità perché sono costretta a farlo"
"mi dica, non ho paura"
mentii.
Avevo paura eccome.
Lei aveva un espressione cupa e fissa sulle analisi, come se dovesse trovare il tranello in tutto questo.
"lei ha un...tumore"
"ma io sto bene, non vede?"
"vedo, vedo...ma non sta bene..."
"ma come, mi guardi!"
"io la ricovero"
"almeno dove sta il tumore"
"al rene destro"
mi ricoverarono nella stanza 103.
andai lì con una faccia completamente diversa.
Mia madre e mio padre non sarebbero mai venuti a trovarmi.
mai.
mi sistemai le ultime cose e i medici mi diedero un pigiama e mi chiesero di metterlo.
Ero estremamente magro.
poiché non c'era nessuno, mi cambiai senza pensarci.

Jack's pov
avevo finalmente finito quella tortura.
ero completamente sudato e non riuscivo a muovere un muscolo senza farmi del male.
I medici che mi guardavano e mi dicevano che sarebbe stato tutto apposto tra poche ore, quando sapevo che mentivano.
Ero finalmente in ascensore, e poi nel corridoio.
arrivai davanti la mia stanza.
i medici aprirono.
c'era un ragazzo alto, magro...e nudo.
io mi coprii gli occhi per non metterlo in imbarazzo, e l'infermiere si scusó.
pochi secondi dopo questo ragazzo si girò verso di me e mi guardò,poi guardò l'infermiere.

Finn's pov
"che gli avete fatto?"
"ho fatto la chemioterapia"
Lo guardai.
Pensai che lui stesse messo male, e chissà quale malattia aveva.
Mi dispiaceva.
mi dispiaceva per lui.
quando gli infermieri se ne andarono e lo poggiarono sul letto come se fosse di porcellana, lui si presentó.
"jack, piacere"
"Finn, piacere mio"
Gli strinzi la mano e lui emetté un gemito di dolore.
"scusa, non volevo"
"oh, fa niente, è l'effeto della terapia"
"ma perché fai la chemioterapia, Jack?"
"ho un tumore, ai polmoni"
Stava in quel modo per il suo tumore.
In quel momento iniziai a realizzare che lo avrei dovuto fare anche io.
"tu perché sei qui, finn?"
"tumore al rene destro"
"e quando lo hai saputo?".
"stamattina"


𝙇𝙚𝙜𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙖 𝙪𝙣 𝙩𝙪𝙢𝙤𝙧𝙚//𝙛𝙖𝙘𝙠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora