•Vuoi sposarmi?"

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Il rumore delle chiavi nella serratura interruppe il silenzio di quella casa. Il pranzo di Natale era stato lungo ed estenuante, e Martino aveva solo voglia di sdraiarsi sul divano, e addormentarsi guardando distrattamente una serie tv messa a caso. La stessa cosa non si poteva dire di Niccolò, che ogni minuto che passava, era sempre più agitato. Erano appena le 5 del pomeriggio; i due fidanzati avevano trascorso una bellissima giornata, in compagnia delle loro famiglie. Martino aveva giocato tutto il giorno con il suo fratellino, e Niccolò aveva parlato con sua suocera ed il resto della famiglia.
Avevano stretto un ottimo rapporto, soprattutto con la mamma di Marti. Ma in fondo come si può non adorare la madre del tuo ragazzo, colei che lo ha creato e cresciuto, e che è sempre così disponibile e gentile? Ora che vedeva suo figlio felice, e con una persona così bella al suo fianco, non aveva più paura a rimanere sola, senza suo figlio in casa. Aveva smesso di piangere e di soffrire, ed aveva imparato a convivere con la solitudine. Le bastavano le visite settimanali che Niccolò e Martino le facevano, parlando di quanto Niccolò fosse poco bravo a stirarsi le camice da solo o di Martino che lavava i pavimenti e gli urlava contro se provava a passarci sopra, ridendoci su come matti.
Ma ora nella testa di Niccolò c'era solo una cosa: la proposta. Avrebbe aspettato che Martino si facesse una doccia calda e successivamente si riposasse un pochino. Correre e giocare con il suo fratellino lo rendeva felice, ma sempre molto stanco.
Così si tolse la giacca all'entrata, appendendola all'attaccapanni dietro il portone, e si diresse verso il divano, dove sprofondò. Accese la tv e invitò il ragazzo a fare lo stesso.
Doveva distrarsi, prima delle 10 di quella sera. E così si rannicchiò tra le braccia del suo ragazzo, addormentandosi tra le sue carezze sulle guance e qualche bacio di sfuggita sulla nuca.
A risvegliarlo, poche ore più tardi, fu il profumo di cibo proveniente dalla cucina, dove Martino stava cucinando. Amava le ricette del suo ragazzo. Considerate le poche doti culinarie di Nico, Marti era l'unico nella coppia a dover cucinare. Ma a lui piaceva prendersi cura di Niccolò, e a Niccolò piaceva vederlo mentre si cimentava in cose nuove.
Così si tirò su dal divano, pigramente, e seguì quella scia di profumo.
"che hai fatto di buono stasera?" chiese, abbracciandogli i fianchi da dietro, e stringendosi contro la sua schiena. Da lì poteva sentire benissimo il suo profumo, nonostante stesse cucinando riusciva a sentirlo benissimo.
" ho scaldato un po' di avanzi che mi ha lasciato Anna, e poi c'è del pandoro se lo vuoi."
" non hai mangiato abbastanza oggi a pranzo?"
Niccolò amava prenderlo in giro, e soprattutto la sua reazione, che ogni volta lo faceva ridere.
" che vuoi, io ho fame! tu fai come vuoi. Io vado dove il mio stomaco mi dice di andare. In questo caso, dagli avanzi di Anna."
Anna, la mamma di Nico, era bravissima a cucinare, al contrario del figlio. Ogni Natale portava di tutto, e gli avanzi finivano sempre nelle mani di Martino, che adorava quelle pietanze, oltre ad adorare Anna.
- - -
ore 22:00.
il tempo per Niccolò era scaduto. Dopo tanto tempo, stava per coronare un sogno.
Riusciva a sentire il suo cuore battere all'impazzata dentro il suo petto, sembrava volesse quasi uscire dal suo corpo. Gli tremavano le gambe e stava sudando freddo.
Ma non poteva farsi vedere così agitato. Non dal suo ragazzo, che in quel momento era appicciato a lui, e guardava attentamente un programma in tv.
La missione più difficile ora era quella di non fargli arrivare la scatolina con l'anello tra le mani. In quei mesi, da quando lo aveva comprato e glielo teneva nascosto, l'intento era riuscito abbastanza bene.
A volte lo metteva in mezzo ai libri dell'Università, e altre lo infilava dentro l'ukulele, come in passato aveva fatto con l'erba.
Ora quella scatola si trovava nella tasca di quei jeans, sbiaditi ma particolarmente comodi, che indossava.
Doveva farlo, era arrivato il momento, quel momento.
Fece un sospiro profondo e sorrise.
Era pronto.
" amore, devo andare a prendere dei fogli per l'Università che ho dimenticato in macchina, okay?"
L'Università era sempre un'ottima scusa per fare tutto. Si impegnava tanto ai corsi, e Martino non destava alcun sospetto.
Il ragazzo mormorò un "okay" distratto.
Niccolò gli lasciò un bacio sulle labbra, e si alzò dal divano.
Rimase 30 secondi fermo davanti al portone di casa, poi lanciò un'ultima occhiata verso di lui. Niente avrebbe mai potuto renderlo così nervoso come quel momento. Prese velocemente la giaccia, il telefono e le chiavi della macchina, e corse giù per le scale.
Come pianificato, aveva dimenticato le chiavi di casa, avendo un pretesto per farlo alzare dal divano per aprirgli la porta.
Così, con i cartelloni in mano, prese il telefono e gli scrisse un messaggio.

" amore, ho dimenticato le chiavi in casa. Quando suono il campanello vieni ad aprirmi? Ti amo."
inviato.
ricevuto.
letto.
sta scrivendo...
" sempre il solito :/ Quando ci sei, suonami che arrivo. Ti amo. <3."
il suono di quella notifica lo fece sorridere, ma aumentò in lui l'agitazione.
Salì le scale, e suonò il campanello. Il suo cuore ora gli stava per scoppiare.
Sentì un "arrivoo!!" da dietro la porta, e successivamente i passi di Martino sul pavimento farsi sempre più vicini.
Non fece in tempo ad aprire la porta, che già aveva le lacrime agli occhi, una mano sulla bocca e la faccia stupita. Le uniche parole che gli uscirono furono "sei pazzo", sussurrate con voce tremolante.
Niccolò, senza dire una parola, ma con un gran sorriso sulle labbra, mostrò i cartelli.
La scena che si era immaginato a Milano, la stava vivendo in quell'esatto momento. Era tutto vero, non era frutto della sua immaginazione e neppure un sogno.
vuoi
sposarmi
?
ora a piangere non era solo Martino.
Piangevano insieme, guardandosi intensamente negli occhi.
Niccolò prese la scatola, e si inginocchiò aprendola.
"vuoi farmi l'uomo più felice del mondo, signor Rametta?"
Martino sussurrò un "si" e saltò addosso al suo ragazzo, stringendolo a se e baciandolo dolcemente, in mezzo a quel pianerottolo deserto ed illuminato soltanto da una luce calda, e il suono della tv in lontananza.
In quel momento, Martino capì che non avrebbe mai voluto essere da nessun'altra parte, con nessun altro.
Solo Martino e Niccolò, e la loro promessa eterna.

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