•Gli amici di sempre•

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Quel pomeriggio, in quella casa, si poteva sentire profumo di Natale e d'amore. Martino e Niccolò ogni anno si divertivano nell'addobbare, fin dagli ultimi giorni di Novembre, tutti gli angoli di quella piccola dimora. Anche Martino era diventato un fan di quella festività, da quando nella sua vita era entrato Niccolò. Prima di lui, la considerava una festa qualunque. Pranzo con i soliti parenti che fanno le solite domande, la tombola, i familiari che vedi una volta all'anno, e poi spariscono. I regali che fingi di apprezzare, ma che invece ti fanno schifo e nemmeno li usi.
Ma da quando c'era Niccolò, era tutto diverso.
Facevano l'albero insieme, addobbavano ogni angolo della loro casetta, del loro nido. Al suo fidanzato piaceva tanto, e aveva trasmesso la gioia anche a lui.
Quella casa profumava d'amore. Il loro.
Non mancava molto all'arrivo dei Contrabbandieri, e Martino camminava avanti e indietro per il salotto, mangiucchiandosi le unghie.
" ma stai fermo un secondo per favore? mi sembri un disco rotto." esclama il più grande, sorridendo.
Non lo vedeva così ansioso da tempo.
Avrebbe rivisto i suoi migliori amici, tutti insieme, come al liceo.
" senti, non li vedo da tanto, e poi voglio che la casa sia perfetta. Non tutti ci sono ancora venuti qui dentro. Ci siamo sempre visti al campetto, al baretto della scuola o a Bracciano. Solo Gio è venuto qui, a giocare alla play mentre tu eri in Università e io mi annoiavo. Non sto tranquillo, se vuoi tanto saperlo." rispose Martino, visibilmente nervoso e intrepido. Prese il deodorante per ambienti, e lo spruzzò in tutto il salone.
Quella risposta, seguita da quell'atto, fece sorridere Niccolò. Un sorriso vero, quello che gli spuntava solo con il suo Martino.
" sembri mi madre, giuro." risponde poi, guardandolo negli occhi, con un velo di sarcasmo.
Ma l'attesa di Martino finì. Il citofono squillò.
Come un razzo, Martino corse ad aprire. Aveva gli occhi visibilmente lucidi e colmi di felicità.
Non chiese neanche chi ci fosse attaccato al citofono, sapeva già che fossero loro. Schiacciò il tasto per aprire il portone, e aprì la porta di casa. Si sentivano in sottofondo le risate di tutti, il rumore della plastica delle loro scarpe che aderiva sulle scale di quel condominio. Si sentiva anche Luchino, che non smetteva un secondo di parlare, e aveva il fiato corto.
La loro casa non si trovava molto in alto, quindi in un paio di minuti ( che a Martino erano sembrati l'eternità) arrivarono. Eccoli, Gio, Elia, e Luchino a chiudere la fila, con le buste della spesa in mano, nascosti da sciarpe al collo e cappotti enormi. Quell'anno a Roma aveva nevicato, non capitava spesso, e per questo motivo faceva molto freddo.
Entrarono in casa, correndo ad abbracciare la loro coppietta preferita.
"buon natale polipetti!" ecco, Elia e il suo soprannome, che non smetteva di ripetere ai due fidanzati. Anche gli altri, quasi in coro, si fecero gli auguri.
Posarono la spesa e Niccolò, Elia e Luca la sistemarono in tavola. Gio e Marti si misero sul divano, a giocare a Fifa. Ma Gio non sapeva stare zitto con il suo migliore amico, e finivano sempre per parlare di Nico.
" zi mi sembra alla grande comunque. Vi vedo felici, sono contento." lo fissò Gio, con il joystick in mano.
" per ora non posso lamentarmi. Lui si cura, prende le medicine, e io ci sto attento e cerco di prendermi cura di lui come posso. Però è migliorato, e sono felice."
" lo vedi che non era nulla di cui preoccuparsi, zi? te lo aveva detto pure quel disperato del dr. Spera, non c'è nulla di cui avere paura. E comunque ti ama tanto, si vede." Martino a quella frase sorrise, e rispose a quelle parole con una pacca sulla spalla. Mamma orsa Giovanni aveva fatto la sua parte, come sempre.
"ho interrotto qualcosa?" arrivò Niccolò, sedendosi in braccio al suo fidanzato. Si misero a chiacchierare, mentre Elia e Luchino si erano messi a sedere nelle due poltroncine accanto al divano, accendendosi una sigaretta. Parteciparono alla discussione. Ragazze, vita, ed esperienze passate erano i loro principali argomenti.
Arrivarono anche gli altri: le ragazze, insieme a Filippo, che si era unito a loro per fare i regali di natale insieme. Arrivarono anche Edo e Ele, poco dopo.
Entrando, Silvia aveva raggiunto il suo Luchino, appoggiandosi sulle sue ginocchia. Sofia andò dal suo Gio, e decisero di aggiungere qualche decoro natalizio alla casa, e Filippo si mise a parlare con Martino. Il loro legame era molto forte, con lui poteva parlare di tutto. Elia se ne stava sulla poltroncina, con una sigaretta in mano e una birra che teneva in mezzo alle gambe. Ascoltava i discorsi che riusciva a sentire, e faceva qualche battuta, ogni tanto.
Quella vigilia proseguì come l'ultima passata insieme: tombolata, canzoni di Natale a tutto volume, i regali scartati seduti in cerchio sul pavimento, mille risate.
Gio era a preparare lo zabaione insieme a Niccolò, ormai era diventata una loro tradizione, mentre parlavano di Martino; Filippo e Martino chiacchieravano seduti sul divano, un po' di Niccolò, un po' sulla presunta bisessualità nascosta di Elia (che ancora non ammetteva); Eleonora ed Edoardo parlavano con Eva, Sana e Federica di come le cose stessero andando alla grande in America, di quanto essa fosse immensa e stupenda, di quanto fosse romantico Edoardo, quando la portava in spiaggia di notte, a vedere le stelle; Silvia e Luchino amoreggiavano, seduti sulla poltrona, Silvia ascoltava i discorsi delle ragazze, e Elia, seduto sull'altra poltrona con una birra in mano, parlava con Luchino delle sue conquiste amorose.
C'era aria di famiglia, oltre che di Natale. Erano uniti, nonostante non andassero più al liceo.
" bhe insomma vedo che va tutto bene, Rose!" disse Filippo a Martino, indicando con un cenno del capo Niccolò, che era in cucina con Gio, intenti a preparare lo zabaione.
" si va tutto bene. Ci amiamo tanto, e insieme qui siamo più tranquilli. Poi per il futuro non lo so, ma il nostro motto è «minuto per minuto», viviamo alla giornata, quello che succederà lo vedremo." disse Martino a Filippo, visibilmente innamorato. Filippo era contento di vedere il suo amico finalmente felice con il suo fidanzato.
" giusto, minuto per minuto, me ne avevi parlato. È una cosa veramente bella da dire ad una persona che soffre di quei problemi. È bello che tu gli stia sempre accanto." Filippo sorrise a Martino, mettendogli una mano sopra alla spalla.
Intanto, in cucina Gio e Nico stavano parlando, mentre cucinavano quello che doveva essere uno zabaione.
" come va? vi vedo felici, sono contento." Gio era felice del cambiamento del suo migliore amico, dall'arrivo di Niccolò. E lo rendeva fiero vederlo felice. Erano come fratelli, loro due.
" si, va bene tra di noi. Ora che viviamo insieme è tutto più semplice. Lo amo, Gio. Non glielo dico spesso, ma lo amo davvero. Amo anche voi, il fatto che mi consideriate parte del gruppo, che mi vogliate bene. Voglio far parte della vita di Martino, in ogni cosa. E voi ne siete stati capaci fin da subito. Soprattutto a Bracciano. " Niccolò sollevò la testa dal piatto dove stava girando gli ingredienti, e guardò Gio, sorridendo. Che bel ricordo che avevano di Bracciano, come dimenticare quel giorno.
" Era innamorato, si vedeva. Ho fatto solo il 'fratello' della situazione. Vi ho aiutati con piacere. E poi, volevo conoscerti. "
" Gio? "
"mh? "
Niccolò diventò rosso, titubante. Nervoso.
"voglio chiedere a Martino di sposarmi." alla fine prese coraggio, e sputò fuori queste parole, guardando il migliore amico del suo fidanzato negli occhi, con una ciotola azzurra in mano.

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