Capitolo Uno

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Un gruppetto di ragazzi stava facendo riscaldamento alla sbarra mentre conversavano del più e del meno. Un giovane castano vestito in leggins e canotta nera si avvicinò a loro, poggiando una gamba sull'asse di legno. Sorrise a tutti e li salutò. 

Il maestro richiamò la loro attenzione facendo avvicinare tutti al centro. La sala di danza del centro sportivo era l'unica ad avere dei finestroni così grandi e luminosi che mettevano in risalto il caldo colore del parquet chiaro che si rifletteva nel lungo specchio appeso al muro, creando così un'illusione di ulteriore spazio.
Un uomo dalla folta chioma di capelli castano chiaro, che quasi sfociava in un colore rosso iniziò a parlare.
Edoardo si avvicinò per sentire di cosa stesse parlando. Toccò il braccio muscoloso di un ragazzo poco più alto di lui.
"Che succede?" chiese. "Mario dice che avremo ospiti." rispose con tono di voce bassa il ragazzo dai capelli biondo cenere.
"Sì, ha detto che la squadra di karate verrà qui per allenarsi. Per migliorare le loro prestazioni fisiche, una cosa del genere." spiegò in breve, tornando ad ascoltare il discorso dell'uomo. Un paio di secondi dopo, fece un cenno al gruppo di persone che entrarono nella sala. I ragazzi di danza osservarono i tipi vestiti con la loro divisa bianca entrare e posare le borse in maniera un po' caotica. Un uomo anziano dalla barba corta nera e grigia, si avvicinò verso di loro e Mario gli andò in contro per salutarlo.
"È una mia sensazione o quel vecchio e il nostro maestro sembrano conoscersi?" parlò una delle ballerine che spostava il suo sguardo tra i due uomini che si salutavano ed i ragazzi dalle tute bianche che si stavano avvicinando verso di loro.
Lo sguardo di Edoardo si spostò sul gruppo dallo sguardo fiero e dalla camminata stile cast del film Mercenari. Sembrava quasi che gli stessero lanciando una sfida, come se fossero pronti a tutto.
"Sbruffoni." borbottò Anna Laura alla destra del ragazzo castano. "Guarda come se la credono." commentò innervosita dalla loro arroganza.
"Tranquilla, vedrai le loro facce dopo l'allenamento." sussurrò con un ghigno malefico appena accennato.
"Ragazzi venite qui!" chiamò poi Mario. I ballerini si avvicinarono al loro maestro.
"Ragazzi, questo è stato il mio maestro di karate prima che iniziassi danza e questi sono i suoi allievi." fece le presentazioni ma nessuno dei due allievi si mosse per salutare l'altra squadra. Edoardo aveva gli occhi puntati in quelli marroni di un ragazzo più alto di lui che lo stava squadrando dalla testa ai piedi, e notò che il riccio lo stava studiando da un piedistallo, o almeno era quella l'impressione.
I due maestri continuarono a conversare tra di loro trascurando quell'aria gelida che c'era fra i loro team.
"Dunque, maestro, mi permetta di presentarle i miei ragazzi." sottolineò inorgoglito, mettendo un braccio sulle spalle di due ragazzi e spingendoli in avanti.
Clemente porse la mano in avanti ed il gesto fu ricambiato, mentre Edoardo invece fece un inchino in segno di rispetto, come aveva visto fare nei film. Il vecchio maestro sembrò apprezzare molto il gesto e ricambiò l'inchino sorridendo e porgendogli la mano.
"Lascia invece che io ti presenti il mio team. Michelangelo, Valerio e Matteo, loro tre fanno parte della squadra regionale." li avvicinò spingendo i ragazzi a stringersi la mano.
Michelangelo ed Edoardo se la strinsero con più energia del necessario, fu Clemente a separare le mani dei due con la scusa di dover salutare anche gli altri.
"Bene, ragazzi andatevi a scaldare per bene, poi, ognuno di voi farà coppia con un ballerino." ordinò il maestro allontanandosi per fare riscaldamento.
"Edoardo non fare stronzate." lo ammonì sotto voce l'amico biondino. "Clemente ho mai fatto stronzate in vita mia?" chiese il castano alzando lo sguardo sul compagno.
"Le vostre mani stavano per esplodere." gli fece notare. Il ragazzo dagli occhi verdi si incamminò verso la sbarra per proseguire i suoi esercizi di stretching, e in risposta all'amico fece semplicemente spallucce.
"Per la cronaca, è stato lui a stringere alla presa. Non io." aggiunse poggiando con delicatezza la sua gamba sulla sbarra di legno e flettendo con grazia il suo busto su di essa.
Un po' di tempo dopo, il gruppo in tute bianche si avvicinò e Mario annunciò ad entrambi i gruppi di mettersi a coppie.
"Lui è mio." proclamò il castano avvicinandosi verso di lui e prendendo posizione davanti lo specchio, facendogli cenno con la testa e con la mano di avvicinarsi.
"Oggi vi farò imparare un paio di pose base che servono per conferire maggiore equilibrio, resistenza e flessibilità ai vostri muscoli. Ragazzi, voi fate da supporto, correggete dove sbagliano i vostri amici, mi raccomando." parlò Mario mettendosi dall'altra parte della sala iniziando a dettare gli esercizi.

L'orologio della sala segnava le otto in punto.
Era passata circa un'ora e mezza, contò Edoardo fissando le lancette appese su uno degli specchi.
Rinvenne in sé quando si sentì strattonare il braccio verso il basso. Si voltò verso il riccio che stava cadendo per fare l'ennesimo grand plie riuscito un po' male.
"Le gambe devono essere piegate meglio, ed i piedi vanno verso l'esterno." criticò il castano.
"Sai, ho delle ginocchia io." fece con sarcasmo per nascondere la frustrazione e la stanchezza di quell'assurdo allenamento. Di solito i loro allenamenti erano molto più intensi e faticosi, avrebbe voluto dire che quello di danza a confronto era una passeggiata ma non era esattamente così. Si era rivelato tutto più complicato, persino piegare le ginocchia con le piante dei piedi in prima posizione. In più era convinto che il ragazzo dai capelli castano chiaro nascondesse un sorriso di compiacimento ogni volta che sbagliava un esercizio.
"Non ne posso più." disse Michelangelo rialzandosi in piedi. "Cazzo mi fanno malissimo le gambe!" gli fece eco l'amico che stava ad un paio di passi di distanza dietro di lui, mentre si massaggiavano i muscoli.
Michelangelo posò gli occhi su Edoardo, lo vide mentre si muoveva con leggerezza, con le braccia prima in alto, poi in basso, poi le aprì facendo un salto con spaccata.
"L'allenamento è finito per oggi." annunciò Mario spegnendo lo stereo che riproduceva musica classica.
Il moro si avvicinò ai suoi compagni ed iniziarono a bisbigliare delle lamentele e delle battutine tra loro.
"Finalmente, non ne potevo più. Non ho mai fatto tanto stretching in vita mia." lagnò uno alzando con difficoltà il suo borsone.
Il gruppo di ragazzi salutò i ballerini ed il loro maestro prima di uscire dalla sala ed andarsene via negli spogliatoi.
Nel frattempo Clemente, Edoardo e gli altri si ragguagliarono sulla lezione del giorno.
"Dio, quanto sono antipatici." iniziò Anna Laura. "Però non sono male." giustificò Cristina mentre si scioglieva il suo strettissimo chignon, lasciando cadere i capelli liberi sulle spalle.
"Sul serio Cri?" chiese la riccia. "Ha ragione, non erano male." intervenne un'altra.
"Il più bono era quello di Edo." fece notare una ragazza dai capelli rossi, liberando anche lei i suoi capelli. In quel momento scoppiarono delle risatine tra le ragazze che iniziarono ad abbandonarsi anche alle fantasie più piccanti.
"Ma vi date una calmata oh!" le rimproverò con tono scherzoso uno dei ballerini.
"Dai Marco, pensi sul serio che non abbiamo visto come hai reagito quando hai visto la ragazza fare quel calcio laterale in spaccata?" pungolò un'altra ballerina facendo arrossire il compagno e fece partire un coro di urla degli altri ragazzi.
La squadra continuò a fare battute e molto lentamente si separarono.
Clemente ed Edoardo arrivarono negli spogliatoi mentre discutevano tra di loro. Dopo essersi spogliato, il castano fu il primo a raggiungere le docce, e la sua attenzione fu attirata da una voce familiare che parlava con altre due persone.
"Sinceramente non me l'aspettavo fosse così pesante." commentò la prima voce.
"Mah per me è uno sport da froci." intervenne il secondo. "Da froci dici? E perché?"
"Tutte quelle tutine attillate, quello zompettare sulle punte, movimenti così effemminati."
"Quindi stai dicendo che i ragazzi lì sopra sono tutti finocchi?" chiese ridendo il moro.
"Secondo me sì."
"Ma che cazzo dici, sei proprio un idiota." intervenne l'altro. "Scherzi a parte, qualcuno di loro sicuro lo è." replicò poi in tono serio.
"Secondo quale logica?" domandò Michelangelo. "Dai fanno danza. È quasi logico che uno di loro lo sia. Roberto Bolle lo è."
"Ma che c'entra, Roberto Bolle è un caso su quanti ballerini?"
"Ma non è l'unico. Senti fra' non ho nulla contro i gay, anzi mi stanno pure simpatici però secondo me la danza ti rende un po' frocio. Un amico mio è gay e fa danza. Quindi è così."
"È un discorso senza senso quello che stai facendo tu, e se lo pensi davvero sei proprio un coglione." intervenne Michelangelo che aveva sempre lo stesso tono divertito.
"Dici così perché ti sei innamorato di quel frocetto con cui hai fatto la ballerina oggi?" scherzò l'altro.
"Ma vaffanculo." lo insultò dopo una risata. "Uuuuh guardatemi sono una ballerina di danza classica." parlò in un falsetto stonato uno dei due amici del moro.
"Certo che tu hai proprio il cervello bruciato." commentò il ragazzo dagli occhi marroni, chiudendo l'acqua della doccia.
"Ehi bello, ti va di inchiappettarmi? Guarda come ti alzo la gamba!" continuò con gli insulti mentre si allontanavano.
"Non li dar retta." sussurrò il biondo strizzandogli un braccio dalla doccia affianco.
Il castano sussultò al tocco del suo migliore amico. Solo in quell'istante sentì entrambe le sue mani dolergli per la stretta. Le sue nocche erano diventate bianche e non se n'era reso conto.
"Sono dei montati di testa, lasciali perdere." lo tranquillizzò insaponandosi i capelli corti e biondi.
"A te non dà fastidio il fatto che ci hanno appena insultato?" chiese lui con un tono di rabbia contenuto.
"Tantissimo, ma non possiamo mica metterci a discutere con dei coglioni come loro? Dobbiamo continuare a collaborare con loro per un altro bel po' di tempo." spiegò Clemente.
Edoardo rimase in silenzio mantenendo sempre i pugni chiusi ma con meno forza.
"Lascia perdere dai." ripeté per consolarlo. "Che ne dici se stasera usciamo e mi fai da spalla eh? Ti offro da bere tutto quello che vuoi." propose per tirarlo su di morale.

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