Cesario

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Prendo il corpo del ragazzo da terra.
<<Cristo Dario, ti sei conciato di nuovo così?!>> lo guardo severo.
<<E caddi come corpo morto cade.>> dice con voce distrutta dall'alcool o da qualsiasi cosa lui abbia preso.
<<Si come cristo santo cade. Ma ti pare che reciti Dante mentre io sollevo il tuo grazioso peso senza alcun aiuto da parte tua?>>

Siamo nella sala delle giacche, una festa di liceo, non volevo venire però mi hanno costretto, anche perché è stata organizzata da miei amici. Dario non è della mia classe però come di consuetudine ci ritroviamo sempre alle feste. All'inizio sta fermo in un angolo, come se volesse scomparire, come se quella stanza fosse troppo grande per lui, come se volesse scappare dagli sguardi. Poi però quando inizia a bere cambia radicalmente, diventa spigliato, si muove euforico, propone giochi alcolici e fa molti guai. Alla scorsa festa ha buttato del vino su una ragazza cercado subito dopo di berlo dalla sua maglietta. A fine serata si ritrova distrutto, o in bagno, o a terra da qualche parte, o in un qualche posto a dormire. Una volta c'era un letto e un divano libero ma lui dormiva nella vasca.

<<La cultura è importante, battiamoci contro l'ignoranza!>> alza un braccio in aria con il pugno chiuso.
<<Al posto di tirare pugni in aria perché non muovi le gambine?>> è più alto di me, non riesco a reggerlo bene. Lui si alza e inizia a barcollare, lo reggo dalla vita e lo porto su una sedia.
<<Qui non mi piace, è scomoda. Meglio qui.>> si siede per terra e poggia la schiena nel muro. Mi guarda e sbatte la mano sul pavimento per farmi sedere accanto a lui. Mi siedo e lui mi guarda con gli occhi lucidi di chi ha bevuto troppo.

<<Perché ti riduci sempre così? Fino a quando era una, due volte... potevo capire, ma a tutte le feste fai così.>> lui non abbassa lo sguardo dal mio, come se il torto lo avessi io.
<<Tu non capisci.>> si mette a ridere e no non capisco, non capisco nemmeno il motivo della risata, forse è l'ubriacatura?
<<Spiegami allora...>>
<<Vedi Cesare, tu come mi vedi quando non bevo? A te chi piacerebbe di più?>> lo guardo e questa volta lui distoglie lo sguardo rivolgendolo ai cappotti, come se volesse supporto da loro. Io non so cosa rispondere.
<<Non rispondi vedi? Perché sai che la risposta è Dario con l'alcool, Dario ubriaco, Dario che non è più Dario. Ma è comprensibile.>> È come se si stesse attaccando da solo, se si infliggesse danni con le sue stesse parole.
<<Guarda che io non ho parlato... Non puoi sapere quello che penso da una non risposta, non mi hai nemmeno guardato per capirmi. Hai timore? Pensi che io ti possa dire qualcosa di peggiore di quello che hai detto tu?>> lui annuisce come un bambino, poi mi guarda e mi fa cenno di continuare.
<<Io non ti conosco così bene da giudicarti però se proprio lo desideri e mi dai il permesso io mi permetto di farlo.>> lui continua ad annuire ma questa volta la sua bocca si apre per dire qualcosa.

<<Voglio sapere quello che pensi di me, Cesare.>>
È difficile dire quello che pensi di una persona se non hai passato ore a pensare a cosa dire. E io sinceramente non mi aspettavo questa domanda.
<<Non so bene cosa penso di te... Sei particolare. Mi fai sorridere quando sei solo, in quell'angolino, vorrei avvicinarmi per parlare, per stare un po' con te... per conoscerti da sobrio. Dovrei trovare quel coraggio che ti fa spingere a conoscere una persona. Tu sei una di quelle persone che guardo e dico "deve essere simpatico, lo vorrei conoscere." Ma che poi non vado mai lì a presentarmi anche se ormai mi conosci. Però conosci il me di fine serata, che non è lo stesso della vita odierna. Mi ispiri. Non so bene cosa e perché ma mi ispiri. E no, non mi piace di più il Dario ubriaco, mi piace Dario. Ci conosciamo da non noi eppure ho voglia di conoscere il noi senza non. Non doveva sembrare una cosa romantica ma forse è uscita così. Non mi piace vederti a terra distrutto. Forse non conosco nemmeno la tua vera voce, conosco quella trasformata, quella singhiozzata. Magari se mi dovessi chiamare da dietro non mi volterei perché non la conosco. Noi ci conosciamo in realtà? Credo proprio di no... allora faccio così. Piacere Cesare.>> tendo la mano verso di lui ma sentendo che non viene stretta mi giro a guardarlo. Si è addormentato, proprio quando avevo preso coraggio. Gli cade la testa sulla mia spalla.

E caddi come corpo morto cade.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2020 ⏰

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