CAPITOLO 9

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Non posso crederci, e ora che faccio.

Mi guarda senza far trasparire alcun tipo di emozione.

Ha le braccia tese e i pugni ancora chiusi con qualche macchia di sangue sopra le nocche.

Le spalle si alzano e abbassano velocemente e il suo respiro è irregolare per via della rissa avuta poco fa. I suoi occhi sono chiusi a fessura e la sua espressione è........arrabbiata.

È arrabbiato con me, e ora cosa ho fatto, spero solo che non sia arrabbiato per via di quel ragazzo, in fondo non gli ho chiesto io di intervenire, anche se senza di lui non so cosa sarebbe successo.

Cavoli, è così tremendamente sexy in questo momento, con i jeans un po aderenti, la camicia bianca, che come sempre lascia scoperto un po il petto e un giubbotto di pelle.

Natasha riprenditi, mi schiaffeggio mentalmente per poi ritornare alla realtà.

Sono ancora seduta li per terra, su quel pavimento gelido e vedo lui guardarmi da sopra.

Ha intenzione di guardarmi per tutto il tempo. Penso tra me e me.

《Su, forza, alzati》mi dice freddo come il ghiaccio, come se non fosse successo nulla.

Mi tende una mano, in quel momento tutto ciò che voglio e avere un contatto con lui, con la sua pelle, col suo calore.

Un po tremolante prendo la sua mano che mi aiuta dolcemente ad alzarmi da terra.

Una volta in piedi la lascia con distacco.

Perché si sta comportando così, proprio non lo capisco, in fondo dovrei essere io quella arrabbiata.

《Stai bene?》mi chiede, finalmente con un tono più dolce di prima anche se sempre distaccato, ma non capisco il motivo

《Sì, credo di si》rispondo con voce tremante, in realtà non so nemmeno io come sto, beh sicuramente sono ancora scossa per tutto quello che è successo, ma non so perché ora che c'è lui mi sento più tranquilla, mi sento al sicuro, perché so che al suo fianco non mi accadrà mai nulla.

《Bene, ora andiamo》non riuscì a capire le sue parole che mi prese per un braccio trascinandomi tra la folla e dirigendoci verso l'uscita, ma non potevo andare via c'erano le mie amiche li e si sarebbero di sicuro preoccupate se non mi avrebbero più vista e poi dove mi stava portando.

《Cristian, aspetta, fermati》cerco di fermarlo dal trascinarmi fuori da li ma invano perché non mi diede ascolto e continuò a camminare fino all'uscita.

Improvvisamente fui colpita da un' ondata di vento che mi fece venire i brividi lungo tutto il corpo, e in quel momento mi maledi mentalmente per aver messo un abito così leggero.

Cristian notò il mio tremore e con fare agile si tolse la giacca e me la porse dolcemente

《Prendila》mi disse con tono severo , più come se fosse un ordine che una richiesta

《No, ehmm, non c'è ne bisogno》risposi un po imbarazzata per via di quella situazione

《Maledizione Natasha , prendi questa giacca e basta》disse quasi urlando, ma che diavolo aveva, prima era dolce e un secondo dopo mi urla addosso, questo ragazzo non lo capirò ne ora ne mai, è impossibile stare dietro ai suoi cambiamenti d'umore.

Non volendo farlo arrabbiare ancora decido di prendere quella dannata giacca senza fare storie.

La sfilo dalle sue mani sbuffando e la indosso.

È molto calda anche se è il triplo di me e mi arriva fin sotto al sedere e sono obbligata a piegare le maniche.

《Calmati un po》rispondo irritata dal suo comportamento.

Il mio migliore incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora