-Ash.- mormoro piano, ferma in piedi sulla porta che dava sul salotto.
Il mio amico si è appena portato una fetta di pizza in bocca, riempiendola, quindi la risposta suonava come un: -Cfofa cfè?- che, tradotto forse dovrebbe essere: -Cosa c'è?-
Mi schiarisco la gola, poi gli mostro la scatola che ho in mano. -Quindi avete solo parlato.- la mia voce esce atona. Sono un po' delusa che non mi abbia detto tutto.
Il ricciolino si alza, avvicinandosi per guardare meglio la scatolina. Sicuramente la riconosce, dato che fa una smorfia appena la prese in mano.
-Forse ne dobbiamo parlare.-
Non voglio obbligarlo, ma dall'altra parte sono molto curiosa, che cosa è successo davvero con Chantal? Lui non le ha detto di essere gay? O peggio, glielo ha detto e lei non se n'è neanche curata?
-Come vuoi, non voglio che tu ti senta in dovere di...-
-Tranquilla, prima o poi te ne avrei dovuto parlare.- Mi fa cenno di sedermi sul divano e lui si posiziona vicino a me.
-Lei ha provato quasi subito ad abbracciarmi, ma, sinceramente, non me la sentivo. Dopo che ci siamo lasciati, ho scoperto tante di quelle cose oscene che faceva mentre stava con me. Non perché fossero oscene di per sé, ma nei miei confronti. I tradimenti erano la parte più indigesta. E così, quando ci siamo visti, tenerla tra le braccia non era esattamente la prima cosa che avrei voluto fare. Le volevo bene, ma tutto quel marcio che mi sono lasciato crescere dentro mentre stavamo insieme non mi piaceva e non volevo che quella sensazione tornasse.- Si rigira la scatola fra le mani, come un antistress. Poi si rende conto che è una scatola di preservativi e la posa sul tavolino. -Comunque, mentre parlavamo, di cagate aggiungerei, io mi stavo avvicinando all'uscita, perché già non ne potevo più, ma Chantal, in un lampo, mi ha preso per mano. Ed è stato talmente strano che per due minuti ho boccheggiato come un pesce appena pescato, senza dire una parola. Chantal deve averlo preso per uno stordimento dato dai miei sentimenti per lei, immagino li credesse immutati, quindi si è avvicinata sempre di più, fino a portare le sue labbra sulle mie. Ripensandoci, ho i brividi. In mezzo secondo però mi sono ripreso e l'ho allontanata. Non è successo altro, perché sono uscito subito, senza neanche salutarla.-
-Sono un po' confusa.- Indico la scatola sul tavolino. -E quelli?-
-Quando stavamo insieme, cavolo erano anni fa!, le portavo io una scatola come questa, che lei teneva dentro al comodino. Mi chiedo da quanto non apra quel cassetto, se lì c'era ancora questa...-
Inizia un silenzio che per me è stato solo imbarazzante, per Ashton probabilmente rigenerante, perché, più passa il tempo, più sembra rilassare i tratti del viso. Ma non possiamo restare zitti tutta la vita.
-Okay, Ashton, vieni con me.- Mi alzo e gli porgo la mano.
-Ti prego, basta, oggi no.-
-E invece proprio perché oggi ti senti giù, dobbiamo fare qualcosa che ti tiri su. Andiamo al bar.-
***
Da "andiamo al bar" a "facciamo il giro dei bar" è stato un attimo, aperitivo dopo aperitivo, mi sento sempre più leggera e contenta. Ora camminiamo verso casa, un po' traballanti.
-Ash, vuoi vedere un posto bellissimo?-
Il mio amico scuote la testa divertito. -Che posto?-
Scrollo le spalle. -Seguimi.-
Poco lontano dal mio quartiere, c'è un boschetto, che risale una dolce collina. Quando ero piccola, esploravo i sentieri che si diramavano in quella foresta, uno in particolare è stato difficile da trovare, perché in molti punti non è segnato, probabilmente è una strada che percorrono gli animali selvatici.
-Sicura, Bree?- Ashton sembra recuperare lucidità solo per pormi questa domanda.
Alzo gli occhi al cielo. -Dai!-
In meno di venti minuti, arriviamo in cima alla collina, che non è così tanto alta in realtà, ma la vista resta una meraviglia lo stesso: le casette bianche o dai colori pastello dei nostri quartieri spiccano in mezzo al verde dei prati, inoltre inizia a calare il sole, ricoprendo tutto di una luce dorata.
Ashton arriva accanto a me, col fiato grosso. -Perché... hai dovuto... correre, nell'ultimo... tratto?-
-Eravamo quasi alla meta, sono impaziente.- mi siedo sull'erba soffice e faccio cenno al riccio di imitarmi.
-Che ne dici?-
-Sono stupito, sembra che abbiamo scelto l'ora perfetta per salire fin qui.-
Ecco, il tramonto. Le nuvole si stanno tingendo di rosa, arancione e il cielo di un color oro splendente, ogni cosa sembrava avvolta da un manto caldo. Guardo Ashton, che nello stesso istante si gira verso di me, poi mi appoggio alla sua spalla e lui mi circonda la vita col braccio, poggiando la sua testa contro la mia. Sento il suo odore fresco e pungente, che quasi mi stordisce, riempirmi le narici.
-Bree.- lo sento sussurrare, come se avesse paura di rovinare l'intero momento alzando un po' la voce. -Ho bisogno di te.-
Mi metto seduta, per guardarlo in faccia.
-Ho bisogno che tu creda che io sia gay e che non continui con questa storia.-
Ora inizio ad essere confusa. -No, Ashton, io...-
-Aspetta.- Mi interrompe. -Io so cosa voglio, questi espedienti non mi faranno cambiare idea, ci abbiamo provato in mille modi e non ha funzionato. Voglio davvero provare ad innamorarmi di...-
-Di un ragazzo?-
Annuisce, lentamente.
-Io non rinuncerò, Fletcher.- Ashton rabbrividisce sentendo il suo secondo nome. -Nel tempo libero continuerò a dimostrarti quanto ti conosco.-
-E va bene.- Ashton si alza e mi porge una mano, invitandomi a fare lo stesso.
Una volta in piedi, uno di fronte all'altra, ci guardiamo negli occhi. Devo dire che è proprio bello, nella luce del tramonto, i suoi occhi hanno una sfumatura ambrata o dorata, come due pozze di luce, i capelli così morbidi gli ricadono sulla fronte in modo scomposto, creando strane ombre sul suo viso. Mostra un mezzo sorriso, evidenziando una fossetta profonda come la Fossa delle Marianne.
-Ti dimostrerò che sono gay.-
Detto questo, posa le sue labbra sulle mie, prima che possa pronunciare mezza sillaba.
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30 reasons || Ashton Irwin
Fanfiction-Io sono gay.- -Ashton, ti conosco da troppo tempo. Tu sei il ragazzino che collezionava riviste di play boy e spogliava apposta le mie barbie per vederle nude.- -Bree, ora tutto è diverso.- -Tu sei etero, Ashton. Te lo dimostrerò.- -Come?- -Ti darò...