Capitolo 11

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Ashton non mi parla da venti minuti. Io non so come iniziare. Quindi camminiamo vicini, ma in silenzio.
Potrei chiedergli com'è andata con Chantal? Non oso. Lui probabilmente non osa chiedermi cosa ci facessi con i tre amici.
Ma non ne posso più di tutto quel silenzio.

-Senti, Riccioli d'oro, una domanda a testa, quella che vuoi, l'altro è obbligato a rispondere sinceramente-
-Mi avresti risposto sinceramente comunque e lo stesso avrei fatto io- dice alzando gli occhi al cielo.
-Sì, ma inizia tu-
Ashton si inumidisce le labbra -Come ci sei arrivata lì con loro tre?-

Gli spiego velocemente la storia, omettendo il fatto che fossi finita in quel vicolo perché non sapevo dove andare dopo averlo lasciato con quella ragazza.

-Tocca a me- dico, prima che possa chiedermi qualcosa -com'è andata con lei?-
Ashton fa una smorfia, tira un calcio ad un sasso e sbuffa.
-Abbiamo parlato, di come va, come non va, ma sinceramente non volevo stare con lei. Ero nervoso, non perché imbarazzato o altro, credo perché stavo perdendo tempo, lei non la voglio più vedere-
Lapidale.

Decido di non tornare piu sull'argomento.
-Okay, che ti va di fare adesso?-
-Sinceramente? Nulla- sorride, ma è un sorriso di circostanza, come se stesse pensando ad altro.
-Andiamo da me, ti va una pizza?-

Stiamo guardando la TV con la pizza sulle gambe, cosa che mi mette un po' in imbarazzo, anche se ormai avevo preso la residenza anche a casa di Ashton, mi avevano sempre insegnato che mangiare sul divano non si faceva. Ma lui non sembra preoccuparsene.

Lo schermo del mio cellulare si illumina, attirando la mia attenzione (e quella di Ashton).

-Chi è?- chiede, fingendosi disinteressato.
-Stocaz...- mi blocco, leggendo il nome sul display.
Luke Hemmings.
Oh miseriaccia.

-Porca paletta!-
Ashton inarca un sopracciglio -Chi è?-

Lo ignoro, andando subito ad aprire il messaggio: È stato bello oggi! Grazie :)

-Iperventilo- inizio a sventolare una mano davanti alla faccia, per farmi aria.

Nella mia testa stanno già partendo mille filmini mentali. Sì, insomma, Luke mi ha scritto, assurdo, neanche nei miei sogni oso immaginare cose del genere.

-Capirai- sbuffa il mio amico, masticando una fetta di pizza.
Ecco che suona il campanello.
Che Luke sia venuto fino qui per prendermi in braccio e portarmi al castello delle principesse? Mi blocco davanti al divano, lasciando gridolini.

-Oh santissimi numi! Piantala- Ashton per poco non si strozza con la saliva, per zittirmi, così, visto che lui tossisce disperato, vado io ad aprire la porta.

E quello che trovo davanti ai miei occhi non è Luke Hemmings vestito da principe azzurro su un cavallo bianco.

-Chantal?- quasi mi strozzo io questa volta.
-Oh ciao- dice freddamente, sorpresa di vedermi. -Ashton è in casa? Ha dimenticato questo da me-
Mi mostra l'unica cosa che non avrebbe dovuto mostrarmi mai nella vita, mai in questa vita.

-No, impossibile- replico, sicura che non sia sua.

La biondona ride, falsissima, cosa che mi fa venire una gran voglia di spaccarle i denti con una testata -Ehm no, possibilissimo. Ridagliela tu, sennò entro io e gliela riconsegno da sola, se non ci credi-

L'aria che esce dal mio naso è come gli sbuffi di vapore dei tori incazzati neri nelle arene: avete presente i cartoni, quando i loro occhi diventano rossi perché vedono il lenzuolo rosso e dalle narici esce vapore vero e proprio? Ecco, uguale, occhi, naso e tutto il resto.

-Gliela consegno io, grazie-
Ci sorridiamo in modo schifosamente falso, come per fare a gara a chi debba smettere prima. Poi lei mi lancia la scatola di preservativi, aperta da un lato.

-Salutalo da parte mia-
Non riesco neanche a trovare una risposta degnamente fastidiosa da dire, mi limito a sbattere la porta.

30 reasons || Ashton IrwinWhere stories live. Discover now