•Una nuova vita•

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Martino e Niccolò passavano le giornate così, vivendole minuto per minuto, come si erano promessi quella mattina in quella stanza, mangiavano schifezze, facevano l'amore, facevano maratone di serie tv e di film super romantici che li facevano sempre piangere, ma che bastava un bacio per rimettere tutto a posto. A volte discutevano, ma ben presto si scioglieva sempre tutto in un abbraccio, che prolungava in un bacio, e poi riempendo la casa d'amore e di suoni fantastici.
Niccolò era seguito da un dottore per la sua "personalità borderline", che tanto aveva fatto preoccupare Marti ed i Contrabbandieri, che volevano molto bene ad entrambi e passavano molto tempo insieme a loro, come al liceo, nonostante le loro strade fossero diverse.
Il liceo era finito, e tutti ormai avevano trovato un posto di lavoro o in Università. Alcuni di loro erano lontani, ma le occasioni per vedersi tutti insieme erano tante.
Martino e Niccolò abitavano insieme nella casa della nonna di Nì, arredata come loro due avevano deciso, con l'aiuto di Filo, che si era riscoperto designer.
Con lui il rapporto era bellissimo, spesso andava a trovarli in quella casetta, passavano i pomeriggi insieme, e "l'uomo gay pride" scherzava spesso su quali zozzerie potessero fare quei due soli in quelle 4 mura. Filippo poteva solo immaginarsele, ma solo loro due sapevano quante ne facessero. Spesso Martino raccontava all'amico delle loro avventure, ma non sapeva tutto. Ed era il loro piccolo segreto.
Ora vivevano solo loro due, non c'era nessun genitore che rientrasse prima a casa dal lavoro, nessuno che potesse chiamarli per tornare a casa, non dovevano mentire su dove fossero, per stare insieme. Tutti sapevano della loro bellissima storia d'amore, erano tutti molto fieri. Si sentiva il loro amore da kilometri. Il loro amore riecheggiava in tutta Roma, lo emanavano nell'aria. Erano così, l'uno completava l'altro. Le due metà perfette di una mela.
Qualunque impegno diverso avessero durante la giornata, alla sera rientravano in quella dimora e stavano insieme. Era il loro momento.
Martino dirigeva una radio, insieme a Silvia, e avevano deciso di chiamare "radio Osvaldo" in ricordo del loro passato. Era ben presto diventata abbastanza popolare tra i ragazzi, soprattutto quelli del liceo Kennedy, che erano venuti dopo di loro. Li consideravano un po' come "pilastri", quei ragazzi poco più grandi di loro, che pochi anni prima avevano frequentato quello stesso liceo.
Ora Niccolò studiava all'università, ma non con Maddalena. Era rimasto a Roma, studiava Arti e Scienze dello spettacolo, voleva diventare un musicista, e Martino non poteva che essere fiero di lui.

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