CAPITOLO 10
"Di solito un momento restituisce ciò che molti anni hanno tolto"
...
Narcissa non era abituata alle sorprese. La sua vita aveva sempre preso la piega che si aspettava dovesse prendere.
Da giovane era stata un'ottima studentessa, una degna Serpeverde che, come i suoi genitori imponevano, avvalorava la causa della superiorità dei purosangue.
Ha sposato un buon partito e messo al mondo un erede che ha seguito i loro insegnamenti ed è riuscita, nonostante la fiducia posta in mani sbagliate, a non dividere una famiglia che era stata duramente colpita e messa alla prova. È riuscita a far comprendere a suo figlio che le cause che portavano avanti da una vita non erano il giusto e mettendo da parte l'orgoglio e le convinzioni di sempre l'ha visto crescere e crearsi una famiglia che lo rendeva felice.
Purtroppo, la felicità di Draco è durata poco e Narcissa ha sofferto con lui. Perché l'ha visto risollevarsi dalle sconfitte e, forse, all'apice della felicità trovata, l'ha visto cadere ancora, sconfitto da cose più grandi di lui e oltre che a doversi occupare di sé stesso e del male che lo affliggeva, l'ha visto anche e soprattutto prendersi cura di Scorpius, che ad ogni costo ha voluto proteggere quasi isolandolo dal mondo esterno per creargli intorno una bolla di felicità, ma solo apparente.
Si è sorpresa quando, di punto in bianco, Draco ha ricominciato ad ammorbidirsi, a lasciare libero Scorpius di stare con loro, a tornare a godersi alcuni momenti da solo.
Da solo, per modo di dire: perché, se all'inizio non ci aveva pensato subito, poi aveva capito, una madre certe cose le sa senza il bisogno di farsele spiegare e lei aveva capito che l'artefice di quella ritrovata felicità era una donna.
Draco all'apparenza poteva sembrare un duro, ma Narcissa lo sapeva in realtà era un ragazzo estremamente fragile e riservato che, se non le aveva detto nulla fino adesso, non l'avrebbe fatto per ancora molto tempo. Lei, però, aveva bisogno di certezze.
Si sa, la curiosità è donna e finalmente quella domenica mattina ha avuto le risposte che cercava.
Vedere Draco rientrare a casa con i vestiti stropicciati, i capelli in disordine e quel fischiettio che usciva dalla bocca sorridente, le riempì il cuore di una felicità immensa.
Come dicevamo all'inizio però, Narcissa non amava le sorprese e avrebbe preferito di gran lunga che suo figlio si fosse aperto gradualmente e, con tatto, che le parole avessero fatto giri più lunghi e arzigogolati per farle arrivare più lentamente alle sue orecchie invece che quella frase, diretta, veloce ma assolutamente inaspettata.
«La ragazza che frequento, è Hermione Granger» pronunciò la frase con estrema calma e compostezza, Draco era in piedi davanti al camino acceso e le mani in tasca com'era solito fare quando voleva difendersi da qualcosa che non sapeva se sarebbe arrivato oppure no.
Dopo averla pronunciata non abbassò la testa, non era più un adolescente intimorito, suo figlio era un uomo sicuro di sé.
Narcissa trattenne il fiato per qualche secondo e riflettè sulle parole che gli aveva detto quel giorno che l'aveva sorpreso rientrare a casa felice: "Se sei felice tu, lo sono anche io", e più ci pensava e più arrivava alla medesima conclusione. Non ci sarebbero state parole più adatte di queste anche dopo aver scoperto chi fosse la ragazza che aveva fatto tornare il sorriso a suo figlio.
Narcissa guardò Draco dritto negli occhi e sapeva che non ci sarebbe stato bisogno di parole. Loro erano così, si erano spesso capiti solo con lo sguardo e anche in quel caso la situazione non sarebbe cambiata.
Draco sostenne lo sguardo di sua madre e dopo pochi secondi pronunciò a fior di labbra una semplice parola, un "grazie" sussurrato che giunse lo stesso a sua madre che per tutta risposta gli sorrise annuendo soddisfatta.
«Vi lascio soli» pronunciò a bassa voce Narcissa lanciando un'occhiata in direzione di suo marito che, seduto sulla poltrona davanti al camino, non si mosse di un millimetro alla notizia lanciata da Draco; solo con il rumore della porta che si chiudeva alle spalle di sua moglie, Lucius alzò lo sguardo incontrando gli occhi di Draco che lo guardavano. Sostenne lo sguardo per soli pochi istanti, e poi tornò a fissare le fiamme del camino.
Lucius Malfoy faticava a guardare negli occhi Draco, aveva nei suoi confronti ancora troppo scuse mai dette, ancora troppe colpe mai ammesse, l'orgoglio era parte di lui da troppo tempo per poterlo accantonare e questo gli impediva di ammettere le sue colpe.
Preferiva spostare lo sguardo da quegli occhi grigi di suoi figlio. Occhi che l'avevano conquistato sin dal primo momento che li aveva visti.
Amava suo figlio come ci si aspetta da un bravo padre, lo amava davvero.
Le situazioni della vita però l'avevano messo in situazioni dove l'amore per la famiglia veniva messo da parte per sposare cause di grandezza che gli hanno rubato il pezzo più grande della vita di Draco, la sua infanzia e la sua adolescenza. Proprio quando un padre dovrebbe essere presente, Lucius non c'era e ora anche se Draco è un uomo adulto e, nonostante la notizia che gli è appena arrivata alle orecchie, Lucius vorrebbe alzarsi dalla poltrona e abbracciarlo, sussurandogli alle orecchie quella semplice parole composta da sole cinque lettere che, nonostante la brevità, pesa come un treno merci lungo chilometri e carico di colpe pesanti. Troppo anche per un uomo orgoglioso come lui.
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Tienimi per mano
Fiksi Penggemar(...) Esaminò per l'ennesima volta ogni singolo dettaglio di quella conversazione che l'aveva in fine portata ad accettare l'assurda richiesta. E ora come ne sarebbe uscita? Gli aveva fatto una promessa, e le promesse andavano mantenute. (...) Vi ho...