Capitolo 9

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È sempre il momento giusto per fare quello che è giusto.
(Martin Luther King)

CAPITOLO 9

«Papà? Ti svegli?» la voce delicata ma determinata di Scorpius suonava nell'orecchio ancora addormentato di Draco e ci vollero cinque minuti buoni prima che il biondo aprisse gli occhi, trovandosi davanti la faccetta vispa e per niente assonata di suo figlio.

«Scorpius, ma che ore sono?» disse stropicciandosi gli occhi e buttando un occhio alla sveglia che non era ancora suonata.

«Non lo so, papà, ma io non ho più sonno. Facciamo colazione?»

Non erano ancora le sei di mattina ma Draco non se la sentiva di rimproverare Scorpius di essersi alzato troppo presto, non adesso che poteva godere della sua voce, delle sue parole.

«Va bene, Scorpius. Prima però vorrei chiederti una cosa»

Il bambino lo guardava serio con i suoi occhietti vispi «Dimmi, papà» disse accoccolandosi poi al suo petto.

Draco si emozionò. Scorpius era stato abituato a dimostrare il suo affetto senza remore e imbarazzo: Astoria era cresciuta in modo diverso da lui e aveva imposto quest'educazione affettuosa quando Scorpius era nato.

A Draco andava bene, solo che non si era ancora del tutto abituato a quei gesti spontanei.

«Sei felice, Scorpius?»

«Si, sono felice» rispose subito il bambino, senza esitazioni, senza timori.

«Ti manca la mamma?» azzardò Draco con un velo di emozione nella voce.

«Molto, papà. Però so che anche se la vedrò più, lei è sempre qui» disse concludendo con un movimento veloce all'altezza del cuore, che indicava il suo "qui".

A Draco si formò un groppo in gola che gli impedì di continuare a parlare e si concentrò solo sulla bellezza e la pace di quel momento con suo figlio che, nonostante tutto, sembrava stare bene ed era la cosa più importante.

«Dopo colazione andiamo a trovare Hermione?» Scorpius ruppe il silenzio che si era andato a creare con un argomento che avrebbe decisamente dovuto affrontare prima o poi.

A Scorpius piaceva Hermione, questo era già un vantaggio non indifferente per cominciare a spiegare a suo figlio che la riccia avrebbe continuato a far parte delle loro vite.

«No, Scorpius. Oggi è lunedì e, dopo colazione, ti porto alla Magic Nursery perché devo lavorare, e anche Hermione lavora» gli occhi del bambino si velarono di tristezza ma, imperterrito, aggiunse subito una richiesta alla risposta negativa di suo papà.

«D'accordo, però stasera dopo il lavoro la possiamo vedere?»

Draco sorrise davanti a tanta determinazione e decise di porre la domanda che da ieri sera gli girava in testa, ma che l'emozione gli aveva impedito di formulare.

«Perché ieri mi hai detto che ti piace Hermione, Scorpius?»

«Perché quando siamo con lei, tu sei felice»

Di tutte le risposte che si aspettava, questa era l'ultima. Draco rimase stupito dall'ennesima conferma della capacità di Scorpius di sentire le emozioni e gli stati d'animo degli altri.

Emozionato gli diede un bacio sulla testolina bionda «Hai proprio ragione» sussurrò scompigliandogli i capelli «Ora andiamo ad avvisare Betty di preparare la colazione» aggiunse Draco alzandosi dal letto e prendendo Scorpius in braccio che, entusiasta, cominciò ad elencare cosa avrebbe voluto mangiare per colazione, l'appetito era sempre una costante di suo figlio.

Tienimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora