Capitolo 8

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Mi risvegliai in una tenda. Ero su una specie di brandina, sembrava un ospedale da campo. Mi alzai di scatto, scesi dal lettino e stavo in perfetta forma. Iniziai a camminare verso la porta, non era la prima volta che accadeva. Quando allenavo i miei poteri al campo mezzosangue, mi capitava di usare troppa energia, di sforzarmi troppo e di svenire. Mi serviva dell'ambrosia. Mi guardai intorno e iniziai a curiosare in uno scaffale finche non trovai ciò che stavo cercando. Ne presi due cubetti e mi sentii subito meglio. Poi un ragazzo basso e castano comparve sulla porta e disse:
"No, non stare in piedi potresti svenire di nuovo"
"Mi è già successo"
"Chi sei?" chiese lui
"Dove sono i miei amici?"
"Te lo dirò ma devi sederti"
"Non mi siedo perche non ne ho bisogno, e quindi dimmi dove sono i miei amici" il vento si alzò all'istante.
"Stanze accanto" mi disse quasi spaventato. Io sorrisi infastidita e corsi da loro.
Il primo che vidi fu Jace
"Jace stai bene? Il cinghiale ti ha ferito e..." iniziai preoccupata ma lui mi fermò. "Sto bene, mi hanno messo i punti, tu come stai"
"Non ricordo bene cosa ho fatto, eravate tutti a terra e..."
"Davvero non rammenti? Sei semplicemente stata incredibile cazzo. Hai alzato la spada, tuo padre ti ha benedetto con una saetta e ti sei lanciata sul cinghiale gigante conficcandogli la spada nel centro della testa"
"Wow, ma sanno chi siamo?"
"Non penso, hai controllato gli altri?"
"No, tu sei stato il primo, lo sai che quell'infermiere voleva rimettermi a letto? Però sono tutti un po' spaventati"
"O sbalorditi, quando sono arrivati hanno visto te che ti lanciavi con solo una spada contro un cinghiale gigantesco, per me ti venerano"
Stavo per dire altro ma lui mi chiese di controllare gli altri. Katniss aveva preso una botta in testa e aveva messo dei punti. Drew stava bene, era solo svenuto. Abby aveva punti su braccia e piedi. Io ero quella, messa meglio.
Tornai in camera mia e vi trovai un ragazzo, non l'infermiere, era alto, un po' piú in carne e più carino
"Ciao, sono Caleb" disse
"Ciao" risposi
"Vuoi dirmi il tuo nome?"
"Devo sapere dove sono, cosa o chi sei tu, chi è il capo...."
"Allora, sei al Campo Semidei, io sono il figlio di Apollo, il capo è un semidio, Tonies"
"Mh, ok, quindi qui siete tutti semidei?"
"No, a volte Eros scende a farci compagnia, tu chi sei?"
"Voglio vedere il campo"
"Non posso, se sei una minaccia..."
"Secondo te sono una minaccia?"
"Bhe, il cinghiale lo hai fatto fuori per bene"
"Lo diro a Tonies"
"Allora vieni"
Mi fece uscire dall'infermeria e mi sorpresi nel vedere che era una copertura, in realtà ci trovavamo dentro un tecnologico ospedale. Usciti all'aperto c'era un prato d'erba, e non si poteva non notare una grande villa in stile vittoriano. Poi mi portò in un gazzebo dove si facevano i pasti, l'arena, l'armeria, un frutteto, e le capanne. Erano diverse dalle nostre, sembravano case normali, erano distinte da un colore
Allora chiesi a Caleb:
"Qui ci sono figli dei tre pezzi grossi?"
"Si, ma stai attenta ai figli dei tre pezzi grossi, sono degli odiosi presuntuosi" mi disse lui, io sorrisi.
"Sicuramente, ora posso incontrare Tonies?"
"È con Eros"
"Meglio così" mi diressi alla ville e bussai, non ascoltando le parole di Caleb sul fatto che il dio si sarebbe arrabbiato con me. Poi mi aprì un ragazzo biondo, occhi verdi, muscoloso,che brillava di luce propria. Eros mi disse:
"Zoe, benvenuta, mi chiedevo quando saresti apparsa"
"Divino Eros, chi vi ha avvertito del mio arrivo?" chiesi mentre Tonies e Caleb mi guardavano incuriositi dal mio scambio di parole con il dio.
"Sia tuo padre che Dionisio sono molto preoccupati per te, e Ade pure, ma per suo figlio"
"Quindi è per questo che siete qui?"
"Si, il signor Tonies mi stava raccontando di come te con una semplice spada abbia ucciso il cinghiale, devono sapere chi siete, digli la verità" il suo tono era dolce, ma autoritario. Allora dissi:
"Sono Zoe Altman, vengo dal Campo Mezzosangue e mio padre e Zeus. I ragazzi con me sono due figli di Ares, una di Apollo e uno di Ade."
Loro mi guardavano incuriositi, spaventati e eccitati. Poi Eros prese parola
"Vi ospiteranno finche vorrete, scegli tu se dire o no il perche, comunque sta andando tutto bene?"
"Alla perfezione, apparte il cinghiale che ho ucciso con un fulmine...." dissi sotto gli sguardi sbalorditi dei semidei
"Allora vado, porterò i tuoi saluti a Dionisio e Zeus, arrivederci"
"Arrivederci"
Il dio scomparì e io mi ritrovai lì in piedi con i loro sguardi increduli addosso.
"Come mai non ti ha uccisa?" chiese Caleb
"Perché avrebbe dovuto" dissi
"Lo hai guardato negli occhi" continuò il ragazzino
"Razza di idiota, la ragazza sta facendo un impresa per conto degli dei, ed è la figlia di Zeus e la prediletta di Dionisio" rispose Tonies, con un sorriso che conoscevo bene, il tipo di sorriso che fa un opportunista
"Ehm, sì piú o meno, ma io e i miei amici potremo restare qui?" chiesi
"Certo, Caleb accompagnali nelle loro capanne, arrivederci sognorina, ci vedremo a cena"
Il biondo mi accompagnò fino all'infermetia senza dire parola, poi iniziò a dire che ero stata fantastica e che mi ammirava. Poi entrammo e recuperai tutti i miei amici. Ogni capanna era felice di accoglierli, ma in quella di Ade c'era già un ragazzo. La mia era vuota, ma non mi piaceva molto. Visto che era appena passata l'ora di pranzo andai da Jace per vedere se voleva allenarsi. Bussai alla loro porta e mi aprì un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi. Che disse:
"Ciao figlia di Afrodite, vuoi fare un giro sulla giostra?" parlava con me? Io risposi stizzita
"E la tua testa vuole fare un giro sulla, mia spada? Mi dici dove cavolo è Jace"
"Ah, tesoro, lui è appena arrivato non ci conterei molto, poi sembra preso da una troia che era con lui, ma entra intanto" continuò convinto il castano
"Anche io, sono Zoe, piacere. E se ti aspetti che mi butterò ai tuoi piedi come se esistessi solo tu, allora datti una calmata. E penso di essere proprio la troia di cui parli, ma siamo solo amici. Non che debba interessarti. " gli porsi la mano e vidi un attimo di sconforto nei suoi occhi. Poco dopo uscì chi stavo cercando, il quale guardò in cagnesco il fratello e mi mise in braccio sulle spalle. Era geloso?
Iniziammo ad incamminarci e arrivati lì vedemmo parecchi ragazzi e ragazze provare con le spade, con le lancie, con l'arco... Io e Jace ci posizionammo l'uno davanti l'altra e iniziammo a sferrare colpi, durò per circa 15 minuti, finche io non lo atterrai lanciando via la sua spada. Mi misi sopra di lui in modo da bloccarlo e dissi:
"Vuoi la rivincita? Oppure accetti la sconfitta?" ero letteralmente seduta su di lui e gli bloccavo le braccia. I nostri occhi si incrociarono per un istante e il mondo intorno a noi sembrò scomparire. Fui costretta a distogliere lo sguardo, troppi sguardi indiscreti. Poi mi alzai e gli diedi la mano. Lo aiutai ad alzarsi e ricominciammo con il combattimento

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