Sono un fervente appassionato del monologo.
Cosa alquanto strana, visto che è spesso associato a noia, retorica e staticità.
La mancanza di dibattito, di notta e risposta e, perché no, pure di scintille tra le parti non gioca sicuramente a favore di esso, eppure il monologo è il distillato dell'arte di parlare, il racconto migliore della trama di pensieri e di opinioni che si annidano nella nostra mente.
Un quadro rinascimentale, statico ma profondo e meravigliosamente dettagliato, contro un quadro impressionista, o addirittura avanguardista, dinamico ma molto istintivo.Io di monologhi ne ho fatti veramente tanti nella mia vita, eppure ne ho scritti pochissimi.
Monologhi tirati fuori nelle sere d'estate sotto le stelle, parlando con un amico fidato di filosofia e amore, o taciuti nella mia mente, mentre ragionavo sul senso di certe cose o sulla mia persona; monologhi espressi in chat su WhatsApp, o dimenticati in un sogno.
E in effetti, la natura del monologo è puramente orale: parte di esso sono i gesti, l'intonazione, le pause.
Tuttavia, la trascrizione di un flusso di pensieri diventa un monologo, ed è quello che ho iniziato a fare con il tempo donatomi da una quarantena tanto storica quanto da me odiata.Sia chiaro, i testi che seguono non esauriscono l'argomento che trattano; sono più un canovaccio, tirato giù per esprimere al meglio una posizione, una sensazione, una filosofia, che però troverebbero e, spero, troveranno piena realizzazione in un monologo orale, basato sullo scritto, ma completato dal linguaggio non verbale e da quei pensieri che si sottrassero alla prigione della scrittura.
In questa raccolta di monologhi non si troverà un filo logico, ne una storia unitaria: ogni testo ha la sua storia e il suo senso in sé e per sé, anche se alcuni possono apparire affini.
Ogni pagina è una nuvola di pensieri diversa, nella quale ho provato a mettere ordine durante le notti solitarie di isolamento.
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Monologhi Notturni
PoetryLa notte porta consiglio, specialmente in un momento di pausa. Cosi ho iniziato a scrivere delle riflessioni sul mio stato personale, in ordine sparso, che mi aiutano a mettere in ordine il mio cervello mentre non posso uscire di casa.