Mi sveglio con un peso addosso e con delle urla che provengono dal piano di sotto.
Non ricordo nulla di ieri sera.
Mi giro e mi ritrovo la faccia James a due centimetri dalla mia. Oh mio dio cosa è successo ieri sera? Non sarò mica andata a letto con James? Devo sforzarmi di ricordare, ma le urla del piano di sotto mi infastidiscono.
Mi alzo dal letto con ancora i giramenti di testa. Cerco di non svegliare James. Deve rimanere qui, devo sapere cosa abbiamo fatto l'ultima notte.
Mi avvicino alla porta chiusa della mia stanza e riconosco subito le voci del piano di sotto. La mamma è tornata a casa.
" Sta dormendo, lasciala in pace. Lei non ha fatto niente, è stata una mia idea quella della festa. " Sento urlare Thomas.
Un suono di passi si avvicina sempre di più alla mia stanza. D' istinto chiudo la porta a chiave e vado a svegliare James. Se mio fratello e mia madre mi dovessero trovare con un ragazzo sdraiato sul mio letto, no penso la prenderebbero bene.
" James, James svegliati. Devi nasconderti è arrivata mia madre. Non può vederti qui. " Si gira verso di me. Ha i capelli tutti spettinati, ma gli occhi risplendono alla luce del sole che entra da camera mia.
" Dai James ti prego, nasconditi nell'armadio."
" No, non mi nascondo. Dio, Josephine hai quasi diciotto anni prenditi le tue responsabilità. "
" Tu non capisci mio fratello potrebbe ammazzarti e mia madre portarti fuori di casa per un orecchio. Fidati non è piacevole."
Lo sto quasi convincendo. Alza gli occhi e va a nascondersi dentro l'armadio. Sinceramente dopo essersi alzato dal letto, non sono più sicura che che riesca ad entrarci data la sua altezza.
" Josephine. Josephine Cooper apri immediatamente questa porta."
Mi stropiccio la faccia e dico a James di non farsi sentire, poi apro la porta.
Prendo un respiro profondo e ripeto a me stessa di mantenere la calma. Chiudo gli occhi e apro la porta di camera mia.
" Mamma? Che ci fai qui?"
Non è vestita bene, stranamente. Ha indosso una tuta nera e ha capelli raccolti che evidenziano il viso quadrato e gli occhi verdi. Io e Tom li abbiamo presi dai lei.
Ha la faccia da una che sta per scoppiare in una crisi isterica, infatti le sue parole confermano la mia supposizione.
" Cosa ci faccio qui? Io direi più che altro " che fortuna che tu sia qui!" E' davvero incazzata nera. Probabilmente sa della festa.
" Mi fido di voi, vi lascio la casa pensando di riuscire a farvi avvicinare per capire quanto sia importante la famiglia, e voi cosa fate? Organizzate delle feste? " Sono solo le 9.00 del mattino e lei sta urlando come una gallina, se non fosse mia madre le avrei già riempita di insulti.
" Ma sei seria? Sei venuta qui a svegliare tutto il vicinato per parlarmi di famiglia? Sai almeno cosa significa? Non penso dato che tu e papà ci avete praticamenete abbandonato da quando Thomas aveva sedici anni."
Thomas si mette davanti a me a mo di scudo. Non so se per lei o per me.
" Abbandonati? Sai che il lavoro che facciamo ci obbliga a stare lontano da casa e guarda un pò, con i soldi che guadagnamo paghiamo le vostre spese."
Vuole davvero avere lei il coltello dalla parte del manico? Oh in questi anni sono riuscita a tirar fuori il mio carattere, sarà una bella battaglia.
" Ma che razza di ragionamento è mamma, non vi vedo praticamente da quando ho tredici anni. Vi siete persi tutta la mia adolescienza, il periodo in cui si cambia e si inizia a diventare qualcuno. Il periodo in cui hai bisogno di consigli su come affrontare la vita perchè ti sembra di avere tutto e tutti contro e tu mi parli di spese? Ma non ti vergogni ?" Urlo cercando di colpirla in pieno.
Rimane senza parole. E durante quei secondi mi ricordo che c'è una persona nell'armadio e che devo farlo uscire prima che soffochi. Quindi decido di finire qui questa conversazione nella mia stanza.
" Ma per fortuna siete riusciti a crescere almeno un figlio che è riuscito a tirarmi su come si deve, ma è lui che devo ringraziare, non voi. E ora fuori dalla mia stanza. Tutti e due. Devo sistemarmi, scendo tra qualche minuto."
Mia madre ancora con la faccia incazzata esce dalla mia stanza seguita da Thomas che mi sorride prima di uscire dalla stanza.
Non so come faccia a sorridermi in una situazione del genere, ma il suo sorriso mi da la forza di affrontare questa giornata che si prevede non essere una delle più semplici.
" Puoi uscire. " Dico a James.
" Osa fare parola con qualcuno di quello che è appena successo e giuro che ti ammazzo." Non voglio che la gente sappia del rapporto che c'è tra me, mio fratello e i miei genitori. Avranno tutti una famiglia perfetta e pulita, non voglio di certo senitire i loro " mi dispiace per i tuoi genitori ", potrei impazzire.
Troppe volte ho sentito dire questa frase, e troppe volte sono rimasta zitta. Molto probabilmente se qualcuno dovesse dirmi queste parole ora potrei saltagli addosso. La famiglia per me è un argomento delicato.
L'unica persona della mia famiglia con cui ho un vero rapporto è mia nonna. Anche se la vedo due volte al mese è l'unica che chiama spesso me e mio fratello e che nonostante la distanza è sempre presente.
" Tranquilla, non mi interessa di quello che è appena successo." Bene. Mi ha risparmiato il discorso.
" Bene. Ora troviamo un modo per farti uscire." Dico dirigendomi verso la porta.
" Comunque belle le mutandine che ci sono dentro l'armadio. Simpatici i fiocchetti." Mi blocco. Mi giro verso James e vedo che ha in mano le mie mutandine.
Tutto mi aspettavo trovasse ma non le mutandine. Dio che figuraccia. Mi avvicino e gliele strappo dalle mani.
" James sei un coglione, dovevi rimanere solo lì dentro seduto non rovistare nella mia roba." Sono rossa come un pomodoro.
" Tranquilla ho visto solo quelle, carine comunque." Gli lancio un cuscino ma poi mi ricompongo subito. Cosa diamine sto facendo?
" Ora sbrigati a uscire di qui." Cerco di finire questa conversazione imbarazzante cambiando discorso. Nessuno ha mai visto le mie mutandine se non mio fratello, dato che è lui che fa il bucato.Scendiamo al piano di sotto senza farci sentire e fortunatamente Tom e mia madre sono in cucina quindi James riesce ad uscire senza farsi sentire o quasi.
Mentre si avvia verso la porta fa cadere il porta ombrelli all'ingresso provocando un rumore assordante. Fantastico. Ha l'abilità di un canguro nel muoversi. E non è un complimento.
" Jo tutto bene?" Chiede mio fratello dalla cucina.
Faccio cenno a James di uscire in fretta. " Cara Josephine Cooper questa è l'ultima volta che faccio una cosa simile, cazzo." Perchè ci saranno altre volte? James esce di casa.
" Si, si. Ho solo fatto cadere il porta ombrelli per sbaglio."
Mi avvio verso la cucina, o forse verso una litigata epocale con mia madre.
" Il nostro discorso non è ancora finito Josephine, devo rimetterti in riga..." La interrompo.
" Mamma rimettermi in riga da che cosa? Non ho fatto niente di male. Le ragazze alla mia età fanno di peggio. Partecipare alla festa non è stato niente di eccessivo. Ora smettila di cercare di avere ragione, perchè è inutile. Sei tu dalla parte del torto." Se continua così mi costringerà a dirle le peggio cose. Mi gira ancora la testa per ieri sera, non so se riuscirò a reggerla ancora.
" Non sto cercando di avere ragione, sto cercando di farti vedere le cose come le vedo io. Ti sono sempre stata vicina e so tutto quello che fai." Dopo queste parole, il sangue mi ribolle nelle vene. Sento la rabbia salire.
" Ah davvero? Sai che ho cambiato scuola? Sai anche che corsi frequento? Sai che schifo di anno ho passato l'anno scorso?" Sbraito mettendomi le braccia sui fianchi e guardandola fissa negli occhi che nel frattempo hanno cambiato colore, ora sono sui toni del grigio.
" Hai cambiato scuola? E per quale motivo?" Si sta scavando la fossa da sola.
" Oh non mi stupisco affatto che tu non lo sappia, dal momento che non fai più parte della mia vita da un pezzo." Concludo così un'altra conversazione straziante con mia madre. Prendo un bicchiere di succo e torno in camera mia.
Devo riordinare i pensieri. A partire da James. Abbiamo dormito insieme? Ma perchè? Poi mia madre, perchè non ha avvisato che sarebbe tornata a casa? Non avremmo sicuramente organizzato una festa se avessimo saputo prima del suo arrivo.Mio fratello interrompe i miei pensieri entrando in camera mia.
Mi porge un'aspirina e un bicchiere d'acqua.
" Quanto hai bevuto ieri sera?" Mi chiede con un sorriso.
" Abbastanza da poter affrontare l'arrivo della mamma." Ridiamo insieme.
" Si vede così tanto che ho bevuto?" Non mi sono guardata ancora bene allo specchio quindi non ho idea di come sia il mio aspetto.
" Diciamo di si. C'è qualcosa di diverso. Uno lo capisce quando ti conosce alla perfezione." Gli butto le braccia al collo e lo abbraccio.
" Grazie Tom, per essere sempre qui. Mi spiace di aver fatto davanti a te quella scenata con la mamma."
" Ma scherzi? Qualcuno doveva dirgliele queste cose. Io sono troppo buono per farlo."
" Stai dicendo che sono cattiva ?"
" No, sto dicendo che hai le palle. C'è in motivo se ti chiamo Mostro." Gli tiro un pacca sulla spalla e lo lascio tornare in camera sua.
Scrivo un messaggio a Meg per sapere come sta. Mi risponde dopo qualche minuto dicendomi che sta bene e che deve raccontarmi cosa è successo ieri sera. Anche io le dico che devo raccontarle un mucchio di cose. Ma non sono sicura di volerle raccontare di James. In fondo non è stato niente di che, giusto?
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I Just Wanna Feel Something
RomanceSarebbe dovuto essere un anno normalissimo, Josephine avrebbe dovuto concentrarsi solo sulla scuola. Niente feste. Niente ragazzi. Niente di niente. Ma qualcosa cambia quando i suoi occhi verdi incontrano quelli di James, un ragazzo misterioso e an...