•L'albero di Natale•

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Niccolò era diventato il suo motivo di sorridere, e Martino lo sapeva bene. Con lui non deve più soffrire, mentire, fingere di essere qualcuno che non è, facendo lo stronzo.
Nonostante vivesse una vita frenetica, quando arrivava a casa si ritrovava sempre il sorriso stampato sul viso, perché solo Niccolò, è in grado di renderlo veramente felice.
Proprio a questo sta pensando, quando si gira verso il suo fidanzato e lo vede con le lucine di natale addosso che canta la canzone in radio, e non gli resta che sorridere, insieme a lui, guardandolo con gli occhi innamorati, perché è questo l'effetto che gli fa.
Più lo guardava, più non ci credeva, non realizzava come un ragazzo così bello fosse tutto suo.
E sorride, al pensiero. Lo guarda mentre monta l'albero con le luci e tutti i pezzi di albero che gli cadono addosso. La voce di Niccolò lo distrae dai suoi pensieri: "Mi dai una mano o pensi di rimanere lì impalato a guardarmi? Sembri un anziano che guarda il cantiere. È 2 metri sto albero, non ci riesco da solo."
"Peccato, era così bello vederti concentrato a montare un albero che è il doppio di te" si avvicina, e afferra l'altro lato dell'arbusto, che avevano scelto insieme al vivaio.
"Guarda che non sei spiritoso. Tira su, vai." Insieme riescono a tirarlo su, come del resto tutto ciò che fanno. L'uno fa la forza dell'altro,sempre.
Lo guardano soddisfatti, con le mani sui fianchi.
"Sarà anche bello il Natale, ma mi fa venire il mal di schiena."
Si lamenta sempre, pensa Niccolò, e si fa scappare un risolino.
"Non lamentarti, o il massaggio stasera non te lo faccio." ridacchia il più grande, si avvicina e lo afferra per i fianchi, con un'espressione perversa in faccia.
"Lo sai che sei bello con gli aghi di pino addosso?" lo spazzola con la mano e gliene leva alcuni, tra un bacio e l'altro. I corpi si avvicinano, si toccano, e quelle pacche per mandare via gli aghi ora sono diventate carezze. E i baci non sono più solo baci, sono diventati passionali. Niccolò afferra Martino per i fianchi e lo spinge sui suoi, suscitando un mugolio da entrambi.
"Forse non dovresti fare così, sai?" sussurra Martino all'orecchio di Niccolò, leccandogli il lobo, piano.
Niccolò non resiste a quelle tentazioni. Non resiste a Martino, la sua tentazione perenne. Non resiste neanche se indossa il pigiama, la tuta, o i maglioni di natale anti-sesso.
"Fanculo, l'albero può aspettare." le labbra si confondono in un bacio, un bacio passionale. La lingua di Niccolò incontra quella di Martino, i corpi si uniscono, quasi a diventare una persona sola.
Le mani attraversano entrambi i corpi, freneticamente. Si cercavano, l'uno con l'altro, desiderosamente.
"Sei la cosa più eccitante che potessi desiderare." sussurra Niccolò. È innamorato. Lo sa,e gli piace.
" Ti amo Nì.." non riesce a terminare la frase, che Niccolò lo bacia, afferrandogli i capelli, e portandolo lentamente verso la loro stanza.
Quella stanza, era diventata la loro bolla. Tutta la casa lo era, ormai. C'erano molti ricordi di quando erano al liceo: i bigliettini di Niccolò, le marionette del nonno, l'ukulele, quel filo rosso, i vestiti di Halloween, i disegni di Niccolò, la foto al lago, con i Contrabbandieri, incorniciata sul comodino. Il libro di Stefano Benni. Il pianoforte di Niccolò, che solo loro potevano ricordare la fatica per portarlo in quella casa.
Tutta la casa era piena di loro foto. Cornici grosse, piccole, collage. Quella casa profumava d'amore. Il loro.
Anche quella camera, ora, profumava. Di sesso,d'amore. Di gemiti, di passione.
Martino era sdraiato sul letto, la sua maglia per terra, Niccolò stava sopra, con le braccia tese e le gambe avvinghiate a lui.
"Sei così bello, che è impossibile non scop.." sussurra Niccolò, con un gemito, guardandolo attraverso uno spiraglio di luce in mezzo al buio della stanza.
"Sei sempre così volgare." lo interrompe, baciandolo.
"E scemo." un altro bacio.
"E ti amo." un altro bacio ancora.
" E tu sei così sexy..." disse Niccolò, slacciandogli i pantaloni.
"Ora forse dovresti smettere di parlare." rispose il roscio, mordendosi il labbro inferiore.
" Certo che smetto, avrò la bocca impegnata." rispose il ragazzo, morendogli i fianchi e facendolo dimenare. Martino sorrise, imbarazzato.
Niccolò gli sfilò i pantaloni del pigiama e gli slip.
Si spogliò anche lui. Avvertiva caldo, forse per i termosifoni accesi, forse per l'eccitazione.
Era magico, quando facevano l'amore. Si completavano. Uno in simbiosi con l'altro. I loro corpi si univano, e regalavano gemiti, orgasmi.
Ed erano venuti, quasi contemporaneamente.
Niccolò si mise sopra di lui, abbracciato, ancora ansimante. Gli accarezzò i capelli.
Erano morbidi, e le mani di Niccolò si ritrovavano sempre lì, o sul viso, in qualsiasi momento.
" Sei pazzesco Nico..." lo baciò, prima sulle labbra, poi sul mento, sul collo, e sulla spalla nuda.
" Tu lo sei. Tu sei l'uomo della mia vita, Marti. " sorrise Niccolò, arrossendo per quel gesto.
"L'uomo della mia vita." rispose lui, accarezzandogli il viso.

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