Monologo della Terra Amata

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In qualche modo tutti siamo legati al luogo dove siamo nati, dove siamo cresciuti, che sentiamo casa.
Quel luogo dove quando posi gli occhi sul paesaggio, sia esso composto da crinali di monti o balconi di palazzi, lo fai con una certa tenerezza, come stessi guardando negli occhi tua madre.
Eppure quel posto ci è toccato in sorte, perlomeno nella parte iniziale della nostra vita.

Ci sono due tipi di persone allora: le radici e le ali, chi è nato per donarsi alla propria terra e chi per volare seguendo richiami lontani.
Questione di attitudine, di esperienze, di allineamento tra il proprio essere e l'essenza stessa del territorio, che non sempre è perfetto.
E d'altronde, perché dovremmo essere cosi fortunati da nascere nel posto fatto apposta per noi.

Ecco io ero convinto di essere uno di quei fortunati, e in fondo essendo noi sardi così orgogliosi della nostra terra non sarebbe neanche strano.
Si, per diverse esperienze ho sempre sentito il richiamo latino nel mio sangue, e la Spagna è mi ha sempre attirato, ma ero sempre convintissimo che la Sardegna fosse il mio posto nel mondo ed ero fiero di esserne parte, sognando di poterla migliorare.
In fondo ero pure fiero delle mie origini periferiche, della mia cittadina vicina alla città ma staccata, come un mondo a se, che mi aveva cresciuto per strada secondo principi di condivisione, amicizia e semplicità.
Ero convinto fino in fondo di essere radice, e di non poter fare a meno del mio paese natale.

E poi arrivano situazioni che bruciano ogni tuo disegno.
La Spagna mi chiamava, e io risposi.
5 mesi, mica una vita.
Con la Sardegna in tasca, mi abbandonai alla nuova avventura, mettendo in crisi per la prima volta tutto cio che avevo sempre avuto in testa.
Non so se Castellón sia veramente la città per me, però in 5 mesi ha fatto di tutto per farmelo credere.
Mai prima di quel momento avevo preso in considerazione l'idea di una vita fuori dalla mia terra, mai avevo pensato che mi sarei trovato meglio da un'altra parte.
È vero contano anche le circostanze: vivere da solo, non dover lavorare l'amore per una ragazza; però era proprio la città a sposarsi perfettamente con le mie esigenze, quell' allineamento perfetto che ho citato in precedenza e che solo in quel momento mi sono reso conto che a casa non trovavo.
Mi sono reso conto che non riuscivo piu ad apprezzare ciò che prima consideravo oro, perché avevo scoperto dell'altro: d'improvviso mi sentivo soffocare nella realtà di provincia in cui sempre avevo sguazzato felice, e alla quale sempre sarò grato per non avermi cresciuto come un cittadino viziato.
Chiaramente in tutto questo la lontananza dalla persona amata influisce non poco, e me ne rendo conto.
E tuttavia anche in sua assenza, sono certo che la voglia di scappare si sarebbe presentata; le ali sarebbero cresciute.

Fa un po' effetto vedersi cambiare così: mai avrei pensato di considerare casa un altro posto.
Però ora sono disposto ad andare, anzi mi sembra che sia sempre troppo tardi.
Le mie ali bramano il volo, affinche possano posarsi su un nido più giusto per me.
Con la terra amata nel cuore.

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