Capitolo 4

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La sera arrivò presto. Indossai il mio elmo rosso e mi diressi dalla parte della radura della mia squadra. Megan mi aveva messa in attacco dicendo:
"Quello che temiamo di piú è Jace, lui è sempre in attacco, ma se vedrà che anche te sei in attacco tornerà in difesa. Il suo obbiettivo sei tu, non la bandiera. Anche se oggi hai dimostrato di essere molto brava con la spada, con te verrà Katniss, tenete occupato quello stronzo. Ora andate che tra poco si comincia."
Io e le mia amica ci dirigemmo a metà tra il fiume e la nostra bandiera. Il corno suonò e noi iniziammo a correre verso il fiume. Davanti alla sponda vidi delle sentinelle blu combattere con le rosse, così io e la mia amcia sgattaiolammo in campo avversario. Davanti a noi due ragazzi di Apollo camminavano, così li attaccamo e legammo ad un albero. Era stato troppo facile. Avevo un brutto presentimento. Continuammo ad avanzare, finche non sentii dei passi dietro di noi e mi ritrovai davanti Jace e un ragazzo di Demetra. Iniziai a combattere contro il figlio di Ade, ma era il destino a metterci l'uno contro l'altro o i nostri genitori?
Vidi il ragazzo di Demetra crollare e Katniss venire ad attaccare Jace. Mi disse di correre a prendere la bandiera ma io la ignorai. Era una questione personale ormai. Io gli occhi fissi nei suoi neri, lui fissi nei miei grigi. Affondo, para, schiva, affondo, para, schiva. Ormai era un ritmo, una danza. Mi spinse contro un albero e mi abbassai prima che potesse toccarmi con la spada. Il terreno tremò e vedendo il ragazzo con un ghigno corsi. Quando mi voltai vidi una specie di grifone oscuro inseguirmi. Dietro di lui Jace. Corsi e in poco mi ritrovai davanti al pugno di Zeus. Iniziai a scalarlo inseguita dal mostro, nessuno mi fermò, avevano capito che era una questione di vita o di morte. Si stava giocando, ma Jace aveva esagerato. Una volta in cima la mia spada brillò, un tuono scosse il cielo e poi una saetta cadde sulla mia spada impregnandola di elettricità. Il mostro era sempre piú vicino e senza pensarci mi lanciai su di lui che era sotto di me. Lo colpii con la spada sulla schiena e questo scomparve. Il corno suonò. Tutti intorno a me erano allibiti, e in poco un cerchio si formò intorno me e Jace. Io, che ero caduta a terra dop9 aver disintegrato il mostro, mi rialzai a fatica e fissai i miei occhi in quelli del ragazzo davanti a me. Arrivò Chirone che disse con il fiatone:
"Cosa è successo?"
"Stavo combattendo con lui, ma ha invocato un mostro che mi ha inseguita. Ho scalato il pugno di Zeus e mio padre mi ha donato una saetta per uccidere la creatura. Mi sono lanciata su di essa trafiggendola e facendola scomparire" senti dei gridolini di ammirazione e sorpresa. Chirone disse a tutti di andarsene tranne a noi, poi si voltò verso Jace dicendo :
"Hai qualcosa da dire a tua discolpa?"
"Non mi pento di ciò che ho fatto"
"Bene, sarai in punizione, insieme a lei"
"Io? Cosa ho fatto?" dissi sconcertata
"Non andrai in punizione, ti sei solo protetta, ma dovete imparare ad andare d'accordo, la figlia di Zeus e il figlio di Ade che cercano di uccidersi a vecenda potrebbero creare seri problemi, siete molto potenti ragazzi. Domani mattina dopo colazione venite alla casa grande. Ora andate a dormire, e camminate insieme" se ne andò, io e il ragazzo ci fissammo in cagnesco e poi ci avviammo verso casa. Nessuno dei due disse parola finche io chiesi:
"Allora? Volevi uccidermi? -non rispose-
rispondimi" dissi irritata mettendomi davanti a lui e bloccandolo
"Non lo so, ma stammi lontana" fece per andare verso casa sua visto che ormai eravamo davanti le capanne
"Aspetta" dissi in tono dolce, inaspettatamente lui si voltò. Mi guardò negli occhi e io gli diedi uno schiaffo in piena guancia
"Ma cosa cazzo fai?" mi disse
"Hai tentato di ammazzarmi!" dissi
"Io... Si l'ho fatto, ma non pensavo che sarebbe arrivato" disse per poi andarsene
"Io credo di si" poi mi chiusi in casa.
Mi buttai sul letto e vidi sul comodino una lettera scritta in bella calligrafia su una pergamena

Figlia mia,
oggi hai dimostrato di essere coraggiosa e determinata. Sei stata molto brava, e anche se non potrei parlare con te ci tengo a dirti che sono orgoglioso si te. Marise ti ha cresciuta bene. Ma sappi che non potrò donarti una saetta ogni volta che vorrai, solo se ce ne sarà veramente e sempre bisogno.
Distruggi la lettera e fatti sempre valere con il figlio di Ade.
Zeus

Al sentir nominare mia madre mi si raggelò il sangue, ma ero felice che mio padre mi avesse parlato, secondo quello che si diceva gli dei erano odiosi con i loro figli. Non con me. Come richiesto diedi fuoco alla lettera e mi misi a letto. Pensai agli ultimi due giorni. Era stato così strano, prima ero a scuola con i miei amici, ora invece ero in un campo di semidei, sapevo chi era mio padre, e un ragazzo voleva ammazzarmi. Ma ora mi sentivo come se avessi trovato il mio posto nel mondo, e anche se la cosa mi spaventava, ne ero felice

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