capitolo 14:non dirmi addio

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finn's pov
raggiunsi jack per dargli la bella notizia.
all'inizio sembrava incredulo, semnrava quasi scosso.
Ma poi sul suo volto comparve un sorriso gigantesco e delle tenere lacrime gli rigarono le guancie.
Mi diede la mano e provó a correre, ma lo fermai, dicendogli di camminare.
Lo avrei protetto, non gli sarebbe accaduto niente.
La dottoressa parlava con il chirurgo, come se dovessero trovare un accordo.
Ed infatti, era quello che stavano facendo.
entrammo e il chirurgo ci fece firmare ad entrambi i permessi.
poi, quando stava per parlare, noi ci baciammo in modo passionale, e Jack ogni tanto, si staccava dalle mie labbra per sorridere.
Non so cosa sia preso alla dottoressa, ma prese la mano del chirurgo.
Iniziò a piangere anche lei, e il chirurgo di fianco a lei aveva le lacrime che cercava di nascondere, ma non con i risultati sperati.
"per quale motivo state piangendo?"
Jack non era un tipo che tendeva ad avere segreti con gli altri, ma nulla avrebbe dovuto rovinare il nostro umore.
''jack, noi vogliamo operarvi prima di questi quattro giorni...lo riteniamo opportuno"
"e perché non ce lo ha detto prima?"
"beh...vi ho visti, siete una coppia stupenda. Ho paura."
"dottoressa, noi combatteremo contro questo schifo fino alla morte"
Jack non lo pensava davvero, ma era la prima volta che lo vedevo così distrutto.
"va bene, allora noi domani vi operiamo"
Io e Jack eravamo paralizzati.
la felicità scomparve e si poteva sentire dai miei pori.
invece sulla faccia di jack, le lacrime smisero di scendere, mi lasciò la mano e le infilò in tasca, sulla sua fafcia comparve un sorriso da maniaco, e gli occhi sembravano diventare rossi.
una trasformazione mai vista.
ma quello che disse dopo, fu peggio.
"voglio che operiate prima me"
la dottoressa guardò il chirurgo e poi annuì senza dire niente.
ma perché stava facendo questo?
io,arrabbiato come non mai, corsi via e mi chiusi nella mia stanza.
mi aspettavo che jack venisse a controllare come stavo, ma non lo fece.
Cercai nei cassetti di jack e trovai un block notes, uno di quelli che si trovano negli ospedali, quelli che usano anche i dottori.
sopra c'era scritto -Hospital notes-
lo aprì pensando che dentro non ci fosse niente, ma in realtà c'era un mondo di cui jack non mi aveva mai parlato.
Oltre agli sfoghi verso sua madre, oltre agli scarabocchi, le pagine bagnate dal pianto, c'era un disegno...un disegno.
in tutto il diario, in mezzo a quelle parole, c'era un disegno.
Era sempre stato bravo a disegnare, questo me lo aveva detto, ma non pensavo così bene.
c'era lui, come protagonista, affiancato da un ragazzo alto con i capelli ricci, che ho decodificato come me.
io avevo una mano avvolta intorno la sua vita, mentre lui aveva i pugni serrati.
Lui aveva una faccia arrabbiata, io guardavo verso il basso con un malizioso sorriso sulle labbra.
in una mano avevo una frusta.
dietro c'era la dottoressa e il chirurgo che si tenevano solo il mignolino.
le altr mani libere invece, avevano i bisturi diretti verso il centro del disegno.
il centro del disegno era uno scarabocchio strano.
aveva una forma irregolare, ma grazie ai colori, riuscivo a capire che era la massa tumorale di Jack.
il foglio era completamente bagnato dal sangue, come se avesse pianto sangue.
ma non poteva, quindi mi tranquillizzai.
a lato, in alto, c'era un elettrocardiogramma che segnava 70 battiti a minuto.
sotto ce n'era ancora un altro, però stavolta con 60 battiti a minuto, poi uno sotto con 50, poi 40,poi 30,poi 20 poi 10 e poi 0.
Lui è potenzialmente convinto che morirà.
dietro a quel disegno c'erano delle parole: -entrerò vivo, uscirò morto-
jack è convinto di non farcela.
questo spiegava il suo comportamento, il suo modo di fare.
mi ero tranquillizzato, così andai da lui.
Jack era seduto fuori la stanza, affogato dalle lacrime.
"finn, mi dispiace. sono un coglione"
"si, lo sei, ma ho capito..."
"io non ho tante possibilità di vivere"
"lo so, Jack. Ma devi combattere, non puoi arrenderti così. non mollare prima di iniziare"
"ma non ho abbastanza possibilità"
"Jack, nessuno ha abbastanza possibilità qui dentro. Domani affronteremo l'operazione."
"t-tu sei pronto?"
"n-no"
"e come fai a essere così sicuro?"
"perché ho un motivo per continuare a vivere"
"e quale sarebbe?"
"tu"
lui mi prese il volto e mi baciò con foga, tanto che dovemmo andare in stanza.
Facemmo l'amore in pieno giorno, di nuovo, eravamo assieme, nudi, sul letto, dopo due ore di sesso.
Quella stessa sera portai jack al KFC, come promesso.
si prese la porzione di alette di pollo più grande, con la maionese.
Aveva il vizio di sporcarsi il lato destro del labbro, il che lo rendeva tenero.
Spesso sorrideva con la bocca piena, e quando beveva la coca-cola cercavo sempre di farlo ridere, per fargli uscire la cola dal naso.
Sorrideva, rideva, e mi dava la mano.
ogni tanto ci scambiavamo occhiate nascoste e altre volte ci fissavamo mentre le nostre mani stavano attaccate come una guaina e i nostri piedi giocavano tra loro.
la gente che passava e vedeva quella scena, si allontanava.
ma niente poteva rovinare quella serata.
per finire, andammo al supermercato e comprammo una birra.
una sola, da dividere a metà.
andammo in autobus per tornare in ospedale, e nel frattempo, Jack cercava di aprire disperatamente la birra.
una gentile signora aprì la bottiglia a jaco con il ferretto del reggiseno, cosa abbastanza disagiante, ma divertente.
Jack assaggió la birra, poi mi guardò e disse
"uhm...si è buona ma non è il mio genere"
se la stava finendo tutta però.
afferrai la birra quando arrivò a metà, ed io mi bevetti la restante birra.
arrivammo all'ospedale, buttai la bottiglia, ed entrammo.
un appuntamento con i fiocchi.
arrivammo in stanza baciandoci con foga, come le poche ore prima, ma non facemmo niente.
ci stendemmo sul letto abbracciati.
"finn..."
"si?"
"promettimi una cosa."
"cosa ti dovrei promettere, Jack?"
"se dovessi morire..."
"jack,non dirlo nemmeno per scherzo"
"ascolta. se dovessi morire, promettimi che non ti suiciderai"
"promesso"
"e promettimi che ti troverai un altro e che ti accetterai per come sei"
"ok promesso. ora mi prometti tu una cosa jack?"
"si...che devo promettere Finn?"
"che non morirai"
"ci proverò"
io mi girai dall'altra parte del letto, e diedi a Jack la buonanotte.
Jack si alzò dal letto e si andò a coricare nel suo letto, augurando una buona notte anche a me.
Però, appena si sarebbe addormentato, sarei andato da lui e lo avrei abbracciato, e la mattina dopo si sarebbe ritrovato una sorpresa abbracciata a lui.

jack's pov
Quella mattina il tempo non era dei migliori, ma dovevo accettarlo.
mi svegliai abbracciato a finn.
feci attenzione e non lo svegliai.
sul letto di finn trovai le vesti per l'operazione.
con calma, facendo attenzione a non far rumore, mi svestii.
poggiai il mio pigiama al posto della vestaglia e mi infilai quest'ultima.
sotto ero completamente nudo.
La dottoressa e il chirurgo sarebbero arrivati a momenti...

𝙇𝙚𝙜𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙖 𝙪𝙣 𝙩𝙪𝙢𝙤𝙧𝙚//𝙛𝙖𝙘𝙠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora