Capitolo 5

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La stessa persona che provoca confusione nella nostra mente, è l'unica che ha il potere di mettere ordine nella nostra anima.

«Non ci credo che lo stai facendo davvero, Mione'» la testa rosso fuoco del suo migliore amico scuoteva mentre sorseggiava la sua burrobirra.

«Ron, per me è lavoro. È come se fosse un cliente qualsiasi» disse Hermione

«E poi si tratta di aiutare Scorpius e non suo padre» aggiunse Harry allungando le gambe e guardando i suoi due amici.

«Ehm si, infatti» concluse Hermione.

I tre amici erano seduti sulla panchina che si trovava sotto il grande albero che troneggiava nel giardino di casa Potter-Weasley.

Era il giorno del compleanno di Ginny e si erano ritrovati per festeggiare tutti insieme.

Aveva bisogno di un momento da sola con i suoi migliori amici. Nonostante non potesse dir loro la verità, le bastava averli vicini per sentirsi più in pace con sé stessa.

«Ron ti ripeto che non c'è niente di cui preoccuparsi. Scorpius è un bambino adorabile e mi fa piacere aiutarlo»

«La parola adorabile abbinata ad un Malfoy mi mette i brividi, ma ti credo 'Mione» Ron le sorrise «sei sicuramente la migliore in questo campo»

«È la stessa cosa che ha detto Harry quando con l'inganno si è presentato nel mio studio mesi fa» disse la riccia guardando divertita la faccia colpevole Harry e facendolo arrossire leggermente.

«Dai Hermione, ti ho anche portato le brioches per farmi perdonare» si lamentò scherzoso il moro

«Se fossi in lei ti avrei chiesto la fornitura a vita dei croissant, Harry» aggiunse Ron ridendo accompagnato da Hermione che lo seguì divertita.

La conversazione proseguì tra una battuta e l'altra e, se avesse potuto Hermione avrebbe fermato il tempo proprio in quel preciso istante.

Loro tre, seduti all'ombra di un albero che parlano del più e del meno circondati dalle persone a cui vogliono bene.

Ma nonostante la compagnia dei suoi migliori amici, i pensieri continuava a tornare a qualche giorno prima. Quando il tocco della mano inaspettatamente calda di Malfoy aveva toccato la sua, facendola rabbrividire.

Perfino quella notte stessa fece fatica a dormire e si diede della stupida, non aveva nessun significato, era stato solo un brivido di sorpresa.

E allora perché continui a pensarci? Perché quando vi siete scontrati al suo arrivo oggi non sei riuscita a guardarlo negli occhi?

Hermione si maledì da sola e alzandosi in piedi, cercò di scacciare con più convinzione i pensieri che le attanagliavano la mente.

«Forza ragazzi, è ora di portare fuori la torta» disse prendendo per mano i suoi amici e trascinandoli con lei verso la folla di invitati.

L'entusiasmo che accompagnava quella giornata contagiò anche l'umore di Hermione che, per le ore che seguirono, si divertì a giocare con i bambini che con la loro naturale spontaneità la fecero ridere di gusto.

«Sei brava con i bambini, Hermione» la riccia si girò di scatto sentendo con piacere una voce che da troppo tempo non sentiva, ma che le mancava.

«Luna! Che belle vederti!» le andò incontro abbracciandola e la bionda ricambiò affettuosa «come stai?» aggiunse mentre insieme si sedevano a un tavolino che non distava troppo da loro.

«Molto bene grazie. Sono impegnata con delle ricerche sul Ricciocorno Schiattoso. È un lavoro faticoso e meticoloso, ma sono felice di avere sempre da fare».

Tienimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora