Capitolo 2

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CAPITOLO 2

"A volte le strada più panoramiche della vita sono le deviazioni che non si aveva intenzione di prendere. (Angela N. Blount)"

...

Con i temporali che si erano susseguiti durante tutta la giornata, il cielo era sempre stato di quel colore grigio e piatto.

Grigio come i suoi occhi, che a lei piacevano tanto.

«Speriamo che Scorpius prenda i tuoi occhi, Draco»

«Ma sono grigi, Astoria. È un colore talmente triste da vedere su un bambino»

«Come possono essere tristi, se ogni volta che guarderò il suo faccino vedrò gli occhi dell'uomo che amo?»

Era sempre così Astoria.

Dolce, gentile, con una buona parola per tutti. E lo amava in modo totalmente incondizionato.

Forse perché non conosceva la parte peggiore di te. Gli ricordò la sua coscienza.

Nonostante il grigiore, si poteva capire che il sole stava tramontando, perché una debole luce calda colorò le nuvole e illuminò per poco l'erba verde del giardino della casa in cui Draco Malfoy si era appena smaterializzato, tenendo suo figlio tra le braccia.

Il rumore della porta d'ingresso che si chiudeva alle sue spalle fu subito accompagnato da uno schiocco che anticipò l'arrivo di Betty, l'elfo domestico.

«Buonasera padrone»

Malfoy posò lo sguardo sulla creaturina dai grandi occhi verdi che dal basso lo guardava con timoroso rispetto.

«È pronta la cena?» le chiese serafico.

«Si, come ha ordinato. Betty ha pronta la cena non appena i padroni sarebbero tornati».

Malfoy annui semplicemente e dopo aver aiutato Scorpius a togliere le scarpe si diresse con lui in sala da pranzo.

«È andata bene alla Magic Nursery oggi?» il bambino annui alla domanda del padre, troppo concentrato sul piatto invitante che aveva davanti per alzare lo sguardo e incontrare quegli occhi che aveva ereditato, scrutarlo con mal celata preoccupazione. 

Draco sospirò rassegnato e non poté far altro che continuare a guardare la testolina bionda che ondeggiava sopra il piatto.

Almeno l'appetito non l'aveva perso.

Da quando Astoria era morta, qualche mese prima, Scorpius non aveva più pronunciato parola. All'inizio gli avevano detto di dargli tempo, che era un bambino ma aveva l'età per capire e vedere la madre andarsene, sapendo che non avrebbe più potuto vederla era uno shock per tutti, a qualsiasi età.

Ma dopo mesi di silenzio totale, era arrivato il momento di aiutare suo figlio. Non sapeva neanche lui come era arrivato ad accettare la proposta di Potter ad incontrare la Granger.

Da quando avevano iniziato a frequentarsi non aveva mai accennato alla sua migliore amica, non che a Draco interessasse ovviamente, ma nel momento in cui quella sera, l'ennesima sera dove i Potter lo avevano invitato a cena, Harry ne uscì con l'idea di chiedere aiuto a lei, Draco rimase di sasso.

Harry Potter doveva essersi completamente bevuto il cervello se pensava che Hermione Granger, accettasse di aiutare Draco Malfoy dopo quello che lui le aveva fatto passare negli anni da Hogwarts.

Non sono qui per me, sono qui per mio figlio.

Le parole che le aveva detto stamattina gli risuonarono in testa come un campanello d'allarme che lui ignorò deliberatamente.

Tienimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora