Capitolo 3:chemioterapia

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Jack's pov
non c'era niente di peggio che vedere una persona a cui tieni soffrire.
io a finn ci tengo.
è brutto, quando ti infilano l'ago nella tua vena, il liquido arriva al cuore ed inizia a circolare nelle tue vene, ed arriva il dolore al cervello, inizi a sudare e non puoi bere, senti la bocca secca e respiri a stento, gli occhi con le lacrime ed i sorrisi pieni di dolore.
fa male.
Finn era spaventato, e si vedeva.
arrivamml davanti la stanza, ed uscirono altri due ragazzi e una ragazza, completamente sudati e le facce parlavano da sole.
Finn mi prese la mano.
"non lasciarmi la mano, Jack, ho paura"
"andrà bene"
Lo tranquillizzai perché non potevo tenergli la mano.
Mentre facciamo la chemion è meglio mantenere il braccio rilassato.
l'infermiera preparava tutto.
"fidati di lei"
finn era ancora impaurito, ma doveca fidarsi.
Si stava avvicinando a me.
"jack, non guardare"
"no, l'ago no!"
"jack, chiudi gli occhi"

finn's pov
l'infermiera sapeva che Jack aveva paura degli aghi, aveva un vera e propria fobia.
ma io non lo sapevo, me lo spiegò dopo.
Stava preparando la chemion anche a me.
"bene, ora sta fermo"
non mi sarei mai mosso.
avevo troppa paura.
di solito sono menefreghista, ma non sono mai stato in ospedale...ed ora mi ritrovavo una massa del cazzo nel mio rene.
Mi infilò l'ago nella vena.
Ci volle un minuto, o forse due, prima che facesse effetto.
Il tempo di farlo circolare nel sangue.
soffrivo.
e io non sono una persona con un alto livello di sopportazione.
"come stai finn?"
che domanda del cazzo.
"uno schifo, mi sto uccidendo"
era pur giusto essere sinceri con il mio amico.
"hai voglia di parlare?"
Non ne avevo voglia, ma mi avrebbe distratto dal grande dolore che mi provocava quello schifo.
"va bene"

Jack's pov
"ti sei mai innamorato, finn?"
"no. cioè...non ho mi avuto una ragazza. tu jack?"
"nemmeno io."
Strinsi i denti e feci un espressione di puro dolore.
"jack, respira,parla con me"
Mi sbatteva la testa.
"jack, respira."
"si, si...".
era difficile stare dietro a finn.
Girai il volto per guardarlo e lo vedevo soffrire, i suoi occhi stavano iniziando a prendere un bel colorito.
"bel" si fa per dire.
"promettimi che, se riesci, dopo mi darai la mano"
"ma perché vuoi la mano finn?"
"ho bisogno di conforto"
"va bene"
era tenero e si preoccupava per me.
Era una cosa che apprezzavo molto.
mi è parso, per un momento, vedere finn asciugarsi l'occhio, evidentemente piangeva.
Mi dispiaceva, così gli presi la mano.
che lui fosse in imbarazzo e sorpreso si vedeva ma non mi interessava.
"mi serve conforto"
gli risposi, quando stava evidentemente per parlare.
Eravamo amici, anche migliori amici.
Stavamo assieme tutto il giorno.
In questa giornata, lui aveva scoperto di avere un tumore ed aveva subito iniziato la chemion, evidentemente perché dalle risonanze si vedeva palesemente di cosa si trattava.
Finn è molto, ma davvero molto magro.
i suoi zigomi alti erano sporgenti, come le sue clavicole, che fuoriuscivano in modo davvero inquietante.
Era fottutamente alto e aveva capelli ricci, davvero carini.
"ho conosciuto Carly"
"oh...che ti ha detto?"
"che ti conosce tutto l'ospedale e che sei tanto gentile"
"Carly esagera"
"no, non credo"
Carly era un innocente bambina, che esagera sempre.
"quanto manca?"
"poco, finn, poco"
invece eravamo a metà.
Era solo passato metà del tempo.
Metà della tortura.
"ho conosciuto anche un ragazzi che credo abbia avuto un trapianto di cuore...ha una cicatrice sul petto"
"ah, hai conosciuto Ash. non lo ha ancora fatto...è sulla lista."
"ah..."
volevo cambiare argomento, ma finn smise di parlare e si mise a gemere di dolore.
"finn, calmati"
"no! fa male!"
"finn devi respirare forte"

finn's pov
ero ancora lì.
soffrivo come un cane e solo Jack si stava preoccupando.
Era la mia prima volta, ma faceva malissimo.
Ero sudato, puzzavo e non avevo alternative che distrarmi parlando, ma iniziava ad essere difficile anche quello.
non capivo come avrei potuto fare per soffrire di meno.
io e jack non ci lasciammo più la mano, fino alla fine della terapia.
riuscivamo a farci forza a vicenda.
le infermiere arrivarono dopo non so quante ore passate sotto quella tortura, e ci aiutarono a sederci sulle sedie a rotelle per portarci nella nostra stanza.
non ero mai stato così soddisfatto di me stesso.
iniziai a pensare di aver trovato il mio migliore amico, che mi stava vicino nel momento del bisogno.
jack era il mio migliore amico.
e gli volevo bene
siamo andati a fare la terapia assieme e ci siamo tenuti la mano dall'inizio alla fine.
non era necessario tenersi la mano dall'inizio alla fine,ma noi non ce la facevamo.
le mie mani avevano bisogno di quelle di jack.
non so per quale motivo preciso, ma jack mi faceva sorridere.
Arrivammo in camera e ci posizionarono sui letti.
Sembravamo di porellana.
eravamo delicati.
quando i medici decisero di andarsene, io e jack ci guardammo.
"grazie per essermi stato vicino, jack"
"grazie di esistere, finn"
eravamo sdolcinati tra di noi. le lacrime per il dolore ci rigavano il viso e scendevano in silenzio.
era una tortura.
ma nonostante questo, c'era Jack che faceva diventare tutto colorato, mi faceva ridere.
stavo bene con lui.
e solo con lui.
la notte era fuori dalla finestra e la pioggia picchiettava.
"adoro la pioggia"
"davvero, Jack? perché?"
"non lo so...mi rilassa sentire il rumore delle gocce sulla finestra"
"a me piace la neve"
"finn...hai visto la neve?"
"si tu no?"
"no mai"
"beh, la neve è soffice, bella, chiara, splendente...un po come te Jack"
"oh, grazie"
"ti voglio bene jack. non mollare."
"ti voglio bene anche io finn,e non mollare nemmeno tu."
"stammi vicino jack"
"stammi vicino finn"
provocandoci tanto dolore, allungammo le braccia e ci prendemmo la mano.
appena realizzammo di avercela fatta, ci guardammo e sorridemmo, ancora con le lacrime agli occhi.
ci addormentammo poco dopo, mano nella mano.

𝙇𝙚𝙜𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙖 𝙪𝙣 𝙩𝙪𝙢𝙤𝙧𝙚//𝙛𝙖𝙘𝙠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora