21°capitolo - final destination

146 5 9
                                    

Christian Jay (POV'S)

Ci trovavamo esattamente nel sotterraneo del Sunrise, eravamo appena arrivati. Quando stetti per scendere l'energumeno mi disse di rimanere dov'ero.

«Potresti scappare. Rimani quì.» disse puntandomi la pistola nel costato.

Come credi di tirarti fuori da questa situazione?›
Ebbe ragione, non sarebbe stato semplice. Dietro al camioncino del trasporto c'erano due uomini in macchina, uno all'interno di esso, e poi c'era questo quà che mi stava puntando.
Notai il dottor Jefferson scendere con quello addietro e venire verso di me.
Aprì la portiera di chi mi stava puntando e gli disse di farmi scendere, il medico doveva parlarmi.

Gli chiesi «Che succede?»
«C'è stata una complicazione, tre ore fa.» il mio cervello si spense, cadendo in un baratro «Lo sono riuscito a ristabilire.» ‹È stabile? Sta bene?› «Ma ha bisogno di essere subito visitato da qualcuno.»

Devo fare in fretta. Devo pensare. Non c'è tempo.›

Diedi uno sguardo agli uomini, stavano parlando. La loro attenzione non fu su di noi in quel momento.

E poi, un barlume «Hai il telefono?»
«Sì. Ne ho uno di scorta, l'ho tenuto nascosto per tutto il tempo come mi hai detto di fare. Perchè?»
«Devi mandare un messaggio a questo numero. Digli dove ci troviamo, e fallo in fretta.» di nascosto, gli mostrai chi avrebbe dovuto chiamare.

Fece come gli dissi.

Osservai ciò che avevo intorno. Lo sapevo, che loro erano vicini. Che avevano già fatto uno spunto di tutti i posti in cui saremmo potuti andare.

«Inviato.» disse.
Digrignai la mandibola ‹Cosa si fa per la famiglia, èh?› «Ha chiamato aiuto!» mi allontanai, gli strappai il telefono dalle mani e lo spinsi a terra.

In un nanosecondo furono su di lui.

«Chi hai chiamato?!» gli assestò un punto dritto in bocca.

In quel lasso di tempo fui vicino alla loro auto, tirai fuori il coltellino dalla scarpa e lo piantai nella ruota posteriore facendogli ben due buchi.
Mentre il dottore stava venendo tempestato di calci l'ascensore suonò. Segno che qualcuno stava arrivando quì.

Mi nascosi dietro la mia macchina dopo aver preso la pistola «Ci penso io!» urlai.

I due para medici subito andarono in panico quando ci videro. Mentre gli altri due energumeni gli stavano andando contro, apriì la portiera dell'auto e feci scendere Kali.

Mi cadde lo sguardo sul dottor Jefferson, ora riverso a terra. Morto.
Bravo.› -un conato- ‹Ti senti ancora un grande uomo che si batte per giusta causa?› -distolsi lo sguardo.-

E successe tutto in un secondo.
Macchine a sirena spiegata. Spari ovunque. Gente che urlava.

Sono arrivati.› -il batticuore.- Le F.S.M.I erano quà.

Anastasia Forester (POV'S)

.CHIAMATA.

Il telefono mi cominciò a squillare come un ossesso.

Mi affrettai «Pronto?!»
«Colonnello!» era l'agente Davis «Siamo al Sunrise Mental. Li abbiamo» ‹È stato preso.› «Ma dell'ex colonnello Jay alcuna traccia.» ‹Sta bene.› -tirai un sospiro di sollievo.- «Ma nemmeno del soggetto Jhones.»

VIVERE NEL PERICOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora