Parigi, anno 1482
Se qualcosa non era cambiato in quegli anni a Parigi erano sicuramente le abitudini di Claude Frollo, l'arcivescovo di Notre Dame nonostante fosse l'ultimo ad andare a dormire era sempre il primo a svegliarsi, si dedicava alle letture sull'apocalisse fin da appena sveglio, sistemava la propria stanza in un ordine quasi maniacale e solo quando era tutto in perfetto ordine si dedicava alla passione per l'alchimia. All'inizio da ragazzo si ritieneva scettico ed incoerente, disprezzare la magia degli zingari di Parigi ed apprezzare comunque i valori dell'alchimia, ma il suo animo si risanò quando il maestro, uno dei curati della cattedrale, gli spiegò che quella non era magia , bensì scienza e storia, era un'arte, una conoscenza che solo pochi erano in grado di studiare ed approfondire. più tardi, anche dopo la morte del curato, Claude continuò con i suoi studi sull'alchimia facendola quasi diventare una regola nella sua vita al pari della religione. Quella stessa passione gli aveva anche regalato diversi nomi con la quale le persone lo chiamava lontano da orecchie indiscrete, come "sciamano", "stregone" o "alchimista", ma si sa che le mura di Notre Dame hanno orecchie ovunque e nulla passava inosservato a Claude Frollo.
Quella mattina però le abitudini dell'arcidiacono dovettero cambiare, difatti la sera prima si era accorto che lo scorte di pane e di vino per la santa messa erano quasi terminate, avrebbe volentieri lasciato l'ingrato compito a uno dei tanti curati in quella cattedrale, ma poi ci ripensò riflettendo sul fatto che uscire avrebbe voluto significare passare dallo speziale che avrebbe potuto fornire lui qualche ingrediente per l'alchimia. prese le tre monete d'argento ed alcune di bronzo dal cesto delle offerte, realizzando di non sapere quanto sarebbe costata la sua spesa. Tornò ai piani superiori controllando che la sua stanza fosse ben chiusa e dopo un'altra rampa di scale si trovò vicino al campanile dove si sollevava un profondo ronfìo, Claude cercò di soffocare un colpo di tosse provocato dalla polvere che ogni suo passo alzava.
Con uno sguardo quasi paterno guardò quella figura deformata dormire sotto un pezzo di straccio che qualcuno ostentava a chiamare coperta. Con un leggero sospiro si avvicino e accarezzò la gobba della creatura sollevando il pezzo di stoffa. Quasimodo si dimenò sentendo subito la mancanza del calore della coperta e quando aprì gli occhi sorrise nel vedere il padrone accanto a lui che lo guardava con tenerezza e non come tutti facevano, come un mostro, ma subito si riscosse di scatto, per quanto la sua schiena deformata gli permettesse.
<< M-mi sono scordato di suonare le campane? Perdonatemi padrone non accadrà più, mai più >>
disse lui piagnucolando, a Frollo faceva sempre uno strano effetto sentirlo parlare, con quella sua voce impastata di chi non parla mai con nessuno e con una pronuncia a volte scorretta data dalla sua sordità. Il curato aspettò infatti che si alzasse per poter farsi leggere il labiale, ma ciò non accadde, Quasimodo teveva le mani sopra la testa quasi aspettando un pugno o uno schiaffo che non sarebbe mai arrivato.Claude si inchinò e gli allargò dolcemente le braccia che nascondevano il volto del ragazzo ancora terrorizzato, lo guardò e Claude cominciò a parlare stando ben attento a scandire le parole
<< Tirati su, sto andando a fare spese ricordati di suonare le campagne alle otto in punto per la santa messa, a dopo >> .Passò con andatura svelta accanto al muro di una delle navate laterali notando immediatamente il cambio di temperatura che si faceva più fredda ed intensa man mano che si avvicinava al grande portone, si strinse nel suo mantello e finalmente uscì avanzando in modo più pacifico, abituandosi soprattutto a quel freddo che sentiva nelle vene, forse avrebbe dovuto coprirsi di più.
Il suo sguardo cadde su uno zingaro poco distante da lui che stava attirando una folla consistente intorno a se esibendosi nei giochi di prestigio, Claude guardò il suo abbigliamento, una leggera maglia da straccione e dei pantaloni che non arrivavano neanche al ginocchio, anche se quest'ultimo non sembrava minimamente incassare la temperatura, ma invece continuava a sorridere e fare battute a gran voce, alcune davvero deplorevoli a giudizio del curato.
Fece finta di nulla nonostante fosse da lui cacciare in malo modo quegli individui davanti alla piazza della cattedrale, colpa della temperatura o della poca voglia lo lasciò stare arrivando dopo qualche minuto a destinazione prendendo il pane e il latte per i curati ed il vino per le celebrazioni che solitamente era di scarsa qualità, spendendo così tutte le monete di bronzo che aveva.
Nella strada del ritorno fu sollevato nel sentire in lontananza le campane che Quasimodo stava suonando allegramente, forse un po' troppo allegramente dato che anche dopo qualche minuto il suono non accennava a terminare.
Si avviò con passo più spedito, giocando nervosamente con le monete d'argento che aveva in tasca chiedendosi come mai quell'atto così poco disciplinato da parte del ragazzo.
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Inter sidera versor
FanfictionEsmeralda x Frollo Anno 1482, Parigi La vita dell' imperscrutabile arcidiacono di Josas si fonde inevitabilmente con l'innocenza della bella Esmeralda. Dal testo > La guardò notando che non era vestita in modo più coperto di quello straccione che l'...