Capiotolo 1

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Prima di iniziare con la storia vorrei chiedervi di non lasciar perdere solo al primo capitolo, ma di andare avanti, perché non si può giudicare un libro dai primi due capitoli. Infatti questi servono per dare un idea al lettore del luogo, i personaggi e la storia. Solo andando avanti inizierà la vera e propria trama. Buona lettura!

Era un'altra noiosissima giornata di routine. Un altro lunedì. Mi alzai di malavoglia e mi trascinai in bagno per darmi una sistemata. Una volta lavata e pettinata(feci una semplice cipolla) e poi mi vestii un po' a caso. Uscii dalla, mia camera perfettamente in orario e con calma scesi a fare colazione. Una volta finito di mangiare salutai mia madre e mi incamminai verso la scuola. Arrivai con un piccolo anticipo e allora mi misi a chiaccherare con Jessica per ammazzare il tempo. Non era male, come ragazza, ma a volte era proprio fastidiosa. Poi suonò la campanella, fortunatamente, e corsi nell'aula di greco. Era la materia in cui andavo meglio, facevo delle traduzioni perfetto, e adoravo studiare la mitologia. Mi sedetti in un banco libero e aspettai che la professoressa entrasse in aula. Era una donna bassa, un po' paffuta e aveva un'orrenda vena sulla fronte che pilsava quando era arrabbiata. Quando varcò la soglia dell'aula in uno dei suoi orrendi completi verdognoli, notai che era seguita da una ragazza dai capelli scuri e gli occhi grigi, che si presentò leggermente a disagio. Si chiamava Abby. Seguii la lezione con attenzione, e me la battevo con la ragazza nuova per rispondere alle domande.
Finite le lezioni mattutine andai a pranzo, e mi sedetti al mio solito tavolo con Jessica, Olivia, Matt e Dimitri. Poco dopo vidi Abby fare il suo ingresso, incerta su dove sedersi. La vidi dirigersi verso di noi e la invitammo al nostro tavolo. Parlammo per un po' e scoprii che non era male, era piuttosto simpatica. Poco dopo Matt mi diede un colpetto sul braccio e vidi Sasha Dyson, una bionda slanciata e popolare, avvicinarsi al tavolo con la sua solita voglia di litigare con me. Non vivevamo in una grande città, ma in un paese, e lei pensava di poter essere una specie di regina. Certo era bella, ma anche troia. Fin dalle medie non eravamo mai state molto amiche, ora eravamo sull'orlo dell'odio puro.
"Zoe, ciao, stamani a greco ti sei divertita èh?" disse facendomi ritornare alla lezione della prima ora, anche se non volevo gli avevo fatto fare una figuraccia e ora era qui per vendicarsi. Ottimo. Sbuffai e mi guadagnai un'occhiataccia di avvertimento da Dimitri.
"Sai com'è, mi piace la materia" risposi con indifferenza. Lei si innervosì e mi si avvicinò. La tensione era palpabile
"Senti, stronzetta, tu non puoi permetterti di farmi fare figuracce intesi? Non sei nessuno" io mi alzai per essere piú alta, in senso figurato ovvio, io ero un tappo, ma se mi mettevo in punta di piedi le arrivavo a naso.
"Chi ti credi di essere? Piombi qui, mi dici che non sono nessuno e credi di poter comandare tutti a bacchetta solo perche fai la stronza?" dissi sorridendo. Lei mi diede uno schiaffo, io, mi toccai la guancia dolorante e invece di rispondere strinsi i pugni e un forte vento fece spalancare tutte le porte della mensa, e come se fosse programmato si diresse verso Sasha scompigliandole i capelli e rendendola ridicola. Lei mi guardò, poi corse via con dietro le sue amichette, e mi rimisi a sedere ricominciando a parlare con gli altri che non facevano altro che dire come l'intervento del vento fosse stato semplicemente incredibile l'intervento del vento, vidi Abby pensierisa, chissà perche.
Quando il pranzo finì mi diressi nel campo di atletica della scuola, mi ci voleva una bella corsa. Attaccai le cuffiette e feci partire la mia Playlist degli Imagin Dragons. Iniziai a correre, e non so dopo quanto tempo mi fermai di botto, sentendo dei colpi dietro di me. Mi voltai e non credevo a quello che stavo vedendo. Davanti a me c'era una creatura mai vista, con il volto umano, corpo di leone e...coda di scorpione. Però l'avevo già visto, in un libro di mitologia, era una manticora! E stava combattendo con... con Abby?! Ero sconvolta dalla scena. Una ragazza bassa e mingherlina che combatteva contro un mostro, usando una spada, e dove l'aveva presa quella? Poi il mostro si voltò verso di me, e in quell'istante la ragazza gli piantò la spada dritta nella schiena. Il mostro svanì e io rimasi esterefatta. Ero lì immobile, pietrificata, non poteva essere vero. Abby si accorse di me, e avvicinandosi mi chiese:
"L'hai vista? Come hai fatto?" sembrava più sconvolta di me
"Come potrei non notare una manticora? E per l'aggiunta le manticore non esistono! Cioé non dovrebbero esistere. Credo. Io però ne ho appena vista una. Era uno scherzo televisivo? Cosa diavolo è successo? E la spada? Da dove hai tirato fuori una spada?" dissi quasi urlando, il vento si alzò
"Okay, ti spiegherò tutto, però non qui"
"E dove scusa?"
"Bhe, c'è un bar poco conosciuto?"
"Io...ehm...si, ma una volta lì mi dirai se sono... pazza?" dissi ridendo nervosamente
"Non sei pazza, ora andiamo?"
"Eh va bene, seguimi"
Dissi incamminandomi. Percorremmo poca strada, fino ad arrivare in un piccolo bar, il Jollyroger. Una volta sedute dissi con tono piccato:
"Allora?"
"Ehm okay, da dove inizio.... Senti, non devi assolutamente spaventarti, non rimanere scioccata e non prendermi per pazza. Perfavore. Allora, hai presente gli dei greci? Zeus, Ade Poseidine, Apollo eccetera? Ecco, esistono tutti, e si trovano sull'Olimpo. Quando gli dei fanno un figlio con un umano, diventa un mezzosangue, in parte umano e in parte dio. Ha anche alcuni poteri e abilità derivanti dal genitore dio. Solo i semidei possono vedere i mostri, quindi tu sei una semidea." disse lei tutto d'un fiato
Io rimasi in silenzio cercando di assimilare le notizie, non poteva essere vero, oppure si?
"Chi è mio padre, non lo ho mai conosciuto"
"Non lo so, una volta al campo lui ti chiamerà"
"Il campo?"
"Il campo mezzosangue, vedi, i semidei vengono portati lì per essere addestrati e stare al sicuro dai mostri, io ti ci devo portare"
"Tu di chi sei figlia?" chiesi
"Apollo"
"Wow, c'è la possibilità che io e te siamo sorelle?"
"Si Zoe, a questo punto si"
"Secondo te... insomma... mia madre potrebbe sapere chi sia mio padre?"
"Non lo so, la mia non lo sapeva"
"Bene"
"Partiremo domani"
"Dove dobbiamo andare?"
"Long Island"
"A mia madre diremo tutto, insieme, wow ti conosco da un giorno e già ti seguo verso morte certa, se non ti avessi vista con la manticora non ti avrei creduto" lei accennò ad un sorriso, dopo aver pagato il cibo preso ci dirigemmo a casa mia, per parlare con mia madre.

Figlia di zeusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora